I Flame Parade sono la band toscana composta da Marco Zampoli, Mattia Calosci, Letizia Bonchi e Niccolò Failli che potrete ascoltare giovedì 30 luglio durante la giornata inaugurale del Florence Folks Festival Tuscany Edition.
Quest’anno la “festa popolare urbana” de La Scena Muta si adatta al contesto che stiamo vivendo e dal 30 luglio al 2 agosto si trasferisce al Parco dell’Acciaiolo di Scandicci (ingresso libero all’area Festival, a pagamento nell’area concerti – prevendite su scandicciopencity.ticka.it – apertura area festival ore 19 – inizio concerti ore 21:30).
Per l’occasione abbiamo raggiunto il frontman dei Flame Parade per un’intervista, la band toscana si esibirà infatti questo giovedì in apertura al concerto di Giovanni Truppi.
Durante la nostra chiacchierata ci siamo soffermati a parlare dei brani del loro ultimo disco, del loro ultimo video uscito soltanto 3 giorni fa, e di tante altre belle cose. Marco Zampoli, voce e chitarra della band, risponde così alle nostre domande.
Siete un gruppo molto unito, come avete affrontato la pandemia? E come è stato il rientro in studio?
“Sì, vero, siamo molto, molto uniti. È bellissimo che questa cosa sia ben visibile agli occhi delle persone. Diciamo che l’intento del nostro progetto è proprio questo, dare un senso d’unione e di condivisione, un concetto per noi apolitico, sia ben chiaro, un modo tutto nostro di immaginare una gigantesca “parata”. Tornando alla domanda, devo ammettere che la prima parte del lockdown ci aveva un pò lasciato attoniti e senza fiato. Avevamo già iniziato un bellissimo tour, eravamo solo all’inizio e ci aspettavano tantissimi concerti in giro tra Italia ed Europa. Avevamo fatto tutto con molta attenzione, minuziosità e precisione e ci siamo trovati un grande muro davanti.
Siamo rimasti molto uniti anche se ovviamente a distanza e, con il passare dei giorni, l’aria è tornata finalmente. Siamo tornati positivi e ci siamo messi a lavoro nella progettazione del futuro. Ho trovato anche l’ispirazione per scrivere nuovi pezzi, chissà forse abbiamo già un nuovo disco dentro di noi”.
La settimana scorsa è uscito il nuovo video diretto da Pierfrancesco Bigazzi “Thunder Clap” registrato al Relaxo Studio, ci raccontate un po’ la sua genesi?
“Era da molto tempo che avevamo in mente di registrare una studio session di un singolo e Thunder Clap ci sembrava sin dall’inizio delle registrazioni dell’album la canzone giusta. Si tratta del primo brano scritto per quello che è diventato poi Cosmic Gathering, riassume l’idea di sound che volevamo raggiungere nell’intero lavoro.
Ci siamo impegnati anche per ottenere una fotografia un pò più “cinematografica” delle classiche studio session e Pierfrancesco, come sempre, è riuscito a decifrare e mettere in luce le nostre sensazioni”.
I brani che compongono “Cosmic Gathering” – disco uscito nel 2020 per Materiali Sonori – sono in grande armonia e omogeneità tra loro, come avete ideato e composto questo secondo album?
“Abbiamo lavorato da subito al concetto e all’universo che volevamo creare con questo lavoro. In linea di massima, il legante che rende omogeneo questo album è il cammino verso il raduno cosmico, un immaginario molto forte per noi. Un gigantesco deserto silenzioso dove le persone si ritrovano e si scambiano le proprie idee e conoscenze, dove tutti in qualche modo si arricchiscono interiormente. Spesso abbiamo necessità di fermarci un po’, di respirare, di pensare e meditare, di raccogliere energia. Pur nella tragedia, questa pandemia ci ha messo davanti a noi stessi e ci ha immobilizzato in qualche modo, rendendoci l’idea di cosa significa fare i conti con il proprio io. Abbiamo cercato di sonorizzare questo immaginario nelle dieci storie che raccontiamo ed il risultato è per noi molto soddisfacente.
A differenza del primo disco (A New Home) abbiamo lavorato diversamente anche in studio in fase di arrangiamento. È stato un lavoro più collettivo e abbiamo speso molto tempo nelle pre-produzioni con Leonardo Magnolfi che è stato co-produttore di Cosmic Gathering”.
L’uscita del disco ha preceduto di poco il lockdown dovuto al Covid e ore siete di nuovo in tour, com’è tornare davanti al pubblico e quali sensazioni provate suonando davanti ad un pubblico “distanziato”?
“È abbastanza spiazzante. L’ultimo live prima del lockdown è stato propio dagli amici de “La scena muta” al Buh, un concerto incredibile e sold out. Tornare adesso, con il pubblico seduto, fa un certo effetto. Questo ci ha portato però a rivisitare un po’ anche il nostro live e lavorare anche su una formazione più adeguata. Violino, violoncello e strumenti acustici”.
Uno dei brani di Cosmic Gathering è “Moon on Fire”, canzone che dà il titolo al cortometraggio ideato e scritto insieme a Pierfrancesco Bigazzi, e prodotto da Materiali Sonori Cinema, che ha ricevuto moltissimi riconoscimenti, ultimo dei quali il premio come Best Sci-Fi Western al Fantastic Film Festival di Barcellona. Come è stato girare un corto, ci volete raccontare il progetto?
“È stata un esperienza incredibile, un vero e proprio western ma con risvolti Sci-Fi e futuristici. L’idea di questo corto è partita come sempre da una chiacchierata con Pierfrancesco, un insieme di idee scritte su foglietti volanti, molto brain storming e da li a girare è passato molto poco. Pier ha messo su una vera e propria troupe cinematografica, sul set eravamo una ventina di persone tutte molto competenti in materia. Il brano Moon on Fire ha preso poi il titolo dal corto in realtà, prima era solo una bozza che però calzava a pennello con le atmosfere che Pier cercava nel corto, un vestito su misura cucito sul corto. Abbiamo ricevuto davvero molti consensi in Europa ma anche nel mondo e, come avete detto voi, siamo riusciti a vincere qualche prezioso premio. Non vediamo l’ora di poterlo rendere pubblico e valorizzare ancora una volta la sintonia che ci lega ad un artista incredibile come Pierfrancesco Bigazzi”.