Festival dei Popoli 2023

Festival dei Popoli 2023

Torna la rassegna di cinema documentario più antica d’Europa. scoprite il programma della 64° edizione, a Firenze dal 4 al 12 novembre con ben 124 proiezioni!

Il racconto in presa diretta, urgente e definitivo, del confine ucraino in guerra in Eastern Front di Vitaly Mansky e Yevhen Titarenko; le voci della musica, quella rivoluzionaria di Joan Baez con le sue battaglie personali e professionali in I Am a Noise di Karen O’Connor, Miri Navasky & Maeve O’Boyle, e quella iconoclasta di Pete Doherty, alla ricerca di una redenzione artistica in Stranger in My Own Skin di Katia deVidas. Sette decenni di cinema con Liv Ullmann nel biopic a lei dedicato A Road Less Travelled di Dheeraj Akolkar, e tre masterclass in sala, con maestri del cinema d’autore tra documentario e finzione come il portoghese Pedro Costa, di cui sarà mostrata in sala l’intera filmografia, e l’austriaco Ulrich Seidl – che presenta in prima nazionale il suo ultimo lavoro, lucido e senza scampo, Wicked Games: Rimini Sparta – ma anche Tatiana Huezo, regista messicana premiata all’ultima Berlinale per il Miglior documentario con El eco, anche questo a Firenze in prima italiana. Ancora: il dialogo tra generazioni di donne in Grandmother’s Footsteps di Lola Peploe (con l’ultima apparizione sullo schermo di Bernardo Bertolucci), attrice, regista e nipote di Clotilde Brewster Peploe, pittrice che visse a Firenze;  il magnifico viaggio al Polo sud di Luc Jacquet in Antarctica Calling (regista premio Oscar con La marcia dei pinguini) e, a 20 anni dalla scomparsa, il ritratto del medico che per primo identificò la SARS in Carlo Urbani. Ho fatto dei miei sogni la mia vita di Riccardo De Angelis e Romeo Marconi. Ma anche, attesissimo, il grande fotografo e regista Anton Corbijn per la prima nazionale di Squaring the Circle (The Story of Hipgnosis) sulle copertine iconiche dei dischi di Pink Floyd, Led Zeppelin e altri. Sono questi alcuni protagonisti tra i 124 film della 64° edizione del Festival dei Popoli, il festival internazionale di cinema documentario più antico in Europa, che si svolgerà a Firenze dal 4 al 12 novembre. Le location come sempre coinvolgono più cinema della città, scopritele nel programma.

La manifestazione – presieduta da Vittorio Iervese, per la direzione artistica di Alessandro Stellino e quella organizzativa di Claudia Maci – presenterà il meglio del cinema documentario mondiale in un programma ricco e accompagnato da numerosi ospiti internazionali e nazionali.

Il programma e le novità.

Il festival sarà inaugurato sabato 4 novembre dalla prima nazionale di I Am a Noise, un ritratto intimo e schietto di Joan Baez, leggendaria cantante e attivista americana che racconta una lunga esperienza di vita e carriera come paladina dei diritti ma anche le lotte interiori e le vicende personali a lungo celate, nel contesto di un’epoca unica, al fianco di Bob Dylan, Martin Luther King, Bill e Hillary Clinton e altri, in un ritratto intenso ed emozionale. Il primo giorno si svolge interamente al cinema La Compagnia: si parte con la sezione “Diamonds are Forever”, dedicata all’archivio del festival, con il corto Popsicles di Gloria Camiruaga (ore 15) e il cult WR – I misteri dell’organismo di Dusan Makavejev del 1971 (da cui proviene l’immagine del manifesto di questa edizione), un’esilarante commedia politica e oltraggiosa che invoca l’utopia di una nuova razza di rivoluzionari internazionali, generata dall’incrocio tra le ideologie radicali proprie dell’est Europa, la controcultura statunitense e il radicalismo politico-sessuale del primo Wilhelm Reich. A seguire, Pianoforte di Jakub Piątek (ore 16.30), ambientato a Varsavia dove giovani talenti competono allo stremo in una delle più prestigiose competizioni pianistiche del mondo. Infine Grandmother’s Footsteps di Lola Peploe, primo tra i “Doc Highlights” della manifestazione, un racconto della straordinaria vita di Clotilde Brewster Peploe (1915 – 1997) nata a Firenze (nella villa di San Francesco di Paola) e vissuta tra la Grecia e il capoluogo toscano (ore 18.30). 

