La voce dalla fogna: cronaca di una crisi d'identità sull'orlo dell'abisso

La voce dalla fogna“Il turno come commesso al supermercato era da poco finito e Jonathan si stava incamminando per le oscurate contrade del pianeta in una fredda e umida giornata invernale…”: questo l’incipit con cui si apre La voce dalla fogna, opera prima di Jacopo Aiazzi, giovane universitario fiorentino (classe 1985) al suo esordio come scrittore dopo anni di esperienza nel giornalismo.
Una storia avvincente e in qualche modo angosciante, che nella sua complessità presta il fianco a interpretazioni di ogni genere, anche autobiografiche: protagonista è infatti un altro giovane e aspirante scrittore che, tra una depressione cronica, un lavoro poco gratificante e una vita sentimentale altrettanto frustrante, sembra non passarsela troppo bene.
Ma qualcosa cambia: inconsapevolmente, Jonathan (il protagonista) stringe un patto con il diavolo, e riesce a redigere col sangue il capolavoro della sua vita. Arrivano così il successo, i soldi e le donne, ma non tutto è come sembra: poco a poco, tutti i confini della cosiddetta morale sembrano crollare uno ad uno, la sottile linea tra sogno e realtà diviene irrisoria, in un allucinato percorso che porterà il protagonista verso un finale sempre più angosciante, finché non si capisce perfettamente chi sia l’antieroe: una sorta di Lucifero moderno, o è l’eroe stesso?
«Un racconto lungo sulla crisi d’identità di un essere umano medio, veicolata ed amplificata da una società profondamente avversa» così Aiazzi, amante di David Foster Wallace (da cui ha ripreso il testo introduttivo) descrive La voce dalla fogna.
Cosa volevi trasmettere scrivendo questo racconto?
«Il racconto parla della crisi d’identità che prima o poi colpisce tutti noi. E’ facile perdersi nei meandri della società, ma ancor più facile è perdersi in se stessi, e questo è ancor più vero per le nuove generazioni , in cui la struttura dell’individuo è più di pastafrolla che di ossa e carne».
Il protagonista è un giovane aspirante scrittore: c’è qualche elemento autobiografico? Cosa ti unisce e cosa ti separa da Jonathan?
«Ogni racconto trasmette una parte dell’autore: il fatto che Jonathan, come me, sia un aspirante scrittore, mi ha reso più semplice il compito di descrivere il degrado mentale che può colpire un individuo comune. Allo stesso tempo però è un egocentrico, convinto che tutto il mondo ruoti intorno alla sua figura: l’esatto opposto di ciò che dovrebbe essere un narratore di storie. Proprio per questo ho scelto di adottare la doppia formula narrativa, prima in terza poi in prima persona, per allontanare ed avvicinare allo stesso tempo il lettore e l’autore stesso al protagonista del racconto».
Ė difficile riuscire a pubblicare per un giovane esordiente? Perché hai scelto la formula dell’e-book?
«Non è troppo complicato: basta pagare. La maggior parte delle case editrici, infatti, punta sull’autopromozione dell’autore; il difficile è ottenere la prima pubblicazione senza dover pagare più di mille euro tra stampa e editing. La casa editrice Edizioni Clandestine mi ha proposto una formula interessante: la versione digitale, infatti, svolge un ruolo di “apripista” all’edizione cartacea;se l’e-book verrà acquistato da almeno cento lettori, la prima tiratura verrà stampata e distribuita a livello nazionale a spese della casa editrice. E’ un modo interessante per conoscere le capacità di uno scrittore esordiente, ma anche difficile e macchinoso».
Pensi di fare una presentazione aperta al pubblico?
«Credo di sì, ma ancora non ne sono troppo sicuro: le difficoltà di cui accennavo prima la rendono una tappa quasi obbligata. D’altronde,  il libro stesso contiene anche al suo interno una pesante critica al mercato editoriale moderno che confonde l’opera con l’autore, portando quest’ultimo a vendere la propria immagine più dei suoi scritti. In ogni caso, se deciderò di fare una presentazione, sarò ben lieto di invitare tutti i lettori di FUL a scoprire questo scritto che parla di me, di te, di tutti noi».
In attesa dell’incontro, chi vuole può trovare la versione digitale di La voce dalla fogna su Amazon.com; la copertina personalizzata realizzata da Niccolò Gambassi rende merito a quello che, nonostante la poca pubblicità ricevuta, è uno degli esordi letterari più interessanti degli ultimi tempi- Aiazzi scava a fondo e trova i suoi demoni. Che forse assomigliano in maniera inquietante ai nostri.
DANIEL C. MEYER