Al Tenax la regina palestinese della musica techno: Sama’ Abdulhadi

Sama` Abdulhadi

Lo storico club fiorentino chiude il 2023 ospitando in consolle la regina palestinese della musica techno: Sama’ Abdulhadi. Una scelta artistica che è un messaggio di speranza in questo anno di devastanti conflitti.

«I dance, it is my thing…I just like to share that that’s the whole reason why i started. There is no message behind it. Maybe now me as a human being and my existence is that, and it portrays all of that, and it is part of that, because I’m palestinian, I’m a woman, I’m a muslim, but I am not intentionally these things, I was just born that way. But… I just want to play music… you know…»

Inizia con queste parole l’intervista che la dj e producer palestinese ha reso per Boiler Room, la potete vedere qui: uno spaccato sull’appassionata vita che una giovane donna palestinese sta vivendo da sola contro stereotipi e limitazioni, in nome di un autentico grande amore, quello per la musica techno.

Sama’ non divulga messaggi politici, è una dj e producer palestinese.

Lei è comunque capace di dimostrare che certe passioni sono identitarie e unificanti, divulgando un autentico messaggio di umanità, scrollandosi di dosso secoli di prigionie mentali e fisiche a ritmo di danza. Il suo genere è quello della musica techno, controcultura storicamente votata alla libertà di espressione e l’autodeterminazione.

Nata nel 1990, Abdulhadi ha trascorso gran parte della propria vita in Palestina, nella città di Ramallah: appena 18enne ha scoperto la musica techno partecipando ad una rave in Libano, era la prima volta che lasciva la Palestina: quei suoni, che sembrano rispondere a un’urgenza inafferrabile, hanno segnato il suo destino.

Sama ha riconosciuto in quello spazio techno un territorio di autentica libertà, lontano dalla guerra, la danza come medium per esprimere il senso di spaesamento psico-urbano e culturale vissuto nella sua terra.

Nel 2008 la dj ha portato la musica techno in Cisgiordania come una vera precorritrice. A rallentare la sua ascesa non è stato il fatto di essere una giovane donna in un settore professionale dominato da uomini, piuttosto i vari ostacoli che gli artisti palestinesi sono costretti ad affrontare quotidianamente.

Lo storico Tenax Club di Firenze chiude questo anno di conflitti devastanti invitando in consolle la regina della techno palestinese Sama’ Abdulhadi.

«Abdulhadi ha studiato ingegneria audio al SAE Institute di Londra, che le ha permesso di realizzare due album come Skywalker, il suo precedente pseudonimo, e di lavorare al Cairo, in Egitto, dove ha iniziato a collaborare con gruppi musicali e a progettare il suono per immagini in movimento, compresi film egiziani come “The Builders” e “Thread and Wall”. Durante questo periodo in Egitto, Abdulhadi si è anche formata con il sound designer premio Oscar Nicolas Becker (Sound Of Metal) e in seguito ha collaborato con l’incubatore musicale arabo Eka3 per avviare la propria agenzia editoriale, Awyav.

Beirut è stato il suo terreno di formazione e di prova, ma è tornata in patria, a Ramallah, quando ha suonato il debutto del 2018 alla Boiler Room che l’ha resa famosa tra i fan della techno internazionale. Il suo set di 58 minuti ha superato i dieci milioni di visualizzazioni ad oggi, un risultato condiviso da un gruppo molto ristretto di DJ, tanto più impressionante per una DJ palestinese che era praticamente sconosciuta al di fuori della regione. Il set era una finestra sulla rara energia delle feste techno arabe; l’energia di persone che vivono il momento. Abdulhadi ha visto lo stesso atteggiamento nel pubblico occidentale dopo la fine dell’isolamento. In una recente intervista a The Face ha dichiarato: “Nel mondo arabo è sempre stato così. Non sappiamo cosa ci riserverà il domani e quindi si percepisce un’energia davvero intensa da parte della folla. Adoro il modo in cui le feste e i festival possono disconnetterti dalla realtà. Possono creare questa bolla utopica e metterti in un mondo diverso“.

Abdulhadi sfrutta il suo status di DJ itinerante internazionale per sostenere il crescente numero di musicisti e creativi in Palestina in diversi modi.

Ha creato Union, un collettivo a Ramallah che funge da centro di aggregazione per DJ, produttori e creativi di tutti i tipi per incontrarsi, collaborare e affinare il loro mestiere insieme, consigliandoli anche sulle sfide che dovranno affrontare. In onore del set di Boiler Room che ha raggiunto i 10 milioni di streaming, è stata rimessa in vendita la ricercatissima t-shirt Palestine per raccogliere fondi a favore del Khalil Sakakini Cultural Center, la principale organizzazione no-profit per l’arte e la cultura della Palestina, un luogo molto caro ad Abdulhadi.