Il programma prevede come di consueto diverse sezioni tematiche. Oltre alle opere del Concorso Internazionale e del Concorso Italiano, il festival presenta una selezione proveniente dall’archivio storico del festival, Diamonds Are Forever. Continua il focus sulle sfide ambientali in Habitat, tema sempre più urgente nell’attualità, come i film e i laboratori di Popoli for Kids and Teens per il pubblico più giovane e per le famiglie. I titoli per il grande pubblico sono proposti come eventi speciali nella sezione Doc Highlights, protagonisti i grandi nomi del cinema contemporaneo, e in Let the Music Play, la sezione dedicata al documentario musicale. Uno sguardo alle nuove generazioni in Doc At Work – Future Campus, con i corti di giovani registi e registe provenienti dalle scuole di cinema di tutta Europa.

Il Concorso Internazionale presenta 18 titoli in prima italiana e internazionale (lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi) per la giuria composta dalla regista Nataša Urban (Serbia), dalla produttrice Alice Lemaire (Belgio) e dal curatore e distributore Johannes Klein (Germania) che assegnerà i seguenti premi: Premio al Miglior Lungometraggio; Premio al Miglior Mediometraggio; Premio al Miglior Cortometraggio e la Targa “Gian Paolo Paoli” al Miglior Film Antropologico.

Concorso italiano.

Nei nove giorni di festival, il meglio della produzione italiana del 2023, viene rappresentata nel Concorso Italiano con 7 documentari che raccontano il paese nelle sue dinamiche interne e nelle sue relazioni con l’esterno, tra sud e nord, centro e periferia, componendo un ritratto emotivo e politico tra il personale e il collettivo. Si parte con la prima nazionale di Dalla parte sbagliata di Luca Miniero (5/11): il racconto di uno dei più gravi incidenti stradali avvenuti in Italia – quello del 26 aprile 1983 nella galleria del Melarancio vicino Firenze – dove persero la vita undici tredicenni, quelli seduti nella parte sinistra del bus, fatalmente sbagliata. In programma poi Vista mare di Julia Gutweniger e Florian Kofler (6/11), uno sguardo poetico e surrealista dentro la “sala macchine” del turismo di massa del nord Adriatico, tra Lignano, Jesolo e Riccione. A 20 anni dal conflitto nell’ex Jugoslavia, un percorso nei traumi della memoria è al centro di Souvenirs of War di Georg Zeller (7/11). Sono invece le storie dei richiedenti asilo ad essere raccontate in Agàpe di Velania A. Mesay (8/11): quando tutto viene a mancare, l’ultima fiammella a spegnersi è l’amore o la speranza di poterlo trovare.

Sullo sfondo delle montagne del Cilento, assistiamo alla storia raccontata da Vanina Lappa in Nessun posto al mondo dove, dopo decenni di transumanze, un pastore non può più portare i suoi animali sulla ‘montagna sacra’ del suo territorio (9/11). Sting Like a Bee di Leone Balduzzi racconta di un gruppo di ragazzi con la passione per le Ape Piaggio, quella che accomuna i giovani della Valle del Trigno, alla ricerca di un posto nel mondo e nel film della loro vita (10/11). Infine, a chiudere le proiezioni della competizione nazionale, Toxicily di François-Xavier Destors e Alfonso Pinto che a settant’anni dall’arrivo delle prime raffinerie, esplora un territorio che sembra essere stato abbandonato a sé stesso e all’inquinamento, all’ombra della splendida Siracusa e di uno dei più grandi complessi petrolchimici d’Europa (11/11). La giuria del concorso italiano è composta dalla distributrice e produttrice Raffaella Pontarelli; dalla regista, produttrice e sceneggiatrice Micol Roubini e dal distributore Pietro Liberati, che assegnerà il Premio al Miglior documentario italiano.

