Blues Barber Shop: curiamo ogni tipo di barba

Il Blues Barber Shop, la prima barberia di Firenze, ha aperto ormai un anno fa. Un negozio specializzato in rasatura del viso, restyling di barbe e acconciature classiche da uomo.

Blues_barber_4Difficile non aver ancora sentito parlare di loro: i “ragazzi di Blues Barber”, la prima barberia di Firenze. Questi acconciatori di doppie punte sotto il naso e di pelurie indomite sul mento hanno aperto, ormai un anno fa, il primo negozio specializzato in rasatura del viso, restyling di barbe e acconciature classiche da uomo.
Essendo anch’io munito di “peli superflui” sono stato uno dei primi avventori del saloon l’estate scorsa. Mi accolse una ragazza che mi fece accomodare nell’attesa che tornasse Valerio, il primo barbiere, uscito in pausa pranzo. I ferri del mestiere lui li conosce bene: forbici e rasoi sono in mano alla sua famiglia da tre generazioni, da quando il nonno aprì il primo parrucchiere per soli uomini a Marsala per poi emigrare negli Stati Uniti ad esercitare la propria professione lontano dal fascismo.
A distanza di un anno la situazione è ben diversa: alle undici di mattina di un martedì feriale le tre postazioni sono al completo, cinque persone sono a sedere e aspettano sfogliando riviste da moderni rockabillies, muovono le gambe accavallate al ritmo di un blues di New Orleans, studiano i quadri appesi che propongono tagli dai nomi quali “scumbag booglie”, “razor fade”, “quiff”. Acconciature da Mods, Bikers, Boogie monsters… da ragazzi che si vestivano bene ma si comportavano male.
Il telefono squilla di continuo; le prenotazioni arrivano dal Val d’Arno, da Pistoia, persino da Grosseto. In questo clima affollato però, non riesco a scorgere nemmeno un volto frustrato dalla lunga attesa. I clienti entrano, domandano quando ci sarà posto e Angelo, il sorridente addetto alle pubbliche relazioni, non è sempre in grado di dare una risposta. Poco male, questi si siedono e aspettano. Blues_barber_3
È il mio turno, nonché la mia occasione per parlare con Valerio, la mente e il braccio che sta dietro a tutto. Ho solo 15 minuti per parlare con lui, il tempo di una rasatura alla siciliana (rasatura in cui viene prima applicato un panno caldo sul volto per preparare la pelle al rasoio).
La prima domanda che gli faccio è qual è il motivo del loro successo. La risposta è molto semplice: il barbiere, nella tradizione italiana, non rappresenta unicamente un negozio in cui ci si prende cura del proprio aspetto, bensì un luogo di incontro, di convivialità, di leggerezza. Dal barbiere si parla di donne, di politica, di calcio. Negli anni l’abitudine a radersi da un professionista è andata perdendosi, ma non è andata persa la voglia di ritagliarsi un po’ di tempo per prendersi cura di se stessi e scambiare due battute con altri avventori. Ecco dunque spiegata l’atmosfera rilassata intorno a me.
Valerio racconta che ci sono clienti che, se hanno un appuntamento alle cinque del pomeriggio, arrivano alle tre, per passare il tempo in compagnia e rilassarsi ascoltando buona musica. Questo è il secondo argomento che affrontiamo: è impossibile non fare caso alla sapiente selezione musicale di Rock n’Roll e Blues che fa da sottofondo. Mi viene spiegato che negli anni ’30 in America, il periodo a cui è ispirato il negozio, all’interno delle botteghe dei barbieri si trovavano spesso afroamericani relegati all’unica mansione di lucidare le scarpe e che questi spesso cantavano motivi blues accompagnando il loro lavoro. La cosa prese piede e si formarono i primi “Blues Barber Quartet”, piccole orchestre di quattro elementi che si esibivano dai barbieri.
La mia barba è fatta, i baffi sistemati, Valerio mi saluta dandomi un’esclusiva:
da ottobre il negozio si sposta, si amplia in una nuova location vicino a Piazza Beccaria, si organizzeranno concertini e verranno invitati “guest barbers” da tutto il mondo. Bravi, “i ragazzi di Blues Barber”.
Julian Biondi
*** English version ***
Blues_barber_2I’m sure you’ve heard about the “Blues Barber’s Boys” before, the first barber shop in Florence. About a year ago, these guys opened the first specialised shop in face shaving and beards’ restyling. I was one of their first clients last summer. When I went there, a girl welcomed me and asked me to take a seat while waiting for Valerio, the first barber, who was out on lunch break. He very well knows the trade, his family has been in the business for three generations.
A year has passed and the situation now is much different: at 11.00 am on a Tuesday morning the shop is full: three people being shaved and five more waiting for their turns, while listening to some New Orleans blues and reading magazines. The phone keeps ringing, there are people calling from Val D’Arno, Pistoia, even Grosseto. In this busy situation, I can’t spot a single annoyed face. Everyone is patiently waiting.
It’s my turn, and my occasion to ask Valerio a few questions. I only have 15 minutes, the time for a Sicilian style shave (it’s when they put a hot towel on your face to prepare the skin). The first thing I ask is the reason of their success. The answer is simple: the barber shop, in the Italian tradition, isn’t just the place where you get shaved. It’s a meeting point, a convivial space, where you can talk about women, football, politics. That’s why the atmosphere is so relaxed. Valerio tells me that some clients, even if they are booked at five, Blues_barber_5arrive round three, just to spend some time and relax while listening to good music. This is our second topic: the great Rock’n’roll and Blues music selection. He explains that in America back in the ’30s, afroamericans were allowed in barber shops only to polish shoes, and they were often singing some Blues motifs. That’s when the first “blues barber quartets” started: four elements orchestras performing at barber shops.
I’m done, Valerio says good bye to me and give me a scoop: in October the shop will move to a new location near Piazza Beccaria, gigs will be organized and “guest barbers” from all over the world will be invited.
Good on you, lads.