A Firenze, nell’atelier di Frida Querida Firenze, si è inaugurata la mostra fotografica personale del fotografo toscano Raffaele Ferrari, che durerà fino al 7 Gennaio. Una collaborazione tra un fotografo che lavora ancora con la fotografia analogica e un atelier sartoriale, danno luogo a questa esposizione personale.
Per la prima volta a Firenze l’autore presenta alcune delle fotografie scattate negli ultimi dieci anni, che si preannunciano suggestiva per i giochi di colore e forme. Durante i suoi viaggi l’autore è riuscito a trasferire i suoi studi di psicologia anche alla suoi scatti: il risultato è una fotografia concettuale, diretta -come egli afferma- non solo a documentare, ma a realizzare uno studio e una ricerca antropologica, dando vita e coscienza ai suoi scatti.
“Nei miei primi studi da psicologo e ora nella mia carriera fotografica sono sempre stato affascinato dal comportamento umano, dalle relazioni sociali e dalle interazioni dell’uomo con la Natura. Il mio sguardo, infatti, è antropologico, sociale e storiografico al fine di analizzare, selezionare, archiviare. La mia sfida è capire, trascrivere, raccontare il mio orizzonte visibile, parlare dell’esistente. In tal modo tento di avere un rapporto empatico e profondamente umano con i luoghi e le azioni che incarnano una sorta di immagine epica”- afferma Raffaele.
La fotografia di Raffaele Ferrari colpisce per l’impatto visivo, estetico. Le sue immaginino caratterizzata da tinte pastello, i colori sfumati, i sabbiati anticati, eterei, delicati, lievi, armonici e potentemente calmanti, che assumono quasi la connotazione di dipinti ad acquarello. Trasmettono quella sensazione di pace, di serenità, di immobilità che incanta. E poi gli spazi e i vuoti. Immagini raffinate, eleganti dove, vige la regola del “less is more”: togliere è aggiungere.
Infatti le fotografie di questo giovane artista presentano spazi vuoti, di ampio respiro, dove i protagonisti sono Madre Natura e le popolazioni e le civiltà di Paesi lontani. In una situazione di ovattato vuoto, tra fiumi, mari, oceani, distese pacate, dai riflessi di luce naturale, argentea, che dipingono l’infinito e l’incontro con l’azzurro tenue del cielo, l’autore riesce perfettamente a catalizzare l’attenzione degli spettatori esattamente su ciò che vuole comunicare e tramettere con i propri scatti.