Omaggio a Pedro Costa.

Al portoghese Pedro Costa, tra i registi più radicali e innovativi degli ultimi trent’anni e autore di un cinema evocativo ma fortemente aderente al reale, sarà dedicato un omaggio completo della sua filmografia: a Blood (6/11) e Bones (7/11), film cruciale nel percorso di avvicinamento del regista alle vite degli abitanti del quartiere baraccopoli di Fointainhas a Lisbona, seguiranno Down to Earth (7/11), In Vanda’s Room (8/11) e Where Does Your Hidden Smile Lie (8/11). Poi Colossal Youth (9/11) che presenterà all’Istituto Francese (storica la collaborazione tra i due enti), Change Nothing (9/11), Horse Money (10/11), il corto The Daughters of Fire e infine Vitalina Varela (11/11), con il quale ha vinto il Pardo d’oro al Locarno Film Festival nel 2019. Il regista incontrerà il pubblico durante una masterclass sabato 11 novembre alle ore 11 presso il cinema La Compagnia a ingresso libero. L’iniziativa è realizzata col sostegno dell’Ambasciata del Portogallo a Roma e del Camões – Instituto da Cooperação e da Língua, I. P. 

Omaggio a Tatiana Huezo.

La regista salvadoregna ma residente in Messico Tatiana Huezo, tra le più importanti voci emergenti del cinema internazionale dell’ultimo decennio, da quindici anni racconta con passione l’anima profonda di un paese segnato da ferite e contraddizioni. Un cinema narrativo e lirico, politicamente consapevole e dal forte impianto cinematografico. A lei il festival dedica una retrospettiva dei suoi lavori, la prima in Italia: la regista incontrerà il pubblico in occasione di una masterclass martedì 7 novembre alle 11.30 presso lo Spazio Alfieri (ingresso libero). Dopo essere tornata nel proprio paese per El lugar más pequeno del 2011 (in sala il 7/11), si è poi affermata con il capolavoro Tempestad (2016), doloroso viaggio nella memoria e nei luoghi delle donne scomparse nello Yucatan messicano (7/11). Il successivo Prayers for the Stolen (2021) è un sensibile e tormentato romanzo di formazione in cui alcune ragazze vivono la loro giovinezza tra gioie e paure, in un contesto sociale e comunitario segnato dalla violenza dei tanti rapimenti a opera dei cartelli criminali (6/11). Il suo ultimo lavoro, El eco del 2023 ritrae i bambini di un villaggio isolato negli altopiani messicani, dove questi si prendono cura dei loro anziani (5/11). 

Let The Music Play.

Dopo la prima nazionale di I Am a Noise di Miri Navasky, Maeve O’Boyle, Karen O’Connor (2023),ritratto emozionale di Joan Baez, che riporta tra i ricordi cantati con voce e chitarra, il festival presenta Squaring the Circle (The Story of Hipgnosis), ultimo lavoro di Anton Corbjin (7/11), presente in sala per introdurre il film, nonché nome tutelare del documentario musicale e fotografo per artisti come gli U2 e Depeche Mode. Il film racconta di come siano nate le idee delle copertine più iconiche della storia del rock – come il prisma di “The Dark Side of the Moon” o il design lisergico di “House of the Holy” dei Led Zeppelin – chiamando a rassegna i pareri di amici e colleghi, da Paul McCartney a Peter Gabriel, Roger Waters e Robert Plant. In prima mondiale arriva poi Kissing Gorbaciov di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife (10/11), viaggio di andata e ritorno dal 1988, quando da Melpignano, nel Salento, partì il tour che squarciò la cortina di ferro tra Occidente e Urss, a suon di rock e punk, con le testimonianze dei protagonisti, tra cui anche i CCCP – Fedeli alla Linea riuniti insieme per l’occasione del loro quarantennale, e materiali d’archivio mai visti prima.

