Inaugurata Casa Rider a Firenze: un rifugio per i ciclofattorini

Inaugurazione Casa Rider - immagine web

Uno spazio di comunità per i ciclofattorini: un luogo di supporto, formazione e socialità per chi lavora nel food delivery e nella logistica urbana.

Un lavoro precario e usurante: il mestiere del rider

Il lavoro del ciclofattorino, o “rider”, ha origini antiche, ma ha conosciuto un vero e proprio boom negli ultimi anni con la diffusione delle piattaforme digitali di food delivery. Apparentemente flessibile, questo impiego nasconde molte criticità: orari imprevedibili, compensi bassi e l’assenza di tutele assicurative e previdenziali. I rischi sono molteplici: incidenti stradali, danni ai mezzi di trasporto e spese di manutenzione a carico dei lavoratori stessi. Se un rider si trova con la bicicletta rotta, spesso deve provvedere da solo alla riparazione, senza alcun supporto da parte delle aziende per cui lavora.

Inoltre, il fatto di muoversi in bicicletta espone questi lavoratori a pericoli che chi guida un’auto non deve affrontare, senza contare le condizioni meteorologiche avverse che rendono il mestiere ancora più logorante. Un altro nodo critico è la questione assicurativa: in caso di incidente, chi risponde dei danni? Troppo spesso, i rider si trovano a dover fronteggiare da soli le conseguenze di sinistri che avvengono mentre sono in servizio.

Casa Rider: un punto di riferimento per i ciclofattorini

A Firenze, in via Palmieri 11R, è stata inaugurata ieri Casa Rider, la prima struttura in Italia interamente dedicata ai lavoratori del food delivery. Il progetto, promosso dalla Cgil insieme a L’Altrodiritto, Cat, Oxfam e Nosotras, offre uno spazio sicuro dove i ciclofattorini possono riposarsi, ricaricare i propri dispositivi e ricevere informazioni e supporto legale e fiscale. La sede, di proprietà comunale, è stata assegnata alla Cgil dopo anni di lotte per il riconoscimento dei diritti di questi lavoratori.

Casa Rider Firenze – immagine web

Uno spazio di accoglienza e solidarietà

Casa Rider risponde a una necessità concreta: i rider trascorrono intere giornate in strada, esposti al freddo, alla pioggia e al caldo torrido, aspettando una consegna pagata pochi euro. Qui possono trovare ristoro, bere un bicchiere d’acqua, confrontarsi con i colleghi e discutere sulle condizioni di lavoro. Inoltre, lo spazio offre una ciclo-officina per le riparazioni, servizi di orientamento e formazione e un punto di ascolto per chi, spesso proveniente da contesti migratori, si trova in una situazione di vulnerabilità.

Un progetto che nasce dalla cittadinanza attiva

L’inaugurazione è il frutto di mesi di mobilitazione, eventi di autofinanziamento e una campagna di crowdfunding promossa da Produzioni dal Basso che ha raccolto oltre 23mila euro grazie al contributo di più di 200 donatori. I lavori di ristrutturazione sono stati curati dallo studio Architettura M, con il supporto di volontari e artisti che hanno donato opere per rendere lo spazio più accogliente (Katone e James Vega della Street Level Gallery hanno realizzato graffiti, rispettivamente sul bandone della sede e su una tela.

All’interno degli spazi si possono inoltre ammirare i disegni di Vignettisti per la Costituzione e le fotografie di Giorgia Calvanelli, che ha documentato gli scioperi dei rider.)

Inaugurazione Casa Rider Firenze – immagine web

Un modello da replicare

Presenti all’inaugurazione, la sindaca di Firenze Sara Funaro e il segretario generale della Cgil Firenze, Bernardo Marasco, hanno sottolineato l’importanza di Casa Rider come modello di inclusione e tutela del lavoro. “È un segnale forte a livello nazionale sul fronte dei diritti dei lavoratori”, ha dichiarato la sindaca, ribadendo l’impegno della città nella lotta contro la precarietà lavorativa. Anche la segreteria nazionale della Cgil ha elogiato l’iniziativa, evidenziando la necessità di estendere progetti simili ad altre città italiane per garantire dignità e diritti a chi ogni giorno pedala per le strade garantendo un servizio essenziale.

Con Casa Rider, Firenze lancia un messaggio chiaro: nessun lavoratore deve essere lasciato solo. Questo spazio rappresenta non solo un punto di ristoro, ma un vero e proprio simbolo di resistenza e solidarietà, un passo avanti nella battaglia per un lavoro più giusto e dignitoso.

In copertina: inaugurazione Casa Rider Firenze – immagine web