Il film di Francesco Invernizzi racconta la poliedricità di Leonardo da Vinci, precursore di idee moderne e contemporanee, tra dipinti, studi e invenzioni
Ogni volta che mi avvicino a Leonardo da Vinci lo faccio sempre in modo molto referenziale: non riesco a metabolizzare completamente come una mente umana si possa essere interessata a pittura, scultura, disegno, urbanistica, medicina, ottica, corpo umano, scienza, botanica, geografia, ingegneria, scenografia, letteratura ottenendo risultati così pionieristici ed emozionanti già nel Cinquecento.
Nel film-evento di Francesco Invernizzi in sala da lunedì 18 a mercoledì 20 febbraio si ripercorrono gran parte degli studi, i quadri, gli interessi del genio vinciano. Assistendo a una sorta di “stream of consciousness”, Invernizzi sviluppa le tante discipline studiate da Leonardo collegandole tra loro dalla curiosità trasversale di da Vinci; così, ci troviamo ad ammirare il paesaggio all’interno dei suoi quadri più celebri, a stupirci degli studi sulle città sviluppate in verticale, con l’architetto Stefano Boeri che ne esalta la visione avanguardistica dei trasporti sotterranei (la metropolitana di oggi), a guardare oltre la Terra, con i disegni della Luna, fino alle profondità degli abissi, con lo studio di uno scafandro completo, ideale per le immersioni.
La curiosità in Leonardo da Vinci è sempre stata punto cardine della sua esperienza: partendo da Anchiano, passando dalla bottega del Verrocchio a Firenze, fino alla corte di Ludovico il Moro a Milano… tutto ciò che ruotava intorno a lui era motivo di studio e di nuove ricerche.
Tra gli esperti di fama internazionale che vediamo nel film c’è anche il filosofo Massimo Cacciari, che ne dà un ritratto più introspettivo, un animo inquieto, irrequieto, sempre alla ricerca di novità e di perfezione, la stessa ricerca con cui si avvicinava ai dipinti e alle sculture, a volte con risultati disastrosi, altre volte con esiti memorabili, come la Gioconda, opera con la quale non poteva che concludersi questo viaggio nell’universo leonardesco.
Non è facile parlare di Leonardo da Vinci, ma Francesco Invernizzi è riuscito a coglierne la complessità della sua geniale e poliedrica figura, legando le sue intuizioni, i suoi studi e le sue creazioni a varie realizzazioni pratiche odierne.
È bellissimo vedere in sala famiglie, ragazzi e bambini, che si ritrovano ad ammirare la bellezza delle opere leonardesche, celebrando, così, i 500 anni della morte del genio toscano che, probabilmente, ha indirizzato gli esperti di più settori a molte intuizioni che restano vive nel mondo di oggi.
Chissà cosa avrebbe fatto Leonardo da Vinci se fosse vissuto nel ventunesimo secolo… io voglio immaginarmelo così: sorridente, sull’elicottero o sul deltaplano da lui ipotizzato oltre cinquecento anni fa, volando sopra i paesaggi collinari della sua terra!
Articolo a cura di Giulia Farsetti