Musei sì ma non solo: anche gallerie d’arte, bistrot e hotel sono terreni fertili in cui trovare arte e mostre interessanti da visitare. Quindi ecco qui 5 mostre da visitare a maggio a Firenze, ma fuori dai luoghi più battuti in città.
Questa primavera a Firenze le mostre non mancano e vi abbiamo già parlato di alcune grandi esibizioni in corso come quella di Kiefer a Palazzo Strozzi o quella di Mimmo Iodice a Villa Bardini. Ma se avete voglia di qualcosa di fuori dai grandi circuiti (e dai grossi flussi turistici) vi consigliamo quattro mostre anticonvenzionali, ma non per questo meno interessanti, da vedere a Firenze.
Samuele Alfani, Amygdálē all’Hotel Mercure Firenze Centro
La mostra personale di Samuele Alfani, Amygdálē, apre una stagione espositiva all’Hotel Mercure Firenze Centro che proseguirà con altre tre mostre nel corso dell’anno per offrire ai suoi ospiti, ma anche ai fiorentini, la possibilità di conoscere ed entrare a contatto con alcuni artisti della scena contemporanea fiorentina.
La mostra, che inaugurerà lunedì 13 maggio alle ore 19.00, trae il suo titolo dall’amigdala ovvero quel complesso nucleare situato nel lobo temporale del cervello che gestisce le emozioni o per meglio dire l’esperienza emotiva. Amygdálē è infatti un viaggio empatico tra le esperienze emotive che ogni individuo si trova a provare nel corso della sua vita. Tramite le opere in mostra, infatti, si passa attraverso l’evocazione di alcune delle emozioni primarie come la tristezza, il disgusto, la felicità, la vergogna, la sorpresa, la rabbia o la gioia, che ogni osservatore può ricondurre al proprio personale vissuto e che spesso convivono in noi facendoci sentire in un perpetuo disequilibrio emotivo. Questa esposizione personale di Samuele Alfani -profonda e intima ma che allo stesso tempo appartiene a tutti- che accompagna il visitatore in un percorso attraverso vari esiti e momenti della produzione artistica dell’autore, uniti tra di loro dal filo rosso dell’analisi dei sentimenti umani. Nelle opere di Alfani emerge in maniera chiara e netta la sua cifra stilistica fatta di inquadrature ben calibrate e impostazioni sceniche da settima arte che offrono un punto di vista sempre inaspettato e efficace, unite al tratto marcato e alle forme geometriche che scompongono le figure, mostrandone i tratti di luce e quelli d’ombra.
Samuele Alfani, Amygdálē
13 maggio – 30 giugno 2024
Hotel Mercure Firenze Centro, Via Nazionale, 21/23 R, Firenze
Andrea Polenta, La polvere dei Giganti al TÅG@HZERO
Siamo a HZERO, il museo del treno e del modellismo ferroviario, e più precisamente nel suo bistrot, il TÅG, che in svedese vuol dire treno, ma che è anche l’acronimo di Turismo, Arte e Gastronomia. Questo luogo, ispirandosi ai modelli dei musei d’arte svedesi, dove da sempre sono presenti cafè, ristoranti e bistrot di alto livello, vuole creare un format che connetta le conoscenze e l’esperienza gastronomica a quella artistico-museale, adattando il menù al contesto in cui si trova.
Anche a TÅG si è appena aperta una nuova stagione di mostre: a fare da apripista La polvere dei Giganti, la personale di Andrea Polenta che raccoglie vari filoni della sua produzione tutti accomunati da un vocabolario comune, intimo e contemplativo, che si concentra sempre sul rispetto per la natura e sul contrasto armonico tra la semplicità delle linee e la complessità della materia. Il suo linguaggio espressivo infatti, si manifesta in opere in cui viene rivoluzionato l’impiego classico dei materiali -come per i sacchi di juta del caffè che diventano il tessuto della superficie pittorica- creando un dialogo con materiali organici, tra cui spicca costantemente la marmettola. Questa è un sottoprodotto del marmo, che Polenta utilizza per creare opere che esplorano la relazione tra l’uomo e la natura. Le sue opere, come “Il Gigante”, reinterpretano il marmo non come materia da scolpire, ma come materia che scolpisce la tela stessa. Attraverso la serie “Solitudine della Luna” e “Contaminazioni”, l’artista riflette sull’alienazione della natura e sui contrasti sociali attuali, evidenziando la fragilità dell’ambiente e la ricchezza della diversità.
Andrea Polenta, La polvere dei Giganti
1 maggio – 16 giungo 2024
TAG@HZERO, Piazza degli Ottaviani, 1
di Tracce e di Luce alla Galleria d’arte la Fonderia
La Galleria d’arte la Fonderia presenta di Tracce e di Luce, una mostra-dialogo tra Riccardo Guarneri, Alfredo