I dolci pasquali tipici toscani

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In Toscana la Pasqua è sinonimo del rito dello Scoppio del Carro nella piazza del Duomo a Firenze, delle rievocazioni della Passione come per esempio quelle di Chianciano Terme, di Pienza e di Grassina ma, soprattutto, la Pasqua in Toscana è sinonimo di dolci pasquali tradizionali che, ancora oggi non possono mancare sulle tavole dei toscani durante la Settimana Santa.Il ceremito e la sportella.

1 – Il ceremito e la sportella.

Questi dolci tipici dell’Isola d’Elba, più precisamente di Rio dell’Elba, sono considerati simboli della Pasqua sull’Isola, ma anche simboli dell’amore. Secondo la tradizione, infatti, questi dolci venivano preparati dai giovani del posto che se li scambiavano per dichiarare i propri sentimenti. La mattina della Domenica delle Palme il ragazzo faceva consegnare alla ragazza che gli piaceva il ceremito in un paniere pieno di fiori e, se la ragazza ricambiava l’interesse, il giorno di Pasqua, offriva al giovane una sportella infiocchettata. I due pani elbani sono caratterizzati dalle loro forme che alludono ai genitali maschili e femminili. Il ceremito, infatti, ha una forma allungata e intrecciata, mentre la sportella ha una forma arrotondata a ciambella.

Entrambi i dolci si ottengono da un impasto a base di farina e uova ma, mentre il ceremito viene arricchito con olio di oliva, lievito, zucchero o miele, noci, semi di anice, sale, pepe e scorza di arancia, per la sportella all’impasto base vengono aggiunti latte, burro, zucchero, semi di anice, lievito e scorza di limone.

2 – I quaresimali

I quaresimali sono biscotti a forma di lettera dell’alfabeto e sono diffusi soprattutto tra Firenze e Prato. Realizzati nel periodo della Quaresima, la storia più famosa legata alla loro origine li fa risalire al XIX secolo per mano delle monache di un convento situato tra Firenze e Prato. Secondo la storia, la scelta della loro forma, sembrerebbe associata all’intenzione di onorare le parole del Vangelo e, per rispettare il digiuno quaresimale, non contengono burro. I quaresimali, sono biscotti realizzati con ingredienti semplici: farina, zucchero, cacao, chiare d’uovo e scorza d’arancio candita.

i quaresimali sono i biscotti fiorentini che si mangiano durante la Pasqua

3 – La schiacciata di Pasqua alla livornese.

La schiacciata alla livornese, chiamata anche con il nome di “stiacciata”, è un dolce tipico della cucina contadina toscana, soprattutto delle zone del senese, che prende il suo nome dal fatto che per realizzarla venivano “schiacciate” tante uova. In alcuni paesi della provincia di Siena, c’è ancora l’usanza di praticare delle linee sulla superficie della schiacciata, che partono dal centro e vanno verso l’esterno, e che compongono il Sole Raggiante di San Bernardino. Questo dolce, preparato nel periodo che va dalla Quaresima alla Pentecoste, è ottimo anche accompagnata con la cioccolata delle uova di Pasqua, con un bicchiere di Vin Santo o con il salame e vino Chianti. La ricetta tradizionale prevede come ingredienti farina, zucchero, uova, strutto, succo e buccia grattugiata d’arancia, limone, semi di anice e lievito.

4 – I corolli senesi

I corolli sono delle ciambelle pasquali cotte al forno che i bambini mangiavano attraverso un gioco chiamato “il Gioco del Corollo”. Questa ciambella, infatti, veniva legata al collo con un filo di lana grossa o con un nastro e i bambini dovevano cercare di mangiarla mordicchiandola piano piano per non rompere il buco e vinceva chi riusciva a stare con il corollo al collo per il più tempo possibile, senza rompere il buco e senza farlo cadere a terra. Probabilmente il corollo si otteneva dagli avanzi dell’impasto della schiacciata di Pasqua, in quanto i loro impasti sono molto simili. Nei corolli l’ingrediente principale è l’anice stellato e, anche loro, sono ottimi accompagnati ad un bel bicchiere di Vin Santo.

Questi sono solo alcuni dei più famosi, ogni zona ne ha uno, come in Garfagnana la Pasimata una torta povera dalla lunga lievitazione, e ancora la torta di riso massese cotta al forno e per la quale servono quasi una dozzina di uova. Insomma la varietà non manca basta solamente provarle e scoprirle tutte.

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