Storia e mappa dei tabernacoli a Firenze

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Affisse ad edifici o agli incroci delle strade, le immagini sacre sono tantissime in città, ma vi siete mai chiesti quando sono apparse e qual era la loro funzione?

Racchiusi da cornici o tempietti in giro per Firenze, i tabernacoli sono un vero e proprio arredo urbano. Sicuramente di origini antiche e già presenti in epoca romana e poi nel Medioevo, questi apparvero maggiormente a Firenze nel XIII secolo quando le correnti eretiche si diffusero tra il popolo minacciando la fede cristiana. Ecco che per combatterle si affermò questa forma di architettura religiosa per le strade pubbliche cittadine. Successivamente durante la peste queste strutture acquisirono anche una funzione pratica perché – dotate di un altare – permettevano di praticare la funzione liturgica all’aperto.

Tabernacoli in terracotta, in ceramica ma anche stampe incorniciate ed affreschi iniziarono a popolare le vie fiorentine con funzione di devozione, dimostrazione di fede, protezione ma anche per rappresentare la potenza degli ordini religiosi, di conventi, di famiglie e casate che li commissionavano. Durante il Rinascimento i nobili si sfidavano per il tabernacolo più bello. Perché è di questo che in fondo si tratta: veri e propri capolavori a cielo aperto che in sé custodiscono avvenimenti della storia fiorentina. Ogni tabernacolo ci permette di conoscere aneddoti, leggende sulla città e anche la funzione di alcune aree e quartieri. Come ad esempio, il tabernacolo di via dei Malcontenti – uno dei primi a mensa e quindi adatto a celebrare la messa – o quello i via delle Stinche – di Giovanni da San Giovanni raffigurante il senatore Girolamo Novelli che paga il riscatto per un carcerato – ci ricordano che in questa zona era presente il carcere da cui i condannati partivano per il luogo dell’esecuzione. I tabernacoli li accompagnavano in questo percorso.

I tabernacoli in Oltrarno

Queste opere nascono avendo come destinatario il popolo stesso, diventarono quindi anche un punto di ritrovo e riferimento, un’immagine in cui le comunità si riconoscevano. Non sorprende che un quartiere che ne è particolarmente popolato è quello dell’Oltrarno, zona per eccellenza della comunità artigiana di Firenze. Ve ne indichiamo alcuni che potete trovare in questa zona della città.

All’angolo tra via del Leone e via della Chiesa si trova uno dei tabernacoli più famosi: quello della Madonna del Morbo. Questo è attribuito a Giottino ed è stato realizzato per celebrare la fine della peste nel 1348. Attualmente quello presente è una copia dell’originale che si trova agli Uffizi e celebra un momento felice della storia fiorentina.

Tra via dei Serragli e via Santa Monica spicca un’opera di Bicci di Lorenzo del Quattrocento rappresentante la Madonna con bambino – che tiene tra le mani un cuculo – tra i santi Girolamo e Paolo. La zona, infatti, in passato aveva il nome di Canto alla Cuculia perché i canti di questo animale si sentivano maggiormente in questa area popolata da tanti giardini.

In piazza San Felice è, invece, rappresentata l’Annunciazione: Maria mentre legge un libro è sorpresa dall’Arcangelo. Questa tematica si pensa sia stata raffigurata perché proprio nella Chiesa di San Felice ogni anno si teneva una rappresentazione teatrale dell’Annunciazione con tanto di macchinari scenici. Un omaggio, quindi, a questa bellissima tradizione. Basterà camminare guardandosi intorno per notare che questa zona è davvero ricca di tantissimi altri tabernacoli: come quello in via delle Caldaie che omaggia i Santi San Rocco e San Sebastiano – patroni degli appestati e dei malati – per la fine della pestilenza o quello in Via San Giovanni – rappresentante la Madonna che allatta – realizzato per ringraziare l’aiuto che l’Ospedale di Santa Lucia offriva ai pellegrini.

