La scelta consapevole dello sfuso e “zero waste”: intervista a Ottavia Belli

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FUL ha intervistato Ottavia Belli, speaker al prossimo TEDxEmpoli Women del 21 ottobre. CEO e founder di Sfusitalia, guida con la sua start-up le persone a scelte di consumo più sostenibili.

Dopo un viaggio di oltre 3 anni tra l’Australia e la Nuova Zelanda, Ottavia Belli ha avuto l’opportunità di imbattersi in una scoperta che avrebbe cambiato il corso della sua vita, la permacultura: un sistema di progettazione per la creazione di insediamenti umani sostenibili basati sull’emulazione della natura. Laureata in Scienze Politiche, ha deciso di spingere ulteriormente i confini delle sue conoscenze intraprendendo un Master in Politiche sostenibili ed Ecologia profonda a Londra. Completata questa fase di formazione, Ottavia ha trasformato ciò che all’inizio era un progetto volontario in qualcosa di più grande ed entusiasmante: una start-up, Sfusitalia.

Sfusitalia, è una mappa interattiva-informativa che ambisce a guidare chi è ecologicamente sensibile al nuovo – e al contempo vecchio – modo di fare la spesa. Attraverso questa piattaforma è possibile individuare con rapidità i negozi sfusi e zero waste più vicini a noi. Sfusitalia vuole ampliare, potenziare e digitalizzare il mercato italiano degli sfusi e zero waste italiano, sensibilizzando i cittadini ad avere stili di vita dal ridotto impatto ambientale. 

FUL ha intervistato Ottavia per presentarla ai suoi lettori in vista della sua partecipazione al TEDxEmpoli Women. Lì scoprirete il significato del suo motto “Io sono solo uno ma comunque sono uno“, nel frattempo ecco quello che ci ha anticipato nella nostra chiacchierata. 

Qual è stata l’ispirazione dietro la creazione di Sfusitalia e la sua missione?

Sfusitalia nasce circa cinque anni fa per rispondere a un bisogno personale dopo che avevo scoperto il mondo dello “zero waste”. Purtroppo in quel momento trovare negozi di sfuso non era semplice neppure tramite il web, perché mancava una mappatura. Così decisi io di mapparli sulla città di Roma! Poi con il tempo vari amici hanno iniziato a propormi di fare la mappatura su Milano, Torino, ecc… Quindi, accorgendomi che più persone avevano il mio solito interesse, ho lavorato alla prima mappa d’Italia dei negozi di sfuso. Finito il mio percorso di studi in Politiche ambientali, ho deciso di fare di Sfusitalia da progetto volontario il mio lavoro, trasformandola in una società. La sua missione e quella di ispirare, educare, coinvolgere le persone a intraprendere scelte consapevoli e responsabili per il nostro bene e per quello del pianeta.

Ha notato reticenza o curiosità da parte dei consumatori verso i prodotti sfusi?

Le reazioni sono varie e vanno da “Cos’è un negozio sfuso?” a “Mio Dio, lo stavo cercando da anni!” Anche chi non ha idea del prodotto sfuso – molte persone non hanno ricordo che prima i prodotti erano tutti sfusi e senza imballaggio industriale – dimostra grande interesse. Abbiamo fatto un sondaggio con EconomiaCircolare.com e JUNKER APP su un campione di 10mila intervistati e ben l’84% di loro hanno risposto che comprerebbero sfuso se sapessero dove trovarlo. 

Quali sono le difficoltà per il commercio dello sfuso in Italia?

Da noi c’è un  problema alla base: questi negozi dedicati non hanno un codice Ateco destinato alla loro attività. Quindi, rientrano in quello dei mini-market e ciò comporta che pagano la tassa sui rifiuti al pari degli altri negozi, uno smacco morale doppio. Tra l’altro in Italia non riusciamo a ridurre il consumo degli imballaggi, nonostante gli oltre 800 milioni annui di plastic tax europea per le tonnellate di imballaggi non riciclati. Se solo investissimo il 5-10% di questa somma per promuovere lo sfuso, magari otterremo qualche risultato in ottica “zero waste”.

Secondo Lei che legame c’è tra consumismo e crisi climatica?

Il consumo è strettamente correlato alla risorse naturali. Molti conoscono la relazione tra consumo e PIL – all’aumentare del primo aumenta il secondo – ma pochi conoscono la relazione tra questo e il consumo di rifiuti, anch’esso direttamente proporzionale. È un circolo vizioso, perché produciamo sempre più beni, ne consumiamo sempre di più e il tasso di rifiuti urbani pro-capite aumenta. A causa di queste tonnellate di imballaggi di plastica e carta la media italiana è di 502 kg di rifiuti urbani pro-capite ogni anno! Fortunatamente l’Unione Europea sta lavorando a un Regolamento per ridurre gli imballaggi, voglio sottolineare che ne produciamo il doppio di quanto ne riusciamo a riciclare. La riduzione è fondamentale, perché il riciclo ha le sue conseguenze: è energivoro, necessita di grandi quantità di acqua e produce grandi quantità di acque di scarto.

Ha in mente altri progetti di Sfusitalia per il futuro?

Il futuro di una start-up si basa anche sulle politiche e purtroppo l’uso dello sfuso non è incentivato in Italia. Adesso che l’Europa si sta muovendo è cruciale coinvolgere la Grande Distribuzione, per avere un impatto il più grande possibile e rapido, come è avvenuto in Francia e Spagna. Qui c’è una norma che prevede per i supermercati di oltre 400 mq che abbiamo almeno il 25% di prodotti sfusi. 

Appuntamento dunque con Ottavia Belli al TEDxEmpoli Women del 21 ottobre ore 15:00 presso Teatro Il Momento. Ricordiamo che i lettori di FUL potranno beneficiare di un codice sconto per acquistare i biglietti da usare al checkout: empoliwomen25

Per tutte le informazioni e l’acquisto dei biglietti è possibile consultare il sito ufficiale:

www.tedxempoli.com