La band toscana dei Bnkr44 torna a Sanremo e stavolta lo farà da protagonista. Intervista ai componenti della band.
“Future is unwritten” era la celebre frase di Joe Strummer, qui invece il limite è il cielo, soprattutto quando sei underground. Non si tratta soltanto di un modo di dire: i Bnkr44 sono veramente nati in un seminterrato di Villanova, minuscola frazione del comune di Empoli, immersa nel torpore della campagna toscana, che evoca le parole di Francesco Guccini di Canzone quasi d’amore («e sai dove comincia / la grazia o il tedio a morte del vivere in provincia»). La letargica Villanova non è che lo specchio di tanti altri luoghi invisibili della penisola, nei quali ogni giorno i ragazzi cercano di realizzare i propri sogni, esorcizzando lo sconforto e la sfiducia nel futuro caratteristici della loro generazione.
Il collettivo, formato da sette membri (Erin, Piccolo, Faster, JxN, Caph, Fares e Ghera, che fa loro da manager), è ufficialmente nato il 04/04/19, anche se il seminterrato per fare musica – chiamato appunto Bnkr o Bunker – rappresentava già da diversi anni un luogo di aggregazione e di interazione per molti ragazzi del circondario. Tuttora, nonostante il successo nazionale ottenuto dal gruppo, non ha smarrito la sua identità. I giovani delle zone circostanti continuano ad incontrarsi al bunker per cineforum, ascolti collettivi di album, mostre artistiche ed esibizioni, o anche semplicemente per bersi una birra e parlare del più e del meno. Più che un luogo, è una disposizione dell’animo.
Anche i Bnkr44 continuano a ritornare nello studio per produrre e registrare i propri brani, ritrovando, nella sua intimità e familiarità, l’ispirazione per i nuovi progetti. I primi demo pubblicati sulla piattaforma Soundcloud, i cosiddetti “44.exe”, nascevano in seguito a estenuanti sessioni della durata di uno o due giorni, durante le quali il bunker diventava una vera e propria fucina elaborativa. Le grafiche, gli shooting, lo styling, tutto veniva fatto dai ragazzi che frequentavano l’ambiente. La maggior parte dei brani nata da queste sessioni è confluita nell’album d’esordio con l’etichetta discografica Bomba Dischi, 44.Deluxe (2020), un vero e proprio Best of ad inizio carriera.
Lo hanno seguito Farsi male a noi va bene (2021) e Fuoristrada (2023). I Bnkr44 si sono fattI notare in tutta Italia grazie alle partecipazioni al Mi Ami Festival e al Jova Beach Party, ai featuring con artisti di grande calibro (Elisa, Madame, Ghali) e alla cover di Charlie fa Surf con Sethu nella scorsa edizione del Festival di Sanremo. Adesso, dopo aver vinto Sanremo Giovani, sono diventati loro i concorrenti. In occasione dell’imminente inizio del Festival, gli rivolgiamo qualche domanda sulle origini della band e sull’inedito che hanno scelto di portare.
Sono passati quasi cinque anni dalla nascita del collettivo. Ricordi le prime registrazioni, il primo live? Che effetto fa paragonarli al recente traguardo?
[Erin] Sono davvero passati quasi cinque anni, anche se sembra molto meno perché, per un motivo o per un altro, siamo sempre stati pieni di cose da fare. Ormai ricordo vagamente le prime registrazioni al bunker, soprattutto quelle dei ragazzi che lo frequentavano solo alla nascita dello studio, mentre ricordo bene il momento in cui abbiamo deciso di registrare le prime demo insieme, sfidandoci a creare un EP in due giorni. Il primo live dove ci siamo esibiti tutti insieme, quello del 2019 all’Ottobit Art Lab [un locale di Empoli, n.d.r.], è stato incredibile.
Mi sembrava assurdo che così tante persone fossero venute a vedere il concerto di un gruppo che ancora non era nemmeno un gruppo e che si stava esibendo in modo così amatoriale. Fa un bell’effetto pensare a tutta la strada che abbiamo fatto da quel momento e al fatto che adesso, forse, siamo in grado di cantare e suonare davanti a milioni di spettatori, quando quattro anni fa ero terrorizzato all’idea di dovermi esibire davanti a venti persone. Sarò sempre grato di aver vissuto così tante esperienze straordinarie, sicuramente nessuno si aspettava di arrivare fino a qua.
La Toscana è decisamente fuori dai radar della musica urban contemporanea. Credi che non aver fatto parte della triade Milano-Roma-Napoli abbia reso la vostra emersione più difficile? Com’è stato entrare in contatto con le altre realtà musicali?
