Alla Galleria Vannucci il primo dialogo “A due”.

In esposizione fino al prossimo primo dicembre la dimensione di Paolo Fabiani e Marco Neri, a cura di Pietro Gaglianò.

Pistoia: in via Gorizia al numero 122 si trova uno spazio industriale, un vecchio capannone convertito in luogo espositivo per l’arte contemporanea, la presentazione di libri, le conferenze: è la Galleria Vannucci, dove prosegue un lavoro di riferimento culturale, iniziato nel lontano 1959 dal fondatore Enrico Vannucci.

La Galleria valorizza il tessuto pistoiese: Marino Marini, Agenore Fabbri, Jorio Vivarelli, Pietro Bugiani, Mariotti, Zanzotto, ma anche artisti di rilievo internazionale come Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis… Dal 2018 il discorso culturale dello spazio viene portato avanti dal figlio del fondatore, Massimiliano Vannucci, che guarda alle nuove generazioni e alla galleria come territorio di esplorazione con, tra le altre, opere di Michelangelo Consani, Erika Pellicci, Mohsen Baghernejad Moghanjooghi, Sandra Tomboloni…

Paolo Fabiani, Vita attiva, 2023, terracotta, dimensioni varie;
Marco Neri, Dove meno cielo aspettiamo, 2019, acrilico, tempera e vinilico su lino, su due tele, 111×183 cm. Galleria ME Vannucci, Pistoia. Foto di Ernesto Mangone.

A partire da ottobre 2023 la galleria ME Vannucci ha iniziato una serie di dialoghi/incontri dal titolo A due fra artisti della galleria ed altri scelti da loro direttamente o individuati per affinità elettive. Il progetto ha lo scopo di realizzare un ponte fra realtà diverse attraverso la ricerca artistica, un modo per riflettere sul presente osservandolo da varie angolazioni.

Fino al primo dicembre prossimo è visitabile Persone e palazzi di Paolo Fabiani e Marco Neri, a cura di Pietro Gaglianò.

Paolo Fabiani, Barby barbona, 2023, tecnica mista, 100x100x170 cm;
Marco Neri, Ricostruire, 2023, acrilico su polittico assemblato, 264×656 cm. Galleria ME Vannucci, Pistoia. Foto di Ernesto Mangone.

Dal comunicato stampa: “Paolo Fabiani e Marco Neri, amici da tempo, sono autori profondamente diversi per la scelta dei medium, dei materiali, per lo stile, per il rapporto intrecciato con l’opera e dall’opera con lo spettatore. Proprio in questa profonda distanza estetica risiede il fascino della mostra che prende forma come un allestimento sontuoso, tra il set cinematografico di un film neorealista e una scena di genere. Neri ha creato le quinte di una città dipinta, vista come skyline da molto lontano, con Ricostruzione, una grande opera pittorica inedita, o vicina, affacciata alle finestre di un palazzo di quartiere. Lo spazio tra questi edifici è abitato dalle sculture di Fabiani, persone che si muovono su veicoli o a piedi, tutte a grandezza naturale, realizzate, espressamente per questo progetto, con materiali disparati, dalla schiuma poliuretanica allo scotch, un omaggio all’uomo della strada, alla vita quotidiana.

La città creata dai due artisti si estende ben oltre i confini tangibili della galleria, è densa e ramificata e ha un cervello che accoglie una coscienza collettiva, quella vasta produzione di immaginario che l’arte nutre e mette continuamente in discussione.

Paolo Fabiani, Delorean, 2023, tecnica mista e cartone, 420x160x120 cm; Marco Neri, Centro abitato, 2016,
acrilico su cartone pressato e incorniciato, 40 elementi totali di cm 40×30 ciascuno; Paolo Fabiani, Er pinna, 2023, tecnica mista, 280x95x185. Galleria ME Vannucci, Pistoia. Foto di Ernesto Mangone.

Questa relazione, che ha il tono di un doppio assolo, – scrive il curatore Pietro Gaglianò nel testo che accompagna la mostra – trova una inedita, inaspettata armonia proprio grazie alla misura totalizzante, mai mediata dei linguaggi e delle estetiche dei due artisti. Nella loro completa autonomia estetica e formale, i due cicli di opere creano una dimensione in cui possiamo immaginare che i personaggi che occupano lo spazio e le facciate dei palazzi che lo delimitano entrino in rapporto tra loro, in una porzione di città, probabilmente periferica, che potrebbe essere Milano o Beirut, o Buenos Aires o Chicago”.

Paolo Fabiani (Montevarchi, 1962). Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1985. Per la personale alla galleria Carini di Firenze nel 1989 espone i suoi primi quadri a soffio, alberi e cieli. Attraverso una cannula il pneuma arriva al colore e lo indirizza. Successivamente combina a quei dipinti delle piccole sculture in argilla cruda, ceramica o gesso. Nel 1996 è invitato da Francesco Bonami al National Museum of Contemporary Art di Seul per la mostra Tradition & Innovation, Italian Art of Last 60 Years. Nel 2005 presenta Place, un’installazione ambientale realizzata per Pitti Immagine alla Fortezza da Basso di Firenze. Nel 2016 Rossella Del Sere e Paolo Fabiani sono ideatori del progetto Stand Up For Africa, arte contemporanea per i diritti umani, piattaforma che coinvolge giovani artisti di base in Toscana e richiedenti asilo africani. È del 2022 la personale I Sette Samurai, a cura di Pietro Gaglianò, alla galleria ME Vannucci.

Marco Neri (Forlì, 1968) inizia ad affrontare nei suoi quadri il tema della rappresentazione architettonica e dei centri abitati nella seconda metà degli anni Novanta, naturale sviluppo del lavoro del decennio precedente dedicato al paesaggio – sempre dipinto – prima più classico e via via più sintetico, che ha portato l’artista a realizzare la serie delle finestre intitolata Windows (1999), opera di pittura e al contempo installazione che determinerà il suo incontro con Harald Szeemann e lo porterà ad essere invitato dallo stesso alla Biennale di Venezia nel 2001, dove esporrà Quadro mondiale (2000), ovvero tutte le bandiere del mondo, all’interno del nucleo centrale della mostra internazionale nel Padiglione Italia.

In copertina: Veduta della mostra Persone e palazzi con le sculture di Paolo Fabiani Delorean e Er Pinna e a parete le opere di Marco Neri Ricostruire e Centro abitato. Galleria ME Vannucci, Pistoia. Foto di Ernesto Mangone.