Insieme ad Unusual Address siamo andati alla scoperta di un luogo magico e poco conosciuto della nostra città dove si trova la palma più alta della Toscana
Un’associazione che riunisce realtà uniche e fuori dagli schemi che si sostengono a vicenda e promuovono il territorio: Unusual Address è una risorsa per i cittadini toscani perché consiglia location insolite e poco conosciute che permettono di vivere esperienze magiche e di scoprire curiosità sulle nostre città. Negli ultimi anni la comunità si è mobilitata anche per valorizzare e far scoprire la natura urbana, organizzando eventi volti a sensibilizzare e informare rispetto all’importanza del verde anche negli ambienti cittadini. Noi di FUL abbiamo seguito Barbara Fontani – ideatrice e presidente di Unusual – proprio in uno di questi luoghi speciali: il Castello del Bisarno. Qui sono presenti alcuni Alberi monumentali, uno dei quali detiene anche un primato!
Ma cosa sono gli alberi monumentali?
Ce lo ha spiegato proprio Barbara, che dedica gran parte delle sue giornate a comunicare il messaggio di questi esseri potenti e spesso sottovalutati. Monumentali sono quegli alberi che si distinguono per età – che normalmente si aggira tra i cento e può superare anche i duecento anni – per dimensioni, per rarità botanica ma anche per valore storico e culturale. Proprio per queste caratteristiche possono essere definiti veri e propri monumenti al pari dei quadri e delle sculture che conserviamo nei nostri musei. Come, infatti, è scritto sul sito ufficiale di Unusual, la Natura è la primaria opera d’arte e proprio per questo è necessario rispettarla. Gli Alberi – gli esseri viventi più alti sulla terra – possono essere considerati i simboli della forza energetica del mondo naturale, capaci di mantenere l’equilibrio dell’ambiente in cui risiedono e di provvedere al nostro benessere fornendoci ossigeno e pulendo l’aria che respiriamo. Quelli monumentali ancor di più sono come vecchi saggi che vegliano su di noi, che sono sopravvissuti ai secoli, al passare delle stagioni, ai cambiamenti climatici e sociali. Reperti storici che però respirano e ci trasmettono la loro energia, proprio per questo vanno protetti e trattati con rispetto. Ma soprattutto vanno conosciuti perché la maggior parte di noi non è consapevole della loro esistenza, non sa riconoscerli e per questo ne sottovaluta il valore.
La storia del Castello
Insieme a Barbara abbiamo vestito i panni dei cercatori di Alberi – mestiere in realtà antico ma tutt’oggi esistente – e abbiamo esplorato gli spazi del Castello del Bisarno dove degli esemplari di Alberi monumentali eccezionali hanno creato un ecosistema a sé. A guidarci è stato Martino Maggioni, il tris nipote di Odoardo Beccari, che ci ha raccontato la storia del Castello del Bisarno. Infatti, prima proprietà di alcune famiglie fiorentine – i Bardi, i Biliotti e poi i Capponi – l’edificio è diventato la residenza di Odoardo Beccari, esploratore e naturalista fiorentino a cui dobbiamo l’unicità di questo luogo. Beccari ha viaggiato per il mondo – India, Indonesia, Malesia, Australia, Isola di Giava sono solo alcune delle sue mete – alla scoperta di nuove specie vegetali e animali che ha poi riportato con sé in Italia. Le sue maggiori scoperte sono avvenute nelle foreste di Sumatra e sull’Isola di Borneo, tra cui l’infiorescenza più grande del mondo. Proprio al Castello del Bisarno il botanico ha piantato alcune specie di piante sorprendentemente ancora oggi presenti nonostante siano lontane dal clima loro usuale. Prima tra tutte, nel cortile principale la cerrosughera – un’ibrida tra una sughera e un cerro – di cui non si sa con certezza l’età (circa 250-300 anni) e nemmeno se è stata piantata da Beccari o prima ma le misure sono invece certe: 5,05 metri di circonferenza, 25 metri di ampiezza di chioma e 25 metri di altezza. La quercia presenta in sé tutte le caratteristiche essenziali per essere considerata un Albero monumentale, avere qui a Firenze un esemplare di questo genere è straordinario perché è tra i più rari ed interessanti d’Italia. Un Albero eccezionale in tutto e per tutto, superba ed elegante accoglie chi si siede sotto di lei o chi si ferma ad ammirarla infondendo calma e tranquillità.
Spostandosi invece nel giardino all’Italiana sul retro della struttura incontriamo la palma mazari – Nannorrops ritchiana– rigogliosa e florida nonostante il clima fiorentino non sia adatto a lei che è riuscita a resistere anche alla gelata dell’85 perdendo solo alcune delle sue parti. La sua età è di circa 130-150 anni. E infine la Jubaea chilensis– ovvero un’altra palma – più alta della Toscana. Questo esemplare – impiantato nei primi del ‘900 – è qui presente grazie agli studi di acclimatazione di Beccari che ha compreso come fosse possibile portare queste piante a Firenze e farle adattare al clima della città. Inoltre, dato che le palme non crescono mai in circonferenza bensì in altezza, quella del Bisarno si può considerare anche la più antica della Toscana. Presente nel castello c’è anche un Pino – Pinus pinea – di 250 anni circa. Vi sorprenderà sapere – per me è stato così – quanti sono gli Alberi monumentali presenti a Firenze. Grazie alla mappa ideata da Unusual Address con l’aiuto di RAMI- il Registro degli Alberi Monumentali Italiano – è possibile individuarli tutti e andare alla ricerca nella nostra città di questi esseri viventi meravigliosi. Andandoli a cercare farete tappa in alcuni luoghi magici che proprio come il Castello del Bisarno con il suo giardino privato ci ricordano il ruolo fondamentale che la Natura ha nella vita di ognuno di noi.
Due ultime curiosità sulla figura di Odoardo Beccari: era anche un bravo enologo, alla fine del 1800 ha fondato un’azienda vitivinicola -“Vignavecchia” – tra le più storiche del Chianti. In uno dei suoi soggiorni in Inghilterra ha conosciuto Darwin e Joseph Dalton Hooker.
Foto a cura di Barbara Fontani
Il Castello del Bisarno – Via di Badia a Ripoli, 5
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