Mugello’s Circle: attori dello sviluppo locale a confronto.

mugello circle's

Un format ideato come occasione di scambio d’idee per aziende e persone.

Il Mugello vanta aziende e personalità le cui storie di successo partono da sogni e visioni focalizzati su questa terra. Da qui venivano i Medici, che resero Firenze il centro del mondo, così come Giotto, il pittore simbolo dell’arte italiana del 1300. E proprio al cerchio perfetto dello straordinario artista si richiama a serie di appuntamenti ospitati presso la sede della K-array a San Piero a Sieve, pensato per riunire imprenditori e loro clienti, architetti, designers, amministratori pubblici e giornalisti locali. I protagonisti interagiscono senza ordine di gerarchie, in cerchio appunto, suddivisi in tavoli tematici. Lo scopo è condividere esperienze e creare una cultura di avanguardia che sia motore di creatività e sviluppo sostenibile.

Mugello’s Circle

Il format, nato Dicembre 2017 da un confronto tra Stefano Zaccaria di K-array e Filippo Giustini dell’agenzia di comunicazione Lo-Studio in Marchisoro HUB, dopo il primo ciclo d’incontri del 2018, inaugura una nuova edizione il prossimo 17 Aprile. La prima conversazione avrà come focus “Spazi commerciali e luoghi di accoglienza”. Proprio a Filippo Giustini abbiamo chiesto una presentazione del format.   

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Mugello’s Circle non sembra l’ennesimo tentativo di fare rete tra gli attori del territorio. In cosa si distingue?

Questo progetto è nato dopo aver conosciuto Stefano, ero rimasto molto affascinato da questa azienda d’avanguardia nelle soluzioni in ambito di audio professionale. Entrambi tenevamo contatti con molte imprese locali, così abbiamo pensato di provare a coinvolgerle in qualcosa che valorizzasse le eccellenze del Mugello. Nemmeno a me piace l’espressione “fare rete”, molto inflazionato, né volevamo sostituirci a enti o associazioni presenti sul territorio che già lo fanno. Ecco quindi che per noi si tratta di un confronto tra aziende e persone che condividono un modo di lavorare e una visione internazionale.

Avete scelto come simbolo il cerchio di Giotto, ma non è chiuso, simbolo di apertura verso le nuove idee?

L’idea è quella del focolare. È un momento informale, aperto a chi può portare un contributo, ecco perché il cerchio non è chiuso. Vogliamo far entrare anche soggetti esterni alla nostra realtà territoriale e magari anche fuori da Firenze città. All’inizio mancava il tema prestabilito, adesso ogni incontro prevede un focus preciso. Nel primo incontro abbiamo tre tavoli principali che prevedono gli speech di  K-arrayLo.Studio, agenzia di comunicazione digitale e Temera, che offre soluzioni di identificazione automatica basati sulla tecnologia RFID, più nove ospiti ( tra cui ci saremo anche noi di FUL magazine).

Dopo la prima esperienza del 2018, cosa vi attendete da questo nuovo ciclo d’incontri?

Abbiamo scoperto che ogni azienda, pur presa dai ritmi e dalle proprie problematiche, ha voglia di confrontarsi. Noi vorremmo mettere a sistema la capacità di creare contatti e approcciarsi a un mercato sempre più complesso. Se poi riusciremo a farlo collaborando insieme tra noi è un bene.

Foto di Kool Photo.