Alla scoperta di Zonacesarini.net, il web magazine di storytelling sul calcio nato a Firenze che sta suscitando emozioni in tutta l’Italia.
«È un calcio malaaato» era il tormentone delle schede di Walter Fontana nel Mai Dire Gol di quasi venti anni fa. Più che il calcio di per sé in quanto sport (dal francese antico desport: diporto, divertimento, svago), a essere malato è il sistema calcio. Lo era venti anni fa, lo è adesso (vedi gli scandali Blatter e Platini) e forse – in quanto mondo dominato da enormi interessi economici – lo è sempre stato e sempre lo sarà. Anche io condivido questo sentimento e spesso penso al calcio come a una versione contemporanea del «panem et circenses» o a una versione laica dell’«oppio dei popoli» e considero il comportamento dei calciatori – dentro e fuori dal campo – non del tutto esemplare per i più piccoli che invece li ergono a idoli e modelli. Ma allora cosa spinge tantissime persone in diverse latitudini del mondo, delle più disparate estrazioni sociali, di diversi livelli culturali e di ogni età a seguirlo con una passione quasi religiosa?
I ragazzi del web magazine di storytelling sul calcio Zona Cesarini nella prefazione del loro eBook natalizio ci forniscono una risposta: «Il calcio fa schifo. Ce lo sentiamo dire così spesso che a volte quasi ce ne convinciamo anche noi. Diritti tv, calcio scommesse, multinazionali che muovono miliardi e procuratori che decidono il calciomercato in base alle loro provvigioni. Nonostante tutto questo, appena parliamo di calcio gli occhi si accendono e il cuore palpita più forte. Il pallone ha un potenziale evocativo sorprendente: forse perché ci ricorda il “mondo perfetto” di quando eravamo piccoli, o il mondo migliore per cui ognuno a suo modo lotta ogni giorno. O forse perché, come spiega Hornby, “c’è sempre un’altra stagione davanti”: possiamo sempre rifarci, provare il tiro a effetto, rincorrere la persona che abbiamo lasciato andare o dire le parole che non ci uscivano di bocca. Il pallone è un piccolo pezzo di eternità, e inseguendolo diventiamo immortali. Il calcio fa schifo. Al prossimo cinico che ve lo ripeterà, rispondete raccontando una storia».
E proprio con l’intento di raccontare storie sul calcio per suscitare emozioni nasce ZC. I fondatori sono tre fiorentini sulla trentina, cresciuti insieme fin da «gli anni delle immense compagnie, gli anni in motorino sempre in due» (cit.). Tutti e tre sono passati in modo più o meno tumultuoso dall’università e hanno trascorso intensi periodi di «formazione» all’estero, al termine dei quali hanno deciso di tornare a Firenze per trovare la loro strada. Leonardo ha iniziato a specializzarsi nel campo dei contenuti per il web e del marketing online. Simone ha fondato l’Associazione OFF Cinema e collabora con i più importanti festival fiorentini, come il Festival dei Popoli e il Middle East Now. Alessandro lavora nella comunicazione a 360 gradi – creazione di contenuti, social media management, addetto stampa, etc.
Nonostante tutti e tre si conoscessero già da tempo, condividessero una passione viscerale per il calcio giocato e per la Fiorentina e non fossero così estranei al medium della scrittura, l’idea di ZC nasce solo un anno fa, come vuole la migliore tradizione, davanti a numerose pinte di birra. Uniti dall’insofferenza verso una narrazione del calcio troppo spesso vittima di gossip, bulimia, superficialità, nostalgia spinta o calciomercato spicciolo, decidono di creare loro stessi un’alternativa e poche ore dopo acquistano il dominio. Da quel momento la bussola che li ha orientati è stata quella di scovare storie e personaggi che meritano di essere raccontati, spicciolo, decidono di creare loro stessi un’alternativa e poche ore dopo acquistano il dominio. Da quel momento la bussola che li ha orientati è stata quella di scovare storie e personaggi che meritano di essere raccontati, approfondendo le loro vicende, descrivendoli a tutto tondo e dedicando sempre la dovuta attenzione al contesto storico e sociale. Nei racconti di ZC emergono piacevolmente sia le passioni che i vissuti personali degli autori. Come ci ricorda Alessandro, infatti: «Ogni forma di arte è autobiografica; ecco perché nei nostri racconti c’è molto più di una storia di calcio: ci sono i nostri ricordi, le nostre speranze, il nostro modo di vedere il mondo. Il mio è sempre stato molto netto, e la possibilità di esprimerlo parlando del pallone è quasi un’esperienza catartica!».
E così numerosi pezzi si sono succeduti, riscuotendo gradualmente sempre più successo. Solo per citarne alcuni: Riccardo Zampagna, un calcio operaio fra acciaierie e pugni chiusi; il Magico Gonzalez, un talento sconfinato sprecato per una pigrizia atavica e la voglia di tirar tardi; il St. Pauli di Amburgo, un club cult con il suo inimitabile modello sospeso fra autogestione e ribellione; il mister Maurizio Sarri, oggi sulla bocca di tutti, ma fino a pochissimi anni fa ancora impiegato in banca; e infine Robin Friday, semplicemente il più grande calciatore che – ahinoi – non abbiamo mai visto!
Il primo anno di attività è stato festeggiato con 15.000 fan sulla pagina Facebook, un migliaio di followers su Twitter, una media di 1.500 utenti unici al giorno sul sito, più di 1.000 download in una settimana per il loro primo eBook. I seguaci sui social e gli accessi al sito sono numerosissimi. Ma soprattutto, al di là dei freddi numeri, il trio dei fondatori adesso è accompagnato da un’illustratrice e da altri nove redattori sparsi in tutta l’Italia mentre la passione dei lettori e la loro interazione attiva cresce giorno dopo giorno.
Gli ingredienti distintivi della ricetta di ZC sono fondamentalmente tre: la genuinità dei racconti, la capacità di alternare storie del passato con l’attualità e, appunto, la grande partecipazione del «pubblico» nel suggerire storie, raccontare aneddoti e correggere errori. La scorsa estate, il nucleo fiorentino di ZC ha anche curato tre serate dell’OFF Cinema – la rassegna di Cinema Indipendente sotto le stelle all’OFF Bar – proponendo sia proiezioni a tema calcistico che introduzioni e dibattiti con registi e giornalisti. Siamo sicuri che stanno già lavorando ad altre idee per la dimensione offline.
Tutti noi abbiamo incontrato le storie quando eravamo piccoli e queste ci hanno preso per mano, accompagnandoci nel cammino della nostra crescita. Una volta cresciuti rimaniamo comunque felici vittime del loro fascino. I ragazzi di ZC ci dimostrano che è possibile parlare di calcio – ma anche di altro – facendo emozionare anche il suo più critico detrattore perché non potrà fare a meno di ricordarsi di quando entrò per la prima volta allo stadio, o dell’ultima volta che ha preso a calci un pallone. E se alla fine ci ringrazierà, ci sentiremo felici come loro dopo questo primo anno di storie. Vi invitiamo a visitare ZonaCesarini.net per verificare di persona! •
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