Firenze, all’origine del gelato

L'origine del gelato è fiorentina

L’invenzione del gelato ha avuto origine nella città di Firenze. Tuttavia, scoprire quale sia stata la persona che, per prima, ha creato una tale bontà non è affatto immediato.

Secondo la versione più accreditata, sarebbe stato il celebre architetto Bernardo Buontalenti a creare il gelato, mentre operava alla corte di Caterina de’ Medici. Secondo un’altra versione, meno conosciuta rispetto a quella appena riportata, il merito di tale invenzione sarebbe da attribuire a tale Ruggeri, che di mestiere faceva il macellaio. Anche quest’ultimo, proprio come il Buontalenti, avrebbe messo a punto la sua opera mentre operava alla corte della famiglia dei Medici, il luogo prediletto, nell’ambito fiorentino, da geni e inventori, grazie alla possibilità di trovare quei mecenati che potevano garantir loro un lavoro e un adeguato compenso. Secondo la seconda leggenda, sarebbe stato proprio il Ruggeri ad aggiudicarsi il concorso indetto dalla regina per premiare il piatto più singolare, originale e creativo che si fosse mai visto nella città di Firenze.

Come riuscì ad aggiudicarsi il premio? Ruggeri decise di sfidare gli altri concorrenti perfezionando antichi metodi per favorire il raffreddamento di composte, un dolce di origine medievale, la cui base è costituita da frutta cotta o in uno sciroppo di zucchero oppure nel vino. Il risultato finale, cioè il “sorbetto”, piacque così tanto a tutta la signoria fiorentina che Caterina si persuase di portarsi il Ruggeri in Francia, nella convinzione di poter persuadere le abitudini culinarie francesi dal gusto unico e autentico, fra le altre cose, anche del sorbetto. Il macellaio di Firenze seguì quindi Caterina nel suo viaggio in terra francese, dove avrebbe poi sposato Enrico e sarebbe diventata regina di Francia. Fu proprio in occasione del ricevimento nuziale che Ruggeri meravigliò tutti gli invitati alla reggia di Versailles, grazie alla preparazione di una ricetta a base di “ghiaccio all’acqua inzuccherata e profumata”. I suoi sorbetti avevano le sembianze di vere e proprie sculture in miniatura: non finivano mai di stupire, tanto per la loro freschezza, quanto per la loro bellezza e per il gusto.

Tuttavia, il rapporto fra Ruggeri e la Francia non decollò mai. Ad un certo punto, stanco della vita di corte, per favorire il suo rientro in patria decise di rivelare la sua ricetta che fino a quel momento aveva tenuto segreta e che, nel giro di poche settimane, divenne ben presto di dominio pubblico.

Sembra però che sia stato un altro fiorentino a perfezionare una ricetta così già tanto amata.

Chi? Proprio Bernardo Buontalenti che, almeno secondo questa versione, avrebbe quindi da spartire i meriti con un suo compaesano. Come riuscì il Buontalenti a rielaborare la ricetta del Ruggeri? Aggiungendo un ingrediente: l’uovo. Il successo fu immediato, tanto che il Buontalenti pare che sia arrivato a costruire una macchina per produrre il gelato, la quale era formata da alcune pale fatte rotare grazie all’ausilio di una manovella e di un cilindro, all’interno del quale era inserito il ghiaccio. Il meccanismo aveva il compito di amalgamare i vari ingredienti utilizzati nella produzione del prodotto che, seppur con i mezzi conosciuti all’epoca, era a tutti gli effetti un gelato.

Dopo aver progettato la facciata di Santa Trinita, una grotta del Giardino di Boboli e il Forte Belvedere, fu così che Bernardo Buontalenti, lavorando l’opera di Ruggeri, creò quella squisita e raffinata bontà chiamata gelato che tutti oggi conosciamo, donando un ulteriore motivo al blasome della città di Firenze.,

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