Il Muro della Gentilezza: l’unico muro nato per unire

Muro della Gentilezza a Firenze © La Nazione

Un muro meraviglioso dove lasciare abiti, scarpe, cappotti a chi ne ha più bisogno: a Firenze arriva il “Wall of Kindness” grazie al comitato Social Street Bellariva

Arriva anche a Firenze, in piazza Alberti, un muro splendido, fatto di gentilezza, solidarietà e storie; un muro dove è possibile lasciare abiti, scarpe, cappotti, donati a chi ne ha più bisogno… il motto è proprio questo: “prendi se hai bisogno, dona se puoi farne a meno”.

Ogni sabato e domenica dalle 10.30 alle 18 è possibile recarsi vicino al cavalcavia e alla sede del Quartiere 2, in via Lorenzo di Credi, per lasciare gli indumenti che si desidera donare, che saranno appesi o riposti in apposite scatole dai volontari. Ormai attivo da qualche mese, sono state molte le persone in difficoltà che si sono recate al “wall of kindness” a prendere gli indumenti per ripararsi dal freddo invernale, lasciando anche bigliettini di ringraziamento per i loro donatori anonimi.

Finalmente parliamo di un muro che non divide, ma di un muro meraviglioso da fotografare e condividere, una parete di tutti, fatta e resa magnifica della comunità fiorentina.

Come nasce il muro della gentilezza?

Il muro della gentilezza compare per la prima volta in Iran, a Mashhad, una città di 2,5 milioni di abitanti, dove purtroppo i senzatetto sono moltissimi. In centro, un anonimo ha attaccato spontaneamente a un muro alcuni suoi indumenti; un piccolo gesto che ha smosso gran parte della popolazione iraniana contro un governo incapace di far fronte alla povertà. Da quel momento, grazie anche al web, il muro della gentilezza si è diffuso in tutto il mondo, dal Pakistan, alla Svezia, dalla Giordania all’India.

Anche l’Italia non è rimasta indifferente all’iniziativa: da nord a sud, i muri della gentilezza sono apparsi in Emilia Romagna, a Latina, a Catania, a Parma, a Palermo, a Monza, a Borgo san Lorenzo e a Cerrento Sannita.

A Firenze, l’artefice di questa idea è stato il comitato Social Street Bellariva, che ha “preso esempio” dagli amici del Social Street di Bologna.

Il muro viene portato avanti da poche regole per tenerlo in uno stato ordinato e gradevole e, soprattutto, da azioni ed emozioni condivise, quelle della solidarietà e della gentilezza, che quasi spaventano per la loro bellezza e semplicità. In un mondo spesso capeggiato dall’individualismo e dalla paura del prossimo, finalmente un muro colmo di speranza e ottimismo per il futuro.