Save Sammezzano è il movimento civico creato per salvare l’eclettico Castello di Sammezzano chiuso da oltre trent’anni. Un’architettura che fonde oriente, occidente ed esoterismo, da cui ne consegue una bellezza ineccepibile che oggi va riconosciuta e protetta.
Il Castello di Sammezzano: un gioiello chiuso da trent’anni
Immerso nel verde, al centro del suo parco composto da 180 ettari che ospita il più alto numero di sequoie secolari d’Italia, il Castello di Sammezzano risulta oggi in decadenza e inutilizzato. Da trent’anni ne è vietato l’accesso: nessuna visita, nessun restauro. Perché? Le ipotesi sono varie ma nessuna è ben chiara. L’unica cosa certa è che quaranta anni fa la struttura fu gestita da privati che vendettero il Castello ad una società per costruire un albergo lussuoso che fallì nel 1990. Da quell’anno le cose diventano meno chiare con vari scambi di proprietà, tra cui una società inglese che progettava di trasformarlo in un resort di lusso con appartamenti, un hotel, una spa, campi da tennis e golf. Poco dopo la società fu dichiarata insolvente e il Castello fu messo all’asta.
Una storia come tante che rientra nella speculazione edilizia che viene fatta da anni sul territorio fiorentino e regionale. Una speculazione che vede gioielli del nostro Paese in mano a società di stranieri che con capitali dubbia provenienza, acquistano, smantellano, riedificano, per poi abbandonare strutture del nostro patrimonio culturale. (Di questo ne ha già palato l’inchiesta “Svenditalia” di Report e di cui ne avevamo fatto una sintesi in un nostro articolo qui). Architetture e strutture che non hanno solo un valore monetario ma un valore storico, impareggiabile e ineguagliabile.
Da circa dieci anni, il comitato FPXA, che si occupa di promuovere la figura del Marchese Ferdiando Panciatichi Ximenes d’Aragon organizzando delle visite guidate due volte l’anno, ha sospeso tutte le attività. Il Castello “gioiello” è oggi chiuso, in stato di usura e decadenza abbandonato a se stesso.
Save Sammezzano: l’iniziativa per salvare il Castello
Per questo il movimento Save Sammezzano ha deciso di aderire al concorso “I luoghi del cuore” FAI, al quale il Castello è stato candidato spontaneamente quest’anno dopo aver vinto l’edizione 2016. “Una seconda vittoria sarebbe un evento mai verificatasi prima d’ora, che può contribuire a spostare ancora una volta i riflettori su Sammezzano, perché non venga lasciato a consumarsi nelle ceneri dei suoi antichi splendori”- sostiene il movimento.
Per contribuire alla vittoria del concorso e riportare il Castello al suo vecchio splendore basta votare il Castello di Sammezzano come “Luogo del cuore” cliccando a questo link accedendo tramite Facebook o registrandosi al sito FAI. Per spargere la voce potete poi condividere il link taggando il profilo IG o FB @savesammazzano o utilizzando l’hashtag #savesammezzano.
Storia di un castello unico ma abbandonato
Situato a Leccio nel comune di Regello in provincia di Firenze, il Castello fu ideato dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona: politico, botanico, imprenditore, intellettuale nonché proprietario e uomo geniale. Nonostante la sua architettura eclettica, l’intero progetto venne disegnato senza che il marchese abbia viaggiato: tutte le sale del castello che richiamano alla mente architetture moresche, indiane, bizantine, ogni stucco, ogni simbolo e ogni volta, furono ideate basandosi esclusivamente su libri di architettura e di narrativa orientale. A queste pareti e a questi decori vennero affidati simbolismi massonici ed esoterici che parlano ancora oggi dell’Italia della seconda metà dell’Ottocento e del marchese che decise di trovare qui il proprio esilio.