Ancora, in anteprima assoluta, ANTI-POP di Jacopo Farina (8/11) su Cosmo, il racconto di un giovane che è uscito dalla provincia di Ivrea per abbracciare la musica come strumento di affermazione e salvezza. In anteprima nazionale anche il film-ritratto su Pete Doherty, ex frontman di Libertines e Babyshambles: Stranger in My Own Skin di Katia deVidas (12/11) è frutto di oltre 200 ore di materiali realizzati nell’arco di un decennio dalla sua compagna, regista e musicista. Gli abissi della dipendenza all’apice della sua popolarità, tra vita vissuta al massimo, backstage e concerti memorabili in un documentario arricchito dalla presenza, tra gli altri, di Mick Jones dei Clash e dalla compianta Amy Winehouse. Pete Doherty sarà ospite del festival a Firenze, e si esibirà in uno showcase live dopo la proiezione del film, nella giornata di chiusura del festival (domenica 12 novembre). Dal rock alla musica classica: Pianoforte del regista polacco Jakub Piątek (4/11) è un documentario coinvolgente sui partecipanti al famoso Concorso Pianistico Internazionale Chopin, che ogni cinque anni si svolge a Varsavia, la cui durezza si scontra con la vita, quotidiana e intima, dei partecipanti da tutto il mondo. Infine, la difficile ricerca del successo anche in Caiti Blues di Justine Harbonnier (9/11), viaggio personale nella speranza e oltre le difficoltà attraverso la creazione e la musica.

Doc Highlights.

Film speciali e firme d’autore nella sezione Doc Highlights. In esclusiva, al festival arriva Wicked Games: Rimini Sparta di Ulrich Seidl (5/11), sul desiderio inappagato e le sconfitte esistenziali di due fratelli: l’ex star crooner Richie Bravo vive in una Rimini invernale e decadente, mentre il tormentato Ewald ricomincia da capo in un angolo remoto della Romania. Il regista austriaco sarà protagonista di una masterclass, aperta al pubblico, nella giornata di lunedì 6 novembre, alle ore 10 al cinema La Compagnia (ingresso libero; iniziativa realizzata con il contributo del Forum Austriaco di Cultura).

Tra gli altri film in programma, Who I Am Not di Tünde Skovrán (7/11), che dà voce al due per cento della popolazione mondiale, a lungo ignorato e per lo più silenzioso: la comunità intersessuale. Grandmother’s Footsteps di Lola Peploe (4/11), con la voce di Charlotte Rampling e l’ultima apparizione sullo schermo di Bernardo Bertolucci, è un racconto autobiografico di un’artista, la regista, che riallaccia il filo del dialogo con sua nonna Cloclo, pittrice di paesaggi, nomade estetica e spirito libero, all’alba del suo divenire madre. Nel documentario coraggioso e senza filtri Kokomo City (11/11), la regista D. Smith racconta quattro sex worker transgender nere tra Atlanta e New York, capaci di abbattere senza vergogna i muri della loro professione. Riporta al fatidico 24 febbraio 2022 Eastern Front di Vitaly Mansky e Yevhen Titarenko (9/11), giorno in cui cominciò l’offensiva russa in Ucraina, e Yevhen con i suoi amici si unì volontariamente al battaglione di pronto soccorso in prima linea. Questo film rivela le esperienze di un gruppo di giovani uomini in sei mesi pieni di drammi, disperazione, paura, odio, amarezza, amore e, soprattutto, del loro rapporto con gli affetti, che faticosamente conservano. Intenso e sensibile, invece, il film Liv Ullmann – A Road Less Travelled di Dheeraj Akolkar (6/11), biopic dedicata all’attrice scandinava che sarà ospite nei giorni del festival: a raccontarla anche alcune star di Hollywood come Cate Blanchett, Jessica Chastain, John Lithgow, Jeremy Irons, Sam Waterston e Pernilla August.

