Avavav: la scommessa del lusso sostenibile

Fondato lo scorso anno da Adam e Linda Friberg, AVAVAV è il nuovo brand esclusivo, che propone una moda sostenibile, frutto della combinazione della qualità italiana e dello stile scandinavo. Adam e Linda, già fondatori di brands noti quali Cheap Monday, Weekday and Monki, hanno deciso di lasciare la Svezia in favore dell’Italia per sposare lo stile di vita italiano e vivere stabilmente in Italia con i figli.

Dopo aver ceduto le precedenti attività al colosso HM, Linda, dotata di un’inesauribile passione per la moda, ha pensato di creare un nuovo marchio che la rappresentasse a pieno. Nasce così AVAVAV. Abbiamo intervistato Linda per farci raccontare di più:

Linda cosa è AVAVAV? Come nasce?

“È un marchio che vuole mixare la qualità e la sartorialità italiana con lo stile essenziale e minimal tipico della Scandinavia. Ho veramente adorato l’avventura con i marchi precedenti ma avevo bisogno di crearmi la mia propria strada. AVAVAV è il risultato della mia ammirazione per l’artigianato italiano e l’affermazione delle mie convinzioni sul lusso sostenibile e alla portata di tutti”.


Potresti spiegarci meglio? Cosa intendi per ‘lusso sostenibile’?

“Il nostro brand, al momento, si vende solo online. Creiamo e produciamo capsule collections settimanali, con pochissimi pezzi che diventano subito esclusivi. Questo permette di ridurre costi di produzione, sprechi e impatto negativo sull’economia e sull’ambiente. Inoltre, consente anche di tenere i prezzi al consumatore relativamente bassi e competitivi sul mercato, senza però inficiare per questo la qualità. Infatti noi lavoriamo e produciamo strettamente secondo regole basate sulla Convenzione ILO per le pratiche di lavoro e secondo la Dichiarazione ONU dei diritti umani: tutti i laboratori di cui ci serviamo rispettano questi standard”.

La qualità sembra essere uno dei tratti distintivi delle tue creazioni. Perchè è così importante per te?

“Inizialmente è stata proprio la fascinazione suscitata dai tessuti, dai loro colori, dalla loro impalbabilità a far rinascere in me il desiderio di creare vestiti. Ho voluto cercare di conciliare tutto questo con un’idea di moda più lineare, essenziale, portabile e minimal come quella scandinava”.

Lo stile scandinavo in cosa si distingue da quello italiano?

“Generalmente la moda italiana è molto creativa, fantasiosa , stravagante. Certe volte è più una moda ‘da passerella’ che non da strada: ben poche donne hanno le misure, le occasioni, l’età giusta per indossarla. Io sono un po’ contraria a questa logica: i miei vestiti devono poter essere indossati da tutte, senza distinzione di taglia o età e in qualunque momento, fluire liberamente da una giornata di lavoro a un appuntamento o a una cerimonia, senza mai sentirsi fuori posto. Il vestito perfetto è quello che ti fa sentire sempre a tuo agio con te stessa e in ogni situazione, formale o informale. Questa è la mia idea di lusso portabile”.

Sembra un’idea molto ‘democratica’, decisamente in controtendenza rispetto a una moda che impone modelli precisi a cui aspirare e assomigliare, con conseguenze talvolta disastrose.

Sono d’accordo. Certe volte mi trovo in difficoltà con le modelle italiane: sono così magre e fragili e le agenzie spesso dicono loro che sono troppo grasse, un paradosso pericoloso. Sono donna e madre e vorrei fare qualcosa in merito: far capire che, per essere alla moda, non è strettamente necessario essere una teenager ‘size 0’ (o meno), ma che la moda è e deve essere per tutte.

Quindi la donna a cui pensi quando crei è una donna ‘reale’?

“Esatto. Una donna che vive, si muove, lavora, ride, parla. Mangia. Una che non perde troppo tempo a costruirsi il look e che per questo sceglie la semplicità. Immagino che i miei vestiti la accompagnino in tutto questo, danzando intorno al suo corpo e facendola sentire comoda, unica e rilassata. Una donna che non è necessariamente giovane o magra o alta o atletica, ma che è semplicemente se stessa e che racconta un po’ di sè attraverso i miei vestiti”.
Una moda alla portata di tutte: forse è proprio questa la scommessa del ‘lusso sostenibile’. Il non sentirsi mai fuori moda, fuori misura, fuori luogo ma prendersi il lusso di essere ‘semplicemente’ se stesse. Ben vestite, oltretutto.

Rita Barbieri