I tabernacoli di Sant’Ambrogio

A raccontarci tanto della storia dell’area in cui si trovano sono anche i tabernacoli nei pressi della Chiesa di Sant’Ambrogio. Sul lato destro della Chiesa è rappresentato il santo con una fortezza rossa ai piedi ad elogiare la comunità del quartiere che si occupava di produrre mattoni. Infatti, fu proprio la compagnia rionale a commissionare questa opera realizzata da Giovanni della Robbia in terracotta. Infine, sempre in questo quartiere, ultima tappa del percorso dei condannati a morte ed ultimo luogo racchiuso dalle mura era Borgo La Croce. Ecco che Cristo scende dalla Croce per le preghiere della Madonna nell’opera realizzata da Giuseppe Moriani nel 1714.

Quattro tabernacoli da non perdere

Uno dei tabernacoli più belli e caratteristici è sicuramente quello tra via Orsanmichele e via dell’Arte della Lana che precedentemente si trovava in via degli Speziali. Uno dei già grandi grazie alla sua struttura: un’edicola decorata con rilievi con tanto di nicchia, rappresenta la Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, sulle pareti laterali ci sono invece gli stemmi delle nobili famiglie fiorentine. Quest’opera di  Jacopo del Casentino è conosciuta come “Tabernacolo di Santa Maria della Tromba” per la sua precedente posizione in quello che era chiamato il vicolo della tromba in cui risiedevano i trombettieri della Repubblica Fiorentina. In questa via si dice avvenne un miracolo da parte di San Pietro Martire che con un gesto religioso fece scomparire un cavallo nero imbizzarrito, simbolo del diavolo.

Ospitato in una meravigliosa struttura è anche il tabernacolo commissionato dalla compagnia dei laici per la facciata dell’Oratorio di Santa Rosa. Ancora oggi sul torrino di Santa Rosa è possibile ammirare la Pietà con la Madonna e i santi Giovanni Evangelista e Maria Maddalena.

In via Ricasoli ad angolo con via dei Pucci, è presente un tabernacolo unico nel suo genere per la sua forma: all’interno di un arco sono presenti due nicchie con due affreschi rappresentanti la Madonna seduta in trono con il Bambino e i Santi San Giovanni Battista e San Zanobi. Questo è conosciuto come “tabernacolo delle cinque lampade” perché sono presenti cinque lampade ad olio davanti alle due nicchie che erano alimentate dalle offerte dei fedeli. La realizzazione è di Cosimo Rosselli.

Bellissimo per i suoi colori è il tabernacolo delle Fonticine in via Nazionale ad angolo con Via dell’Arieto realizzato da Giovanni della Robbia in Terracotta nel 1522. Così chiamato perché è presente un basamento in marmo al di sotto di esso con giochi d’acqua, rappresenta la Madonna in Trono col Bambino, San Giovannino e quattro santi, sovrastati da Dio Padre, lo Spirito Santo e angeli.

Infine, due vie sono sicuramente le protagoniste di questo itinerario, si trovano in due punti opposti della città e sapranno sorprendervi con tantissimi capolavori. Via della Scala – in pieno centro storico nei pressi di Santa Maria Novella – con i suoi tabernacoli riuscirà a raccontarvi delle famiglie che vivevano in questo quartiere come quella dei Latini, dei Rucellai e delle tante realtà religiose qui presenti. Poi Via Faenza nei pressi del Mercato Centrale in cui sorgeva in passato un monastero. Due zone di Firenze sicuramente suggestive in cui vi suggeriamo di fare una passeggiata.

In generale, scoprire dal punto di vista di questo itinerario inedito la città è davvero interessante, vi basterà girare con il naso all’insù e lasciarvi sorprendere. Vi sfidiamo a trovare tantissimi altri tabernacoli per le strade cittadine e a segnalarceli. Infine, per chi non ne ha abbastanza. Quando Firenze divenne capitale tanti edifici furono abbattuti per l’azione di riqualifica della città, molto dei tabernacoli furono conservati da Stefano Bardini, antiquario fiorentino che trasformò la sua attività commerciale in un museo: il Museo Bardini appunto. Qui è possibile ammirare alcuni dei tabernacoli più antichi, una forma d’arte che popola la città di Firenze e che vale la pena conoscere perché tanto ci racconta della sua storia.