Dopo La marcia dei pinguini, si ritorna al Polo sud con il regista Luc Jacquet in Antarctica Calling (8/11): lo accompagneremo nel suo viaggio dalla Patagonia al Polo Sud, percorso affascinante e ipnotico per gli esploratori. Dal gelo al calore, precisamente a Napoli, città di cultura e creatività, ma anche di caos e di abbandono criminale, con Posso entrare! An Ode to Naples di Trudie Styler (7/11), che con il suo sguardo di straniera appassionata della città ha raccolto la sfida di narrarne i contrasti – con interviste, tra gli altri, all’attore Francesco Di Leva e allo scrittore Roberto Saviano. E dalla vita fisica a quella digitale, in Break the Game di Jane M. Wagner (10/11), dove la streamer di “Legend of Zelda” Narcissa Wright infrange i record mondiali e trova l’amore, fuori e dentro i livelli del videogame. Infine, vite eccezionali: Galileo (R)evolution – Il Cammino della Scienza di Carlo Borean (5/11) conduce sulle tracce del celebre scienziato, in un dialogo oltre lo spazio e il tempo, coniugando la lezione di Galileo e quella delle nuove generazioni di scienziati che dedicano una vita a servizio del nostro progresso; e poi Bene! Vita di Carmelo, la macchina attoriale di Samuele Rossi (con Filippo Timi) dedicato a Carmelo Bene, iconoclasta e geniale, scandaloso e ambiguo, genio creativo del ‘900 italiano, sempre rimasto fedele ad un unico grande imperativo: essere fino in fondo l’arte alla quale aveva scelto di consacrarsi – il teatro. 

Habitat.

Continua il focus sull’ambiente, tema urgente e non più rimandabile nelle agende politiche e sociali di tutto il mondo. Dalla lente di osservazione sul riscaldamento climatico, la sezione quest’anno pone attenzione anche alla visione della sostenibilità globale, alle condizioni di salute e alle relazioni sociali che nell’ambiente si plasmano. A cominciare da Carlo Urbani. Ho fatto dei miei sogni la mia vita di Riccardo De Angelis e Romeo Marconi (9/11) realizzato con il contributo di Medici Senza Frontiere: a 20 anni dalla sua scomparsa, toccante ritratto del medico che identificò per primo la Sars, la “polmonite atipica” al centro dell’epidemia esplosa tra il 2002 e il 2003, fatale per lui stesso. In prima linea per la giustizia ambientale e i diritti delle minoranze, Twice Colonized di Lin Alluna  (11/11) indaga l’impegno della nota avvocatessa inuit Aaju Peter (nata nel 1960 in Groenlandia), impegnata in una lotta lunga una vita per i diritti del suo popolo, affrontando e superando anche i suoi traumi più personali. Dai gelidi panorami del nord fino al Bangladesh in Mighty Afrin: in the Time of Floods di Angelos Rallis (11/11) che ci porta nella desolata natura selvaggia delle isole di fango che stanno scomparendo lungo il potente fiume Brahmaputra, dove una dodicenne orfana di nome Afrin si trasforma in un’eroina della resilienza e dell’adattamento.

The Last Relic di Marianna Kaat (10/11) indaga, invece, sulle radici dell’invasione russa, in un documentario girato nell’arco di quattro anni a Ekaterinburg, luogo dell’assassinio dell’ultimo zar russo in cui i sogni di un potente impero continuano a vivere, e mentre l’opposizione cerca di resistere, la Russia di Putin marcia verso la guerra. Con Bottlemen di Nemanja Vojinović (9/11) si resta sul confine europeo, alla periferia di Belgrado, in Serbia, in una delle più grandi discariche d’Europa che si estende sui resti dell’antica civiltà di Vinča: qui i raccoglitori di bottiglie di plastica si guadagnano da vivere con fatica in un paesaggio tossico. Infine, Daughter of the Sun di Reber Dosky (9/11) racconta la storia delle ragazze yazide che, appena adolescenti, sono state rapite dai loro villaggi nelle montagne del Kurdistan dai combattenti dello Stato Islamico: convertite all’Islam con la forza, sono state vendute come schiave sessuali per i terroristi. Ora che le sopravvissute sono tornate in patria ci si chiede se riusciranno a ricominciare da capo.