[Caph] Non aver fatto parte della triade MRN è stato il primo punto di forza nel nostro percorso. Il nostro elemento distintivo è stato venire dal niente e raccontarlo, ci ha dato originalità. Allo stesso tempo siamo sempre stati accolti con curiosità e interesse dagli artisti ormai abituati a lavorare nei grandi poli musicali, al punto che alcuni di quelli che abbiamo incrociato sono voluti venire proprio a lavorare da noi, a Villanova, e questo ci fa onore.
Un gruppo funziona se è costantemente alimentato dalla coesione e dall’intesa, e sicuramente sette teste pensanti spesso divergono su modalità e obiettivi. Quanto è difficile il compromesso?
[Fares] Come in tutte le famiglie, si litiga e ci si vuole bene. Comunque, cerchiamo sempre di accontentare tutti nelle scelte che prendiamo. A volte è necessario che qualcuno scenda dal piedistallo e metta da parte l’ego per il bene del gruppo, a volte invece ci troviamo tutti d’accordo. Ti dico la verità, ci sono stati dei momenti in cui ho pensato «ma vaffanculo questi pezzi di merda, non è fattibile una vita così dove devo sempre dare ascolto agli altri». Però poi ci ripensi, va molto a periodi. Serve il giusto equilibrio. La domanda è messa sul negativo, ma ci sono tante altre cose positive e belle. È super stimolante cercare di fare progetti con così tante persone, le esperienze che fai sono ancora più divertenti. Anche questa di Sanremo: il gruppo rende tutto più magico, più bello.
Sanremo da concorrenti è, per adesso, il vertice della vostra parabola. Qual è stato, invece, il punto più basso? Avete mai pensato a rinunciare al progetto?
[Ghera] Mai pensato a rinunciare fino ad oggi, che pur essendo il vertice della parabola è il momento più difficile in assoluto da gestire. Guardando indietro vedo sempre lo stesso sforzo e la stessa costanza nel perseguire gli obiettivi e ricordo con nostalgia tutte le montagne superate, per questo mi sento abbastanza tranquillo per dirti che il momento presente è sempre il più difficile. È questa la nostra attitudine al lavoro. Solo così riusciamo a dare il massimo.
Il brano con il quale avete vinto Sanremo Giovani, Effetti speciali, è decisamente più radio–friendly rispetto ai brani dei “44.exe”. Pensi che arrivare a tutte le fasce di pubblico sia la logica prosecuzione del vostro percorso? O magari vorresti recuperare un po’ l’anarchia creativa e la sperimentazione dei primi progetti su Soundcloud?
[JxN] L’anarchia non se n’è mai andata dal nostro modo di creare musica, e il fatto che qualche traccia è considerata radio–friendly è un complimento, in quanto l’intento in realtà non era propriamente quello. Pertanto, penso che il nostro percorso creativo stia procedendo in modo logico, cercando di mantenere l’attenzione sia al pubblico di nicchia sia al grande pubblico.
Passiamo al brano con il quale vi presentate in gara, Governo Punk. Avete già avuto modo di spiegare che non si tratta di un brano politico. Rovescio la domanda: pensi che si debba fare musica impegnata per affrontare problemi sociali come quello della vita in provincia?
[Faster] Penso che la musica e la grande esposizione pubblica dell’artista siano un veicolo molto utile ed efficace per trasmettere un messaggio alle persone, soprattutto in un’era in cui i giovani ascoltano di più le parole degli artisti rispetto a quelle dei politici. Tuttavia, è una grande responsabilità, non è una cosa che possono fare tutti. Noi non ce la sentiamo di trattare esplicitamente argomenti sociali o politici, sia perché non è nelle nostre corde, sia perché probabilmente non abbiamo le nozioni necessarie: per parlare si deve conoscere. La nostra musica è sempre stata incentrata sull’introspezione e sull’analisi degli aspetti emotivi della vita e, per ora, resterà così.
L’estetica punk, invece, è presente soprattutto nel vostro styling, e mi pare che vi ci stiate avvicinando anche musicalmente, come dimostra la vostra collaborazione con LA SAD nel brano Memoria. Avete intenzione di virare verso questo genere? Quali sono le vostre più recenti ispirazioni a livello musicale?
[Piccolo] Siamo tanti, veniamo tutti da background musicali diversi e abbiamo tutti un proprio gusto personale in continua evoluzione. Il punk e il post-punk, personalmente, sono generi molto presenti nei miei ascolti di tutti i giorni e sicuramente hanno una chiara influenza su di me e sul progetto, ma non si può dire che il bnkr44 abbia un genere musicale di riferimento. Anzi, si può dire che ha un tocco preciso, un modo di giocare con la musica semplicemente inconfondibile, libero e genuino. Magari un giorno ci inventeremo un nuovo genere, magari romperemo il luogo comune delle etichette musicali.