WoodenKammer: a ricevimento dal Moradi.

Dal 16 maggio al 4 giugno al Museo Bellini a Firenze la personale di Moradi, dal titolo WoodenKammer, curata dallo storico dell’arte Yan Blusseau.

 

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Scheletro by Sedicente Moradi

Artista, bricoleur, artigiano dei sogni, modellatore di idee: il Moradi interviene prevalentemente nel tessuto urbano fiorentino, passa dallo spray alla scultura in legno, predilige la leggerezza.
La giungla che da mesi ha preso vita tra i gironi cittadini, ha la sua paternità.
Dal 16 maggio al 4 giugno Moradi è al Museo Bellini, Lungarno Soderini 5, con la raccolta personale WoodenKammer, curata dallo storico dell’arte Yan Blusseau (già #finestraconvista).
Il titolo della mostra vuole reinterpretare il termine tedesco Wunderkammer: fenomeno europeo tardorinascimentale, le kammer erano scrigni, vere e proprie raccolte enciclopediche che mettevano insieme oggetti straordinari tra scienze, natura e arte.
A ricevimento da Moradi ci si trova immersi tra mirabilia, naturalia e artificialia.
Le splendide stanze del Museo Bellini, perfettamente scenografiche, contribuiscono al carico dell’atmosfera: al centro della prima stanza, una testa irradia come un pensiero di fronte a un paesaggio costruito su collage, e tutto ciò che la circonda è simbolo.
Il legno con cui l’artista opera – di fiume, di mare o di secoli precedenti, disseppellito dalle storiche cantine del museo –, ha dalla sua connaturata bellezza: Moradi ne lavora i pezzi, l’intervento è minimo, giusto asseconda le naturali magnetiche attrazioni, pochi chiodi. Il tutto quasi non prende peso, minimalismo puro, arte della terra.moradi_1
Nasce così come uno stregato serraglio di animali, insieme a uno scheletro umano, una testa decapitata e teschi, mani, intrecci uterini, cuori, denti, lingue e ingegnose armi ben precise. Poi, avviene il prodigio: la scultura è la vita delle cose! L’insieme genera un senso di meraviglia così comunicativo. Ingegneria perfetta di bioarchitetture magnifiche, che la natura ha di per sé disegnato con estrema fantasia, grazia e mistero, rielaborata con poesia. Un coccodrillo coriaceo, un alce dal petto gonfio, elegante. E perfino degli insoliti, ispiratissimi kalashnikov, catalogati nella sezione «selfie».
Per Moradi, «Ogni forma è in Natura».
Del naturale e del soprannaturale: in questa mostra l’artista confonde i campi.
Dietro questo, la collezione dice sempre tutto in merito al collezionista.
Martina Scapigliati