Popoli for Kids and Teens.

L’iniziativa Popoli for Kids and Teens del Festival dei Popoli, dedicata ai film documentari e di animazione per il giovane pubblico, in un gioco di squadra con consolidate realtà locali e prestigiose istituzioni internazionali, mette in programma 27 film legati all’attualità, 7 laboratori didattici, un focus, incontri con registi ed eventi speciali per le scuole. Appuntamento a Firenze dal 5 al 12 novembre presso il PARC – Performing Arts Research Centre, il cinema La Compagnia e il Cinema Astra di Firenze, al Terminale Cinema di Prato e al Teatro Giotto di Vicchio.

Iniziativa realizzata con il contributo della Città Metropolitana di Firenze e di SeeNL, dell’Ambasciata e Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia nell’ambito di FuturoPresente*, Scuola Normale Superiore, in collaborazione con Unicoop Firenze, Comune di Prato, Parc, Fabbrica Europa, Fondazione Stensen, Cinefilante, L’Aleph, EchiVisivi, Change for Planet, Lanterne Magiche.

*Programma speciale in collaborazione con Performing Arts Fund NL, Dutch Foundation for Literature, Cultural Participation Fund, SeeNL.

Diamonds Are Forever.

La selezione di Diamonds Are Forever, più che mai eclettica e radicale, propone quest’anno un percorso di fiammeggianti riscoperte, dagli anni ‘50 a oggi, in risposta a un tema da mappare in tutte le sue possibili declinazioni: quello del rapporto tra corpo sessuato e potere. I titoli scelti sono 14 e oltre al già citato film di apertura merita particolare attenzione quello di chiusura, Orlando – My Political Biography di Paul B. Preciado, uno dei commentatori più puntuali delle politiche di genere. Gli altri titoli in programma sono Flaming Creatures di Jack Smith (1963); Blonde Cobra di Ken Jacobs (1963); Take Off di Gunvor Nelson (1972), Focii di Jeanette Iljon (1974), Double Labyrinthe di Maria Klonaris e Katerina Thomadaki (1975-76), A Phrenological Self-portrait di Marianne Heske (1976),  Doppelganger di Elaine Shemilt (1979), Syntagma di Valie Export (1983), Popsicles di Gloria Camiruaga (1984-86), Kamikaze Hearts di Juliet Bashore (1986), Filmarilyn di Paolo Gioli (1992) e SOS Extraterrestria di Mara Mattuschka (1993).

Doc at Work.

Proiezioni, presentazioni di progetti di documentari, incontri, workshop ed eventi di matchmaking per favorire nuove sinergie tra professionisti, registi consolidati, nuovi talenti e selezionatori di festival, produttori, distributori e altri attori del settore. In programma al 64° Festival dei Popoli, torna Doc at Work, la piattaforma professionale che ha l’obiettivo di promuovere l’incontro e la collaborazione tra professionisti del documentario, a livello italiano e internazionale, appartenenti a generazioni diverse. Doc at Work si compone di Doc at Work – Future Campus, sezione dedicata a giovani registi e registe provenienti dalle principali scuole di cinema europee, e di Doc at Work – Industry, piattaforma che accoglie progetti cinematografici italiani in varie fasi, dallo sviluppo al montaggio.

In particolar modo, in questo decimo anniversario, è quest’ultima sezione a tornare rinnovata nella sua struttura, con l’obiettivo di valorizzare i talenti della scena documentaristica italiana, che negli ultimi anni ha assunto una sempre maggiore rilevanza artistica nel panorama nazionale e internazionale. Doc at Work – Industry si compone di tre sezioni: PROXIMA è la sezione dedicata ai film italiani in fase di montaggio e post-produzione, un’occasione per scoprire il cinema documentario italiano dell’immediato futuro e presentarlo a rappresentanti di festival e professionisti internazionali; ci sarà poi l’ultima tappa di ITINERANZE DOC, percorso formativo, realizzato in collaborazione con altri 5 festival italiani (Bellaria Film Festival, IsReal, SoleLuna Doc, PerSo, FrontDoc), che ha accompagnato i progetti selezionati lungo le principali fasi di sviluppo fino al pitch finale che si terrà a Firenze; infine, TOSCANA DOC, un’iniziativa volta a dare spazio al cinema documentario toscano attraverso la collaborazione con CNA Cinema & Audiovisivo Firenze. Tra i professionisti ospiti dell’evento: Pierre-Alexis Chevit (Cannes Docs), Mads Mikkelsen (CPH:DOX), Marko Grba Singh (BelDocs), Mickael Gaspar (DocLisboa), Jasmin Basic (Visions du Réel), Sara Ferrazza (RAI Cinema), Fabrizio Zappi (RAI Documentari), Fabio Mancini (RAI Documentari), Eleonora Savi (Fandango), Katerina Malecková (Filmotor). 

