Goran Bregović in concerto a Firenze

Goran Bregovic

Il celebre musicista di Sarajevo torna in tour in Italia e il 22 luglio si balla al ritmo dei Balcani in Piazza SS Annunziata.

“Dio non ci ha insegnato come convivere pacificamente, è una lezione che dobbiamo imparare da soli”. Goran Bregović così presentò il suo ultimo album del 2018, “Three Letters from Sarajevo”, un omaggio alla sua città. 

Dopo che il concerto previsto nel 2020 fu annullato per la pandemia, ecco che finalmente il pubblico fiorentino potrà riabbracciare l’artista balcanico che varie volte si è esibito nella nostra regione! L’appuntamento per sentirlo eseguire dal vivo a Firenze è il 22 luglio in occasione del MusArt Festival (piazza SS Annunziata; biglietti: 28,75 € – 51,75 €; ore 21:15).

Nato in Bosnia da padre croato e madre serba è il classico esempio del multiculturalismo che ha caratterizzato la Jugoslavia. Nei secoli, questa regione è stata l’unica nella storia dell’umanità a vedere una frontiera diretta tra Cattolici, Ortodossi, Ebrei e Musulmani, sviluppando una cultura meticcia unica che i nazionalismi etnici hanno poi provato a negare. Nonostante la guerra civile nel 1991 ha smembrato la vivace ma delicata repubblica federale, che per 50 anni ha tenuto insieme gli “slavi del sud”, questa radice culturale unica non è stata cancellata. La musica e le sonorità di Bregović nascono da questa tradizione.

Goran Bregovic in concerto. Foto: ©Alex Daniel Turcu
Goran Bregović in concerto. Foto: © Alex Daniel Turcu (da Facebook)

Oggi è consacrato a livello internazionale come eroe dell’etno-music per la composizione di colonne sonore di film di successo come “Underground” “Il tempo dei gitani” – vincitore della Palma d’Oro a Cannes -di Emil Kusturica e “Tran de vie” di Radu Mihăileanu. Il suo estro è la capacità di “rubare” i ritmi della musica zigana e popolare slava rivisitandoli in chiave moderna con venature folk ed elettriche.

Dopo ben 30 colonne sonore e 19 album solisti, collaborazioni prestigiose da Iggy Pop ad Asaf Avidan, con l’ultimo disco l’artista bosniaco ha messo in primo piano il tema della convivenza tra religioni diverse. Lo ha rappresentato attraverso l’incedere voluttuoso degli arrangiamenti corposi, ricchi e maestosi per testi che trasudano di pathos, sofferenza, riconciliazione e fallimenti. Si tratta di un’opera concettuale, un concerto per tre violini solisti accompagnato dalla sua mitica Wedding and Funeral Orchestra. 

Lo spettacolo Goran Bregović from Sarajevo segna il ritorno dell’artista nella città bosniaca dopo una lunga assenza con l’esilio forzato in Francia. Cominciato proprio con lo scoppio delle guerre nei Balcani e l’assedio dal 1992 al 1995. Bregović non ha mai smesso di sentirsi figlio di quella Sarajevo capitale per eccellenza del multiculturalismo e di quella Jugoslavia che nella storia europea rappresenta un esperimento di convivenza unico.

Così la sua musica unisce culture, con le radici in questo paese dove l’odio etnico ha diviso e prodotto la più grande tragedia moderna nel cuore d’Europa.