Non solo “barba & capelli”. Tre hair salon a Firenze dove la musica – dal jazz al rock – accompagna il taglio.
Se non fosse per phon, forbici e spazzole, Rasoi Hair Jazz di Firenze, in Via Ghibellina, potrebbe ben sembrare una originale galleria d’arte. O per certi aspetti, una bottega di vintage interior.
Se non fosse per i flaconi di shampoo e i lavatesta con poltrona – che hanno anche una bella linea – The Final Cut, di fronte al Mercato di Sant’Ambrogio, potrebbe passare per un bel negozio di vinili. Zeppo com’è di richiami al mondo del rock e con chitarre elettriche appese qua e là.
E ancora, se non fosse per rasoi e utensili da barbiere e le poltrone da salone di una volta, la musica calda e avvolgente che prende per mano una volta varcata la soglia di Blues Barber, in Via Cimabue – e a Firenze ci sono altre due sedi – farebbe correre il rischio di dimenticare la ragione per la quale si è entrati: farsi la barba o i capelli. La musica: già, la musica. Quella che da ContestaRockHair, in Borgo La Croce (anche in questo caso, ci sono altre sedi a Firenze e altrove, perfino a Shanghai), fanno partire non appena aperto il salone, ancor prima di accendere le luci.
E la stessa che da The Final Cut, Daniele Cusumano e Valentina Martone desiderano sia la bella musica: che può significare anche un pezzo “tosto”, dei Black Sabbath, degli Ac/Dc o dei Pink Floyd. Visto che il nome del salone, The Final Cut, nella chiara allusione al taglio, è anche un bellissimo album del gruppo inglese dei Pink Floyd e in definitiva un tributo al grande rock, riflesso di sogni e desideri di tante generazioni di giovani (e non solo), che si può anche ascoltare – perché no – per rilassarsi, durante uno shampoo e un taglio di capelli.
La verità è che a Firenze, e presumibilmente non solo qui, gli hair salon, perlomeno alcuni, sono in stretto rapporto con la musica.
È stata infatti la musica, e soprattutto il teatro, ad aver suggerito a Fabio Velotti, tempo addietro, il nome Rasoi Hair Jazz per il suo salone. Galeotto il primo laboratorio teatrale fatto, in occasione del quale scoprì, rimanendone folgorato, lo spettacolo teatrale Rasoi di Mario Martone e Toni Servillo, con testi di Enzo Moscato. Spettacolo che, come un nume tutelare, sembra vegliare sul salone, da una locandina autografata affissa sul muro.
Come un sipario teatrale, su cui sono impresse tante storie quanti sono gli spettacoli e le opere che esso ha visto rappresentati, Rasoi Hair Jazz è un libro di ricordi, foto, dipinti, ognuno dei quali racconta una storia.
È la multidisciplinarietà di Fabio Velotti, che non è raro vedere impegnato, durante una pausa, a suonare la tromba, con alle spalle la parete tappezzata di CD musicali.
La stessa varietà creativa, pur declinata in modo diverso, si ritrova da ContestaRockHair. Motore della linfa creativa che circola negli hair salon CRH, è Annalisa Maione, manager del brand ma ancor prima artista e graphic designer, che sovraintende a tutti gli eventi organizzati e alle mostre d’arte, spesso accompagnate da musica live.
Quella che si ascolta da CRH non si sa da dove provenga e non è un caso; visto che, al salone di Borgo La Croce, è diffusa dai grandi specchi per mezzo di un impianto molto particolare installato in fase di progettazione dello spazio. Ciò fa sì che la musica, diffusa multidirezionalmente, venga percepita in modo uguale all’interno del locale.
Grazie a questa innovazione, la musica diventa parte integrante del luogo, un elemento naturale quasi come l’aria.
Se da CRH è la musica a guidare, in una sorta di danza, i movimenti dei membri della crew nell’eseguire il taglio, da Blues Barber, solida roccaforte della mascolinità (non essendo un salone unisex), il taglio che sta ritornando di moda, a sentire Stefano Orlando manager del salone, è quello classico, tutto pettine e forbici.
E non è un caso, perché l’idea di fondo di Blues Barber, fin dalla sua nascita per mano di Valerio Imperiale, era sì quella di aprire una barberia all’italiana, che funzionasse anche da luogo di socializzazione – valore che non ha smarrito anche oggi – ma nutrita da ingredienti diversi: dal suo bagaglio professionale acquisito durante le esperienze all’estero e soprattutto dalla musica: nera afroamericana, blues, funk, soul. Questi sono ancora i generi che, insieme a lozioni, vetrinette anni Venti e panni caldi, alimentano la dimensione emotiva in cui è sospeso il salone.
Un viaggio, lo stesso che hanno fatto i suoi arredi, realizzati in Inghilterra, trasferiti negli Stati Uniti negli anni Cinquanta e poi arrivati a Firenze – non prima di essere stati utilizzati sul set di Boardwalk Empire – L’impero del crimine – della durata di un taglio e di uno shampoo, che possono essere l’occasione per scoprire o riscoprire un mondo emozionale, quello della musica, della “bella” musica, che talvolta non si conosce o si dà per scontata.
E che invece esiste, anche tra le pareti di un hair salon.