I lavori in working in progress competono per il Premio SudTitles “Il cinema per tutti”: SudTitles Palermo opera dal 2011 per la promozione della cultura cinematografica, realizzando vari servizi tra cui sottotitoli, sottotitoli per non udenti e audiodescrizioni per non vedenti. Il premio offre all’opera vincitrice la realizzazione dell’audio descrizione del film e il caricamento sull’app SudTitles. 

Doc at Work è un’iniziativa realizzata in collaborazione con SeeNL, Ambasciata e Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia nell’ambito di FuturoPresente, MAD – Murate Art District e CNA Cinema & Audiovisivo Firenze.

Altri premi.

Alla 64° edizione saranno inoltre consegnati i seguenti riconoscimenti: Premio distribuzione in home video “POPOLI Doc”, la casa di distribuzione CG Entertainment offre al film italiano vincitore l’opportunità di essere pubblicato nella collana home video “POPOLI Doc – La collana del Festival dei Popoli” distribuita su tutto il territorio nazionale; Premio distribuzione on demand CG Digital per il Miglior Film Europeo della sezione Habitat, CG Entertainment (www.cgentertainment.it) offre al film europeo vincitore l’opportunità di essere distribuito on demand sulla piattaforma cgdigital.it; Premio “Diritti Umani” – Amnesty International Italia, conferito appunto da Amnesty International Italia  assegnato a uno dei film della selezione ufficiale del Festival dei Popoli; il Premio distribuzione in sala “Imperdibili” assegnato dallo staff del cinema La Compagnia: il film vincitore verrà tenuto in programmazione al cinema per un periodo da concordare con la produzione/distribuzione; il Premio distribuzione in sala “Il Cinemino” che meglio saprà incarnare lo spirito “cinemino”: impegno, valore sociale e linguisticamente innovativo. Il film vincitore verrà tenuto in programmazione nell’omonima sala di Milano; il Premio AMC, dall’Associazione Montaggio Cinematografico e Televisivo a un documentario del Concorso Italiano; il Premio del pubblico, espresso dal pubblico in sala durante il festival tramite proprie votazione con preferenze sui film presentati nel Concorso Internazionale e nel Concorso Italiano.

Biglietti: 50 euro abbonamento completo, 35 ridotto; 10 euro giornaliero (7 ridotto). Biglietti: pomeriggio 7 euro (5 ridotto); serale 7 euro (5 ridotto).

Il costo del biglietto del film PETER DOHERTY: STRANGER IN MY OWN SKIN seguito dal live set dell’artista è di 15 euro (fuori abbonamento).

La 64° edizione del Festival dei Popoli è realizzata con il contributo di Europa Creativa Media, MiC – Direzione Generale Cinema, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Sistema Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Fondazione CR Firenze e Publiacqua.

Il Festival dei Popoli fa parte dell’iniziativa “50 Giorni di Cinema a Firenze”. La “50 Giorni di Cinema a Firenze” è parte del Progetto Triennale Cinema, sostenuto dal Ministero del Turismo, dalle istituzioni locali e realizzato grazie al Protocollo d’Intesa tra Comune di Firenze, Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana, Fondazione CR Firenze, Camera di Commercio di Firenze. 

Cover photo: Kissing Gorbaciov/ CCCP ©Michele Lapini