“Sono io Eman Rus”: a Firenze la prima mostra dell’artista

Lo Student Hotel ospita la prima esposizione pubblica del creator, visitabile fino al 3 giugno 2022. In occasione dell’inaugurazione – tenutasi sabato 20 maggio – abbiamo parlato con Marcella Piccinni, la curatrice dell’evento.

Con l’ormai conosciuto passamontagna bianco e una felpa gialla Eman Rus si presenta all’inaugurazione della sua prima mostra al The Student Hotel di Firenze dove ha intrattenuto i suoi ospiti con una performance dal vivo. Diventato famoso su Instagram grazie ai suoi fotomontaggi ironici e provocatori, l’artista – originario di Olbia ma stabilitosi a Firenze – a seguito di tre anni di isolamento ha sentito la necessità di uscire di casa, conoscere i suoi followers e farsi conoscere interagendo con loro. 

Infatti, come ci racconta Marcella Piccinni – curatrice della mostra e fondatrice del progetto di promozione culturale Timeout Vibes– per l’evento hanno dato vita ad uno spazio studiato appositamente per suscitare un’atmosfera intima ricreando la camera da letto di Eman, con tanto di scrivania, computer e bustina di Oki. I presenti hanno potuto vedere all’opera il creator nella realizzazione di alcuni suoi fotomontaggi: la testa di Mark Zuckerberg si è riempita di soldi e tra i denti della regina d’Inghilterra è apparso un pezzetto di insalata.

Il messaggio della mostra 

Il claim che fa da filo conduttore della mostra è “l’algoritmo non funziona”. Eman critica l’abuso dei social network, mondo in cui è immerso in prima persona e che quindi ha potuto osservare da vicino studiandone i meccanismi, i tormentoni, gli influencer, il mercato dei follower e il potere dei meme. I suoi fotomontaggi criticano la società di oggi e i meccanismi di funzionamento standardizzati alla sua base che portano l’individuo verso l’isolamento e verso una comunicazione sempre più priva di emozioni.

Infatti, come afferma lui stesso: “la mia esibizione dimostra stanchezza nei confronti dei bombardamento dei social media a cui assistiamo ogni giorni. Nel mio piccolo, cerco di bombardare attraverso quello che sono in grado di fare, comunicare in maniera alternativa utilizzando il fotomontaggio e non solo. Se il mondo reale è una giungla, il mondo virtuale lo è ancora di più. É facile mascherarsi e iniziare a recitare – e non intendo con un passamontagna”

In molti potrebbero pensare che sia una contraddizione quella di Eman – essere diventato famoso grazie ad Instagram e poi contestarlo- ma non è così. Il suo lavoro critica l’uso sbagliato dei social, la dipendenza che fa dimenticare il mondo fuori, il fatto che molto spesso sembra che siano questi strumenti ad “utilizzare” gli utenti e non il contrario. Per aprire una riflessione è necessaria una conoscenza approfondita dell’argomento e una sperimentazione che inizi proprio dall’applicare gli stessi meccanismi di funzionamento che si vanno ad analizzare. Demonizzare totalmente le tecnologie e le piattaforme social non è la strada che l’artista ha imboccato ma anzi ci ricorda l’importanza di avere una visione critica anche di ciò che ci piace e che vogliamo utilizzare per imparare a farlo nel modo giusto.

Le sue opere comunicano direttamente ai giovani con il linguaggio della satira e dell’ironia avvicinandoli all’attualità. Secondo Marcella, infatti, quello di Eman è un giornalismo fatto di immagini che informa sulle news e racconta di una quotidianità spesso individualista e vuota aiutandoci ad aprire gli occhi. 

Le opere esposte 

Ogni giorno dalle dalle 11 alle 18 fino al 3 giugno compreso sarà possibile ad ingresso libero vedere dal vivo il lavoro dell’artista che consiste in 10 opere inedite.

Pezzo forte della mostra è “America Girl in Italy” che – rimandando alla celebre fotografia “La ragazza con gli occhi addosso” del 1951 del fotografo Ruth Orkin scattata in piazza della Repubblica – critica la difficoltà dell’individuo odierno di staccare gli occhi dal cellulare. Se infatti nella foto passata una fila di giovani davanti al Caffè Gilli si stupisce fino ad immobilizzarsi al passaggio di una bella ragazza, la foto di Eman vede invece dei giovani che non si smuovono minimamente dai telefoni. 

Un’altra opera famosa rivisitata è “il quarto stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo in cui accanto ai conosciuti volti dei lavoratori appare un rider proprio a simboleggiare lo sfruttamento che ancora oggi avviene. I fotomontaggi esposti coinvolgono poi personaggi che vanno dalla Gioconda alla Venere di Botticelli, da Dante Alighieri al David. 

The Student Hotel 

TSH Firenze è molto più di un semplice hotel: è uno spazio di co-living e co-working dove si riuniscono viaggiatori, studenti e persone del posto per studiare, soggiornare, lavorare e divertirsi. Un luogo ibrido che promuove le connessioni, la creatività e il divertimento. Oltre agli alloggi, sono stati creati degli ambienti digitali e aperti, al fine di promuovere una comunità inclusiva e dirompente. The Student Hotel Firenze cerca di stimolare gli ospiti nel realizzare il proprio potenziale, assecondandone la curiosità e lo scambio reciproco, grazie al grande afflusso di ospiti internazionali. 

Foto a cura di Marta Galli

@emanruss