Florence Must Act naviga l’Arno per richiedere condizioni di accoglienza dignitose per tutti. Un’azione dimostrativa in occasione dell’anniversario dell’accordo tra l’Unione Europea e la Turchia del 2016
Venerdì 18 Marzo 2022 verso le 13:30 un gommone rosso con una bandiera con la scritta “Europe Must Act // Accoglienza per tutti” e con a bordo quattro persone con salvagenti arancioni ha navigato per mezz’ora sotto Ponte Vecchio arrivando fino a Ponte Santa Trinita.
L’azione è stata organizzata da Florence Must Act, gruppo fiorentino del movimento europeo Europe Must Act, nato nel 2020 per chiedere ad istituzioni locali ed europee di garantire condizioni di accoglienza dignitose ed alternative ai campi in Grecia e lungo le frontiere esterne dell’UE.
Pur guardando con favore al progresso dimostrato dalla risposta forte e unita dell’Unione Europea al conflitto in Ucraina e ai milioni di profughi che questa sta generando, con quest’azione Florence Must Act ha voluto ricordare il sesto anniversario dell’accordo UE- Turchia del 2016. Con questo accordo (che sarebbe più corretto definire ‘dichiarazione’ vista la sua natura non vincolante) l’Unione Europea ha pagato la Turchia per bloccare la partenza di migranti che cercavano di raggiungere il territorio europeo per richiedere asilo a cui è seguito il progressivo sovraffollamento delle isole greche sulle quali sempre più persone sono state bloccate per anni in attesa che la loro domanda di asilo venisse esaminata.
Sei anni fa, l’accordo (peraltro informale) raggiunto tra l’UE e la Turchia (diventato poi modello per altri accordi simili, quali quello con la Libia) è divenuto simbolo di un’ Europa Fortezza che ha risposto all’arrivo di persone migranti ed in cerca di asilo verso il continente esternalizzando la gestione del fenomeno migratorio, chiudendo le proprie frontiere esterne e compromettendo quindi l’accesso al diritto di asilo in Europa.
Con un improvviso cambio di approccio, il 4 marzo 2022 i Paesi membri dell’Unione Europea hanno invece attivato all’unanimità la Direttiva sulla Protezione Temporanea che riconosce ai cittadini in fuga dal conflitto in Ucraina protezione e diritti in tutti gli Stati Membri per un massimo di tre anni. Tale Direttiva, risalente al 2001, non è mai stata applicata prima per offrire protezione e diritti a persone in fuga da conflitti come quello in Siria o in Afghanistan. L’Unione Europea ha questa volta dimostrato di avere la volontà e la capacità di rispondere a questa crisi con unità, solidarietà e umanità. I Paesi hanno mostrato che è possibile aprire i confini a persone in cerca di sicurezza e che una nuova narrazione sul tema può esistere.
Allegra Salvini, coordinatrice di Florence Must Act ha dichiarato: “Attraverso questa azione, i gruppi di Florence Must Act e Italy Must Act vogliono ricordare ad istituzioni locali, italiane ed europee l’universalità del diritto d’asilo. Ogni essere umano ha il diritto di raggiungere un altro Paese per chiedere protezione internazionale. Questo diritto deve essere applicato indiscriminatamente anche nella pratica.”
Cecilia Sanfelici, Coordinatrice per l’area dell’Egeo e della Grecia di Europe Must Act, ha dichiarato: “Le politiche migratorie della Fortezza Europa, quali l’accordo UE-Turchia, hanno avuto conseguenze disastrose sulla vita di richiedenti asilo e rifugiati. L’accordo ha portato alla congestione delle isole greche dell’Egeo e al sovraffollamento dei campi profughi caratterizzati da condizioni di vita insalubri, che hanno a loro volta causato incendi come quello che a settembre 2020 distrusse il campo di Moria a Lesbo. Un’Europa che accoglie, che non rinchiude i richiedenti asilo ai propri confini è possibile, è stato appena dimostrato.”
Con quest’azione Florence Must Act mostra come le città possono fare la differenza per dare un segnale di dissenso contro all’attuale gestione europea del fenomeno della migrazione, sempre affrontato in maniera emergenziale e non strutturale. L’alternativa proposta dal movimento Europe Must Act è quella di un’accoglienza che parta dal basso, dal livello locale, proponendo il ricollocamento di richiedenti asilo e rifugiati dai Paesi alle frontiere d’Europa verso città e comunità che si sono dichiarate pronte ad accogliere persone in cerca di protezione. Questa soluzione è diametralmente opposta invece alla tendenza di rinchiudere richiedenti asilo e rifugiati all’interno di grandi campi e strutture ai confini dell’Europa. Europe Must Act ha dunque lanciato la campagna #CitiesMustAct che invita la società civile di tutta Europa a mobilitarsi per chiedere che siano i singoli comuni a dichiararsi accoglienti e a fare pressione sulle istituzioni locali, nazionali ed europee per chiedere che la volontà e le buone pratiche di accoglienza delle città siano ascoltate.
In linea con quanto proposto dal movimento europeo, Italy Must Act ed i capitoli locali come Florence e Ravenna Must Act, collaborano con le amministrazioni comunali e con le altre realtà solidali presenti sul territorio italiano al fine di incoraggiare il ricorso a modelli di accoglienza diffusa, quali, ad esempio, il già esistente SAI (sistema di accoglienza e integrazione) che però resta ancora un modello che gli enti locali decidono volontariamente se applicare sul proprio territorio. In Italia gli ultimi dati mostrano che su 7.904 comuni italiani soltanto 633 hanno un SAI sul proprio territorio. Il SAI, che si contrappone ai cosiddetti CAS (centri di accoglienza straordinaria) molto più presenti in Italia, propone un modello di accoglienza che prevede misure di accompagnamento, supporto, orientamento della persona e che facilita l’integrazione nel tessuto locale territoriale. Uno degli obiettivi principali di IMA, infatti, è coinvolgere quanti più comuni possibili ad adottare una delibera ove tali istituzioni si dichiarino favorevoli all’accoglienza diffusa e si attivino in tal senso sul territorio di propria competenza.