Abbiamo incontrato Ricky Cardelli fondatore e componente dei FunkRimini e dei Capofortuna per una bella chiacchierata sui suoi mondi musicali.
Cantante, polistrumentista, dj e producer, Ricky sarà sul palco del Combo di Firenze sabato 6 aprile per una serata SupportYourLocal organizzata da Progeas Family. Per conoscerlo ancora meglio, lo abbiamo incontrato e lo abbiamo tempestato di domande.
Ma quanti strumenti suoni e quanti progetti segui?
Domandona! Non lo so neanch’io !! Di sicuro tutti quelli tipici di band Rock: chitarra, basso, batteria, tastiere.
Ho cominciato cantando verso gli otto anni con la band di famiglia, i Rangzen, che sono tutt’ora in attività e ho cominciato a “far suonare cose” verso i dodici anni, il primo strumento che ho imparato è stata l’armonica a bocca influenzato da grandi icone rock come Mick Jagger e Jim Morrison: sia gli Stones che i Doors hanno profondi radici blues, questo strumento ha catturato subito la mia attenzione, per la capacità di creare questi “lamenti”. Poco dopo mi sono innamorato dei Jethro Tull, dove lo strumento solista era il flauto traverso, rapito da queste sonorità a meta tra il folk, il rock e il jazz, ho cominciato a suonarlo cercando di riprodurre quei fraseggi.
Nella mia famiglia la chitarra è sempre stato lo strumento principale, mio padre, mio fratello, i miei cugini, sono tutti chitarristi! è stato abbastanza naturale cercare di raggiungerli ed entrare così in quella cerchia dove si suonava e si cantava sempre, si parlava spesso di canzoni, accordi, giri di basso, modelli di chitarre etc.. essendo il più piccolo in una famiglia di musicisti sono rimasto affascinato dal mondo rock and roll e della sua cultura, e dal fatto che la batteria dava delle botte così forti che ad ogni colpo di rullante mi si chiudevano le palpebre! Con i Rangzen è nato un percorso che è stata la nostra scuola di musica; tirare giù tante canzoni ad orecchio ha sviluppato, in me e in mio fratello, la capacità di armonizzare vocalmente e di comporre le nostre prime canzoni. Nei primi concerti, da bambini (1996/97) abbiamo imparato come si sta su un palco, come si cabla e come si monta. Poi è arrivato l’amore per i tasti bianchi e neri, e ho cominciato a suonare il piano, da autodidatta, come per tutto il resto. Il mio approccio alla musica è sempre stato istintivo e primordiale, con tutti i limiti tecnici che ne conseguono ma dandomi totale libertà espressiva. Tutto questo mi ha portato ad essere un divoratore di musica, di strumenti musicali e di tutto quello che ci gira intorno. Dopo anni di vari progetti adolescenziali, si è aperta una porta immensa il giorno che in casa nostra sono apparsi (grazie Franz!) due giradischi ed un mixer: avendo ormai il nostro piccolo studio e un armadio di dischi nei primi anni del 2000 abbiamo iniziato la nostra carriera da bedroom djs e abbiamo capito che il giradischi è potenzialmente uno strumento di alta espressione e ce ne siamo innamorati follemente. Grazie al Wadada, un piccolo locale in centro a Rimini, abbiamo conosciuto altri ragazzi che avevano questa passione e nel 2008 è nato FunkRimini che, prima di diventare una band nel 2016, per anni ha organizzato serate in riviera, riportando sul dancefloor quello che per noi era un sound dimenticato dalla maggior parte delle persone della nostra età.
Quando nel 2017 ho conosciuto Davide (Rame), ci siamo accorti che la passione per il rock era allo stesso livello di quella per il mondo della musica da DJ (una cosa che per molti è all’antitesi) e ci siamo voluti unire in Capofortuna per raccontare questa nuova visione.
Quali sono le tue influenze musicali?
Starei ore a parlare di gruppi musicali e djs di vario genere ma darò una risposta cronologica citandoti gli artisti che mi hanno spalancato nuovi mondi e con cui rompevo l’anima ai miei amici, obbligandoli ad ore di ascolti!
Dagli 8 ai 15 anni: Guns ‘n’ Roses, Iron Maiden, Steve Vai, Doors, Stones, Beatles, Genesis, Bowie, CSNY, Led Zeppelin, Kinks.
Dai 16 ai 19 anni: Primal Scream, The Beta Band, Gomez, My Bloody Valentine, Stone Roses, Os Mutantes, Underworld, Aphex Twin, Chemical Brothers, Air, Radiohead, Blur, Deus, Motorpsycho, Le People Du L’Herbe.
Dai 20 a 30 anni: Shuggie Otis, Gil Scott-Heron, Roy Ayers, George Clinton, George Duke, Bob Dylan (prima non mi piaceva!), Common, J-Dilla, Dam Funk, De La Soul, A Tribe Called Quest, poi Larry Levan, Ron Hardy e tanti altri! Ultimamente sono molto appassionato della prima Electro anni ’80 gruppi tipo Cybotron, Russel Brothers, o Aleems.
Parlaci dei FunkRimini e del loro stile musicale.
