La polvere dei Giganti, la mostra di Andrea Polenta al TAG@HZERO

Una mostra che si focalizza sul rispetto della natura e sull’equilibrio armonioso tra la purezza delle forme e la ricchezza della materia con protagonista la polvere di marmo.

In occasione dell’evento del 1 maggio al Bistrot TAG@HZERO (di cui vi abbiamo parlato qui) si apre la mostra personale di Andrea Polenta La polvere dei Giganti a cura di Lucrezia Caliani e FUL Magazine con un evento inaugurale dalle ore 12.00 con brunch fusion, spirits e dj set fino alle ore 16.00 .

L’esibizione raccoglie vari filoni della sua produzione tutti accomunati da un vocabolario comune, intimo e contemplativo, che si concentra sempre sulla reverenza per la natura e sul contrasto armonico tra la semplicità delle linee e la complessità della materia. Il suo linguaggio espressivo infatti, si manifesta in opere in cui viene rivoluzionato l’impiego classico dei materiali -come per i sacchi di juta del caffè che diventano il tessuto della superficie pittorica- creando un dialogo con materiali organici, tra cui spicca costantemente la marmettola.

Quest’ultima è un sottoprodotto del marmo, residuo della sua estrazione e lavorazione, che si presenta in varie granulometrie, dalle più grosse alle più sottili, e che molto spesso viene rilasciato nell’ambiente con conseguenti danni ecologici. L’artista utilizza proprio questi scarti marmorei, quella parte dei blocchi che Michelangelo definiva come il “superchio” del marmo, ovvero la parte superflua che nasconde allo scultore l’idea che il materiale già contiene in sé.

Rivoluzionandone il concetto stesso di scarto e trasformandoli invece in materia non da scolpire ma bensì materia che scolpisce la tela stessa, Polenta dà vita a creazioni come Il Gigante, un’opera che ricrea in scala 1:10 le proporzioni del cosiddetto Gigante, l’enorme blocco di marmo da cui venne scolpito il celebre David.

Invertendo dunque il comune concetto del marmo come pietra a cui sottrarre per dare forma, Polenta lo tramuta in materia creativa stessa, elemento chiave delle sue creazioni, in colori e texture per esplorare tematiche legate alla sostenibilità ambientale e per richiamare l’attenzione su un materiale naturale come il marmo, oggi sempre più associato a un consumo e commercio sregolati, con il conseguente deterioramento dell’ecosistema montano.

L’obiettivo è quello di evidenziare la fragilità della natura, costantemente minacciata dell’azione umana con una spiccata sensibilità verso il territorio che nasce per l’artista proprio a partire dalla sua terra d’origine, Carrara. La città è situata alle pendici delle Alpi Apuane, quelle che Dante definiva con “Monti di Luni” e prima di lui il filosofo e geografo greco Strabone come Lunae montes, cioè “monti della luna”. E proprio da questo materiale “lunare”, per il suo candido colore bianco, nascono le opere della serie della Solitudine della Luna, lavori in cui la marmettola diventa metafora dall’alienazione della natura: estraneità, disconnessione e rottura dell’uomo rispetto alla sua stessa unità costitutiva.

Mantenendosi fedele alla ricerca sul materiale, Polenta esamina anche il concetto di linea come strumento con cui l’uomo cerca a tutti i costi di regolarizzare la forma, compresa quella naturale, generando labirinti e intrecci, come percorsi senza fine fatti di ostacoli, incontri e scelte. Si tratta di un riflesso del viaggio umano partendo dalla propria esperienza personale, di cui fanno parte anche le Contaminazioni come volontà di esplorare, unire e scoprire.

Nelle opere di questa serie, in cui la marmettola si fonde con diversi pigmenti dando origine a svariati e differenti esiti, l’insieme di colori e materiali intende riflettere l’attuale panorama sociale in cui ciò che dovrebbe essere un naturale processo di scambio reciproco spesso genera contrasti intensi, talvolta celati. Per questo l’artista ha deciso quindi di attribuire un ruolo significativo alla manifesta contaminazione che emerge nei processi di unione, qui riscontrabili nella fusione di materia e colore, considerandola non come un difetto, ma piuttosto come un valore aggiunto in grado di creare una ricchezza vibrante.

L’artista

Dopo gli studi di architettura, Andrea Polenta intraprende un percorso più intimo e riflessivo legato in particolar modo alla sua città di origine, Carrara, e all’amore e al rispetto per la natura. Le sue opere si tingono di materiali organici e di riuso, dai sacchi di juta di caffè alla feccia del vino fino al principale e costante utilizzo della marmettola, un materiale proveniente dalla lavorazione del marmo, che solitamente viene rilasciato nell’ambiente provocando continui danni all’ecosistema naturale.

L’utilizzo di questi particolari scarti derivati dal marmo e trasformati in colori e texture servono all’artista per indagare tematiche legate al rispetto ambientale e per porre attenzione su un materiale vivo e naturale come il marmo, che nel mondo contemporaneo viene sempre più spesso associato ad operazioni consumistiche e commerciali.


IG: @andreapolenta_

Andrea Polenta, La polvere dei Giganti
a cura di Lucrezia Caliani e FUL Magazine
1 maggio – 16 giungo 2024
TAG@HZERO, Piazza degli Ottaviani, 1