SURfACE band

Sonorità indie rock oltre la superficie dei nostri Youniverse (or the Hidden Worlds Within), il primo album dei SURfACE.

Dopo una lunga serie di formazioni e storie travagliate, i SURfACE trovano la loro strada grazie allʼentusiasmo e la spinta di Veronica Chincoli e Christopher Martinuzzi. Al basso lei, alla tastiera e al clarinetto lui. Entrambi sono cantanti e autori dei testi, nonché il cuore pulsante della band. Da sempre uniti da una forte sintonia a livello musicale e artistico, Veronica e Christopher esprimono attraverso i loro pezzi lʼesigenza di comunicare una parte del loro mondo, con dichiarata spontaneità, lontana da una ricerca stilistica più strutturale. Ispirati al progressive rock di band come Sigur Rós, King Crimson e Pearl Jam, i brani presentano spesso cambi di atmosfere, ritmi e intensità allʼinterno di una stessa canzone. È lʼespressione del loro modo naturale di essere, senza costruzioni né filtri, ma in un flusso spontaneo di melodie e stati dʼanimo: il loro universo personale.
Proprio da qui nasce lʼidea dellʼalbum di esordio Youniverse (or the Hidden Worlds Within): «Youniverse è un gioco di parole che abbiamo creato in modo che non sia solo un titolo, ma soprattutto un concetto: ogni persona ha il proprio (yo)universo con al suo interno molti mondi nascosti, fatti di individui, luoghi, sentimenti, azioni e reazioni.» Lʼalbum è il risultato di un percorso lungo e tormentato e riunisce tutti i pezzi creati fino a oggi, legati tra loro da un fil-rouge rivelatosi solo a posteriori. Non si tratta infatti di una semplice sequenza di brani. Lʼalbum è la fine e allo stesso tempo lʼinizio della loro storia, intessuta di concetti ricorrenti, spesso dicotomici, come luce e ombra, il bisogno di nascondersi e allo stesso tempo di rivelarsi, e un senso di rottura rappresentato dalla fragilità della superficie del ghiaccio. Il tutto raccontato attraverso gli youniverse, «quegli universi che ci appartengono: il tuo, il mio, il nostro».
Partendo dalla copertina si ha la sensazione di avere a che fare con unʼopera dʼarte visiva. Anche qui si tratta di un universo personale che si apre al mondo esterno, attraverso il disegno ritrovato di Lady Eileen Aston, nonna di Christopher, che si è subito rivelato la perfetta rappresentazione visiva del concept dellʼalbum.
La curatrice del book è Elisa Veracini, con cui fin dal primo incontro è nata una grande sintonia e che è riuscita a conciliare la parte artistica prettamente visiva con quella musicale, riunendo in grafiche altrettanto originali i testi dei vari pezzi e le foto scattate da Christopher nel profondo nord della Svezia. Il tutto è collegato da una frase che si svela piano piano tra le parole dei testi, pagina dopo pagina, del pensatore e scrittore afroamericano Marcus Gravey, «Rise as high as the very stars themselves». Un progetto artistico completo, che si manifesta nella musica e nel visual, a cui hanno collaborato persone legate tra loro da una forte sintonia artistica e umana, ognuna con la sua identità e il suo percorso, ognuna con il suo (yo)universo. Anche noi siamo in qualche modo la somma di tutte le persone con cui abbiamo avuto a che fare nella nostra vita, ed ecco che lʼalbum finisce per raccontare le storie di molte più esistenze, universi, parte di qualcosa che, in modo sfumato, inizia dove finisce e finisce dove inizia lʼaltro.
Tra i temi toccati dai SURfACE – che come suggerisce il nome vanno oltre la mera superficie delle cose – appare anche la problematica ambientale. Si trova al centro del primo video prodotto Something in Between, girato in collaborazione con Andrea Tani. Siamo in campagna, il montaggio concettuale porta la nostra attenzione sui quattro elementi naturali (aria, terra, acqua e fuoco), che in un gioco di associazioni visive rivelano lʼinterpretazione artistica e critica della band sulla relazione tra uomo e natura.
Lʼultimo video uscito con lʼalbum di esordio Youniverse, girato in un palazzo storico fiorentino dellʼOltrarno, è invece Light Shadow. I due ballerini Jari Boldrini e Fabiana Finizio sono imprigionati, soli e immobili. Ma qualcosa li fa muovere, e quella potente forza attrattiva esplode nel momento dellʼincontro, in cui i due corpi umani abbattono le distanze e si riuniscono. È interessante il fatto che i due fossero compagni di corso allʼOpus Ballet di Porta Romana e che, solo dopo molti anni, si siano ritrovati in questa occasione per ballare di nuovo insieme. Sia dentro che fuori il video, sono ognuno una parte dellʼaltro, due universi complementari tra loro. «Abbiamo ricercato la bellezza e lʼarmonia in ogni singola scena del video, e se abbiamo ottenuto questo risultato è solo grazie alla somma di tutte le energie positive che si sono riunite in questo progetto: ogni collaborazione è stata estremamente positiva e preziosa». E tutti questi risultati sono come tanti piccoli figli che crescono, appartenenti per natura a chi li mette al mondo, e allo stesso tempo a tutto lʼuniverso.
Pronti a salpare oltreoceano, «gruppo transatlantico» per definizione (il cantante abita al momento negli Stati Uniti), i SURfACE continuano a scrivere nuovi brani e a proiettarsi nel futuro. Sono pronti a colpire con la loro musica le anime di chi li ascolta, a lanciare spunti e intuizioni e ad alimentare tutti gli (yo)universi possibili.
https://www.surface-band.com
Testo di Roberta Poggi
Foto di Elisa Veracini e Christopher Martinuzzi