FunkRimini è il mostro a 10 braccia che è rinato dalle ceneri per dare un sound futuristico a tutte le nostre idee musicali e artistiche in generale, producendo oltre che le nostre canzoni, anche i video e le grafiche. Questo mostro è composto dai miei 4 fratelli: il primo, quello di biologico e con cui condivido un intesa unica e il palco da ormai 25 anni è Francesco “Crimson” Cardelli, uomo-macchina, bassista, chitarrista e ingegnere del suono, è la persona che si occupa di mixare tutte le nostre produzioni musicali, per noi un maestro. Un altro della famiglia senza cui FunkRimini non esisterebbe è Francesco “Kambo” Figliola, che è dentro il mondo del turntablism fin dagli inizi e non si separa mai dalla sua consolle, con lui abbiamo anche gestito un negozio di dischi, il Kaboom e preso in gestione il nostro locale di riferimento, il Wadada, dove per anni abbiamo organizzato eventi e concerti di ogni genere. Nel FunkRimini Sound è il portatore delle sonorità legate al reggae e l’hip-hop.
Il nostro beat è affidato al “piccolo” della famiglia, Edoardo “Oder” Monti, detto il Panda, uno dei pochi battesti elettronici di “finger drum” in Italia. Un vero amante delle session in studio, starebbe ore a produrre beat e a sovrapporre claps fino a trovare l’incastro giusto. Senza di lui FunkRimini non suonerebbe così grasso e cicciotto come piace a voi.
L’altro fratello con cui condivido il palco da molti anni è Enrico “Ciuck” Giannini, insieme abbiamo jammato in ogni angolo di questa penisola, a lui è affidata tutta la parte musicale di tastiere e sample vari, essendo anche un ottimo poli-strumentista.
In questo nucleo gravitiamo tutti per contribuire con le proprie capacità a creare questo suono, il FunkRimini sound, che è un mix di tutti i nostri ascolti.
E i Capofortuna?
Capofortuna è nato dopo l’incontro con Dj Rame. Insieme a lui ho trovato un nuovo modo di fare musica: mi ha aiutato molto ad asciugare il sound e a trovare l’idea migliore in tutto quello che di solito mettevo per creare una traccia. Spesso quando ascoltiamo i demo riesce ad individuare subito la potenzialità di una parte o di un suono. Con lui sono riuscito a dare vita a questo mondo dove l’essenzialità della musica da dancefloor si incontra con l’improvvisazione tipica di un concerto, in una terra di mezzo dove tutto è possibile, ballare e arricchirsi musicalmente. Spesso ci chiedono che genere facciamo, ma non esiste una parola che lo descriva, questo per noi è un complimento, perché mischiamo tutto senza compromessi e barriere, il più delle volte ci dicono che facciamo musica “suonata”. Nei nostri live possiamo fare un pezzo tirato in stile Chicago con la 707 e il basso acido e un assolo di chitarra tipo Jimi Hendrix!
Hai qualche ricordo legato a Firenze?
Moltissimi! Per molti anni è stata una città di riferimento per la musica, parte della mia famiglia è fiorentina e grazie a questa connessione ho avuto modo di assorbire tutte le tendenze musicali innovative che mi arrivavano tramite mio cugino Guido Masi (eclettico chitarrista dei Ragazzi Scimmia) in tempi in cui a Rimini era veramente difficile scoprire certi gruppi. Uno dei ricordi più belli è sicuramente legato alla “tre giorni” alle Cascine nel 2003, Guido e Francesco suonavano con la loro band di art-rock elettronico, i Delidoz, ed io, che all’epoca avevo 17 anni, ero il loro fan numero uno! Grazie a questo nucleo, che era composto, oltre che dai miei famigliari, da Massi Chiamenti (we miss you), Tommy Selvetti e Biga che insieme a Dre Love è stato il primo ad introdurmi al mondo dei giradischi e a farmi capire l’importanza della musica funk. Un ricordo molto bello è stato la prima volta che ho ascoltato i Tribe Called Quest, eravamo tutti chiusi in una macchina, il fumo usciva dai finestrini e Biga ci ha fatto sentire questa musica, per me nuova e potentissima. Con Dre Love abbiamo suonato per anni nei “White Niggaz” e i ricordi sono moltissimi. A Firenze ci sono state serate memorabili come quella al Bebop o le indimenticabili YES We Jam al Jazz Club organizzate da Francesco “Millelemmi” Morini, con cui spesso mi trovo a scrivere e fare musica. Un altro episodio fondamentale è stato quando nel 2016 abbiamo suonato alla seconda Beat Con organizzata dai ragazzi di FreshYo!, in quell’occasione è rinato il progetto FunkRimini come lo conosciamo oggi; è stato il nostro primo live ufficiale e ha dato il via per costruire questo nostro mondo di future funk elettronico live.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla serata di sabato 6 aprile?
A Firenze proponiamo uno show di due ore dove i due progetti si alterneranno sul palco per poi confluire in una mega jam finale. Nella parte iniziale suoneremo le canzoni più funky dall’ultimo disco di FunkRimini “Flowsane” senza tralasciare qualche “classico” del nostro repertorio e qualche sorpresa, poi entra in scena Dj Rame e parte il satellite house Capofortuna, molto acido e potente, suoneremo pezzi dal Ep “Crush on You” e dal nuovo disco “Rising Grace EP” che uscirà a Giugno sull’etichetta Cognitiva Records di Sofa Talk. Suoneremo la traccia “Ma Nu” uscita su Soul Clap Records nella compilation “Italo Funk”. Della parte finale non svelo niente se non che abbiamo anche pensato a fare un tributo ad un’artista italiano che amiamo molto e che ascoltiamo in maniera sistematica durante le nostre trasferte. Abbiamo composto il live come se fosse un dj set, i pezzi sono tutti mixati l’uno con l’altro per mantenere il groove costante e il dancefloor caldo.