Venerdì 9 dicembre i Niagara al Combo per FELINE FUNK con il loro nuovo album Hyperocean.
Un pianeta sommerso abitato da innumerevoli forme di vita, una polifonia di suoni elettronici armonizzata dall’acqua e dalle percussioni, questo il concept di Hyperocean, l’ultimo album dei Niagara, formazione torinese dalla lunga storia musicale che ha suonato live al Combo, Venerdì 9 dicembre, in occasione di FELINE FUNK. Gabriele Ottino e Davide Tomat, accompagnati ormai stabilmente dal batterista Paolo Scapazzoni, hanno suonato assieme per anni prima di formare, come side project, i Niagara (Monotreme Records), prendendo il nome dal famoso film con Marilyn Monroe ambientato sulle possenti cascate nordamericane.
Ascoltare i Niagara è un’esperienza multisensoriale che permette, grazie al suono, ai visual di Stefano Maccarelli proiettati ai concerti o ai video interattivi sul web, girati in 360°, di planare sulle immense distese d’acqua del pianeta Hyperocean. La simbiosi tra elemento visivo e sonoro nella musica del gruppo non è diversa dal perfetto ecosistema dell’immaginario pianeta sommerso, dove l’acqua, la terra e il cielo si amalgamano in uno spazio unico nel quale fluttuano fantastiche forme di vita. Legare video e musica: «È un campo di indagine fondamentale per Niagara. Tutto è iniziato dal campionare parti della colonna sonora dell’omonimo film del 1953 diretto da Henry Hathaway ed è continuato curando personalmente la maggior parte dei nostri videoclip. Abbiamo cercato di creare e di consolidare l’immaginario sonoro dando forma e colore alla nostra visione. Si sta ora spostando verso derive virtuali per amplificare il più possibile la visione invitando il nostro pubblico a immergersi all’interno dell’universo multiforme che è la nostra musica».
L’acqua che permea, si insinua in ogni nota e, trascendendo la musica, prende forma attraverso l’arte visiva digitale è la cifra poetica di Hyperocean. «L’elemento acqua è stato fondamentale fin dal principio del progetto (come indica lo stesso nome Niagara). Nel caso di Hyperocean abbiamo semplicemente deciso di immergerci in una sorta di brodo primordiale nel quale e dal quale tutto ha avuto origine. Ogni brano del disco è stato scritto in questo luogo. Poi, assieme a Cy Tone, abbiamo dato una vita virtuale all’Iperoceano utilizzando Terragen, un software per generare landscape e attraverso telecamere virtuali abbiamo effettuato lo shooting del videoclip».
Una produzione musicale completa e compiuta, svolta nelle due città europee che sono il cuore elettronico del continente: Torino, dove il gruppo ha lo studio Superbudda, e Berlino. Realtà urbane piene di stimoli che hanno influenzato il lavoro dei Niagara: «Queste due città sono dentro i nostri due ultimi dischi. Molte immagini e scelte produttive hanno preso forma vivendo entrambe le città. Don’t take it personally, l’album precedente, è pieno di suggestioni che abbiamo vissuto nelle notti berlinesi, immagini che sono diventate mondi e testi, girando per la città di notte ascoltando in cuffia le sessioni di registrazione appena fatte. Nei confronti di Berlino forse ci sentiamo un po’ osservatori esterni, ma a pensarci bene anche con Torino abbiamo questo rapporto. Non saprei spiegare perché ma in un certo senso non mi sento veramente a casa in nessuna di queste due città. Forse è questo l’elemento che ha influenzato i dischi dei Niagara: il sentirsi e non sentirsi a casa, quindi la necessità di creare un altro pianeta, magari ricoperto di sola acqua».
Il 9 dicembre ci siamo immersi nell’Iperoceano di suoni e visioni dei Niagara, in cerca di un altro pianeta da esplorare con i nostri sensi e i nostri corpi, prima che l’alba ci riporti sulla Terra in attesa di un nuovo album del gruppo e di un altro, nuovo mondo da visitare..
Testo di Niccolò Brighella
Foto di Niagara