Si è concluso venerdì alla Fortezza da Basso Pitti Uomo, la principale fiera internazionale della moda maschile che riunisce i migliori brand di abbigliamento provenienti da tutto il mondo. L’edizione 105, come sempre, ci ha fatto scoprire i giovani marchi accuratamente selezionati che hanno presentato le loro collezioni accanto a case di moda affermate. Vi raccontiamo com’è andata.
Ogni volta Pitti Uomo annuncia un tema e ospiti speciali per l’evento. Il tema che ha caratterizzato l’edizione 105 era il tempo. Ci era proposto per riflettere sulla complessità temporale che passa attraverso la nostra esistenza. Il tempo non è un flusso uniforme che scorre in maniera lineare e non viene calcolato esattamente. Può accelerare e rallentare cercando un ritmo che crea un chiaro parallelo con il mondo della moda. A questo proposito ora come ora è importante produrre capi timeless, cioè senza tempo, che guardino al futuro ma sappiano essere sempre attuali grazie a materiali, forme, tagli innovativi che devono restare “contemporanei” negli anni.
Tante idee e argomenti di riflessione ci hanno fornito anche due guest designer, Luca Magliano di origini bolognesi e Steven Stokey-Daley originario di Liverpool che hanno presentato le loro collezioni durante Pitti Uomo. La mostra rimane leader tra le fiere dell’abbigliamento maschile grazie alla sua attenzione agli approcci innovativi alla moda e alla sperimentazione, a un’accurata selezione di designer e marchi di primo ordine, alla capacità di analizzare e rivisitare le fiere del passato e agli eventi culturali che stanno al passo con i cambiamenti dell’ industria della moda.
Il numero di acquirenti stranieri presenti alla fiera è sempre in aumento, perché il concetto consente di trovare i migliori marchi in un unico posto. Lo spazio della Fortezza da Basso che si estende su 100.000 metri quadrati parzialmente restaurato appositamente per la mostra, è ricco di padiglioni che dividono la location in tante aree funzionali. Non può essere sottovalutato anche il ruolo di Pitti nel dare impulso alla carriera degli aspiranti designer.
La mostra aiuta i giovani stilisti a trovare clienti nei negozi multimarca e nei grandi magazzini o ad ottenere posizioni in famose case di moda. Vale la pena notare che i brand possono partecipare a Pitti Uomo solo su invito: nonostante siano le aziende stesse a presentare domanda e a pagare per la partecipazione, vengono sottoposte a una severa selezione da parte di un apposito comitato. Grazie a questo, Pitti Uomo è considerato una vera guida al mondo della moda maschile e un trend setter del settore. La partecipazione di un’azienda alla fiera è la conferma che ci si può fidare di questo marchio.
Gli eventi principali di questa edizione sono stati le sfilate dei guest designer Luca Magliano e Steven Stokey-Daley, del designer showcase Todd Snyder e il debutto del finlandese Achilles Ion Gabriel. Nella prima giornata di Pitti Uomo Todd Snyder, il fondatore dell’omonimo marchio di moda e il direttore creativo di Woolrich Black Label, ha presentato la sua collezione caratterizzata da capi basic e sartoria su misura.
Nella prima parte della sfilata che si è svolta alla Stazione Leopolda c’erano dei look sofisticati ispirati al ricco patrimonio di Woolrich Black Label rivisitato nella chiave dell’estetica contemporanea del designer americano. Il secondo atto ha raccontato invece la collezione più personale del designer: velluto cremoso e dettagli ricamati, cappotti in lana e completi morbidi, ma anche camicie fluide.
Il giorno dopo a Nelson Mandela Forum, un popolare luogo fiorentino per concerti, atletica e altri eventi, ha toccato a Magliano. Avendo esaminato le forme classiche dell’abbigliamento maschile e ristrutturato i codici tradizionali, ha fatto la sua collezione allo stesso tempo intellettuale e ironica, formale e ribelle, con una dose di femminilità.
Nella sua collezione densa e ricercata ispirata da Nostalghia, il film di Andrej Tarkovskij, ci sono giacche patchwork e completi classici, tute di jeans, felpe lunghe, gilet a bottoni, pantaloni in pelle e con paillette.
Giovedì l’11 gennaio si sono svolte le sfilate di S.S.Daley a Palazzo Vecchio e di Achilles Ion Gabriel che ha svelato la sua prima collezione gender neutral di abbigliamento, calzature e accessori alla Stazione Leopolda. Il giovane stilista inglese Daley ambienta il suo show all’interno del Salone dei Cinquecento ricreando l’atmosfera della dorm-room di un collegio inglese.
Nella sua collezione sfilano trench e cappotti cerati in stile militare, camicie da notte con dipinti figurativi, stampe di carta da parati vintage e tocchi animaleschi.
Tutto questo con elementi decorativi discreti e accessori dell’ereditá britannica. Tra altri eventi del calendario di Pitti Uomo c’è stata la presentazione della collezione FW 24/25 di Barbour allo store fiorentino in piazza de’ Rucellai; cena di Brunello Cucinelli a Palazzo Corsini; presentazione della capsule collection di Scarosso e quella della collezione Tod’s for Lamborghini. Istituto Modartech ha fatto al The Social Hub un allestimento creativo con gli outfit realizzati dagli studenti che integrano la tradizione sartoriale dell’artigianato italiano alle più avanzate tecnologie.
Eleganza retrò e nostalgia del passato sono le chiavi dello stile dell’abbigliamento che indosseremo nella prossima stagione autunno-inverno. Oltre alle proposte dei 832 brand, le tendenze emergono anche dallo street style, osservando gli abiti degli ospiti e dei visitatori. Anno dopo anno nei giorni dell’evento nei pressi della stazione centrale e del centro storico si possono incontrare centinaia di uomini stilosi che fingono di rispondere ad una chiamata importante affinché tutti i fotografi street fashion possano catturarli nei loro obiettivi. Molti di loro sono accompagnati dalle compagne altrettanto eleganti. Nel corso dei decenni e con l’aumento della popolarità della street photography e dei blog di moda Pitti Uomo si è trasformato da evento riservato agli addetti del settore in un vero e proprio fenomeno culturale.
Foto di ©Andrey Nastasenko