Tuttavia, i suoi sforzi non sono stati privi di controversie. Nel 2020, durante l’isolamento, è stata incaricata da Beatport di dar vita ad uno streaming musicale mensile per promuovere i siti del patrimonio culturale del suo paese e i talenti locali emergenti. Mentre registrava il suo streaming in un bazar vicino a una moschea, il 27 dicembre è stata arrestata illegalmente dalle autorità palestinesi e ha trascorso otto notti in carcere, con l’accusa di “profanare un luogo sacro” nonostante avesse un permesso del Ministero del Turismo. Due giorni dopo la detenzione, un giudice ha deciso di prolungare la pena di quindici giorni, ma la ragazza è rimasta in carcere solo per altri sei giorni grazie a una petizione su Change.org che ha raccolto oltre 101.000 firme dalla comunità internazionale dei DJ. Roger Waters dei Pink Floyd e l’attivista politica Angela Davis erano tra i firmatari. Il giorno di Capodanno del 2021, mentre era ancora in carcere, Abdulhadi pubblicò un remix dei Jane’s Addiction con un campione vocale di Jim Morrison.

La sua prima registrazione completa come Sama’ Abdulhadi è uscita nel giugno 2021 sulla nuova etichetta/compilation Circoloco in collaborazione con Rockstar Games. Ha inoltre collaborato con la leggenda dei Rage Against The Machine Tom Morello, frequente sostenitore della cultura DJ e della solidarietà con la Palestina, per il suo album The Atlas Underground Fire. Ora sta lavorando al suo EP di debutto, la cui uscita è prevista per l’inizio del 2023.

L’attenzione di Abdulhadi continua a essere rivolta al Medio Oriente e attraverso Bring Back Beirut, la sua iniziativa di raccolta fondi per il Libano colpito dalla crisi di liquidità, ha organizzato eventi a Londra, Parigi, Berlino e nella sua “seconda casa” Beirut. Nell’ambito dell’iniziativa, nel maggio 2022 pubblica una compilation NFT di artisti libanesi attraverso Bolero Music.

Nell’aprile 2023 Abdulhadi ha lanciato Resilience, una piattaforma globale per artisti e creativi per condividere le loro storie e opere d’arte che ritraggono esperienze di emarginazione, sfollamento e oppressione. La piattaforma mira a creare uno spazio per l’espressione e la difesa, dove gli artisti possono raccontare le loro storie e amplificare le voci di individui e comunità spesso ignorati nelle narrazioni tradizionali. Grazie ai fondi dell’iniziativa Bring Back Beirut, la piattaforma sarà lanciata a Beirut con un party gratuito per due sere consecutive (Abdulhadi riporterà Richie Hawtin in città per la prima volta dal 2017) per raccogliere fondi per la popolazione assediata del Libano.

Abdulhadi ha suonato in tutto il mondo, tra cui Coachella, Glastonbury, Fusion, Circoloco, Lost Village, Primavera e AVA festival di Belfast, Warung in Brasile e la leggendaria Dance Arena dell’Exit Festival in Serbia. Il suo stretto legame con Richie Hawtin l’ha portata in tournée in tutto il Sud America e allo stesso modo il suo b2b del 2019 con la libanese Nicole Moudebar all’IMS Dalt Vila di Ibiza ha un significato enorme. A Londra, nel gennaio 2023 Abdulhadi ha registrato il tutto esaurito nei primi 4 venerdì della sua residenza al Phonox nightclub. A fine novembre 2023 è uscito “fabric presents Sama’ Abdulhadi”, un mix album uscito sull’etichetta del celebre fabric di Londra.

Ottobre 2023: il dj set di Sama’ Abdulhadi è uno dei più attesi al Robot Festival di Bologna, poi però arriva una notizia, la dj e producer palestinese scrive sul suo profilo instagram: “

Per rispetto delle migliaia di persone che sono state uccise nei recenti avvenimenti in Palestina, ho deciso di cancellare il mio show all’Electron Festival in Svizzera e al Robot Festival di Bologna. Sebbene il mio sia un popolo resiliente, non ho la forza di suonare in queste circostanze. Vi ringrazio per la comprensione”.

Poche righe che spiegano lo spessore umano di un’artista sempre apertamente schierata, sempre in prima linea e che, con la sua proposta artistica, è riuscita a mettere una lente di ingrandimento su una scena musicale in grande espansione.

Nella grande festa di Capodanno è quindi lei la star, una 12 ore di musica non stop, che vede in console il padrone di casa Alex Neri con Matthias Miki, Philipp & Cole, George, Black Angus, Basse Frequenze Sound System, Markiz, Kidz e Radiowav (apertura porte ore 22:30, ticket a partire da 35 € + dp, prevendite dice.fm – ingresso vietato ai minori di 18 anni).

Accanto ad una proposta di altissimo livello, il Tenax ha recentemente lanciato uno “student pass” riservato a tutti gli under 25: una promozione che prevede un ingresso a 10 € con consumazione inclusa per molti dei suoi appuntamenti (fatta eccezione per gli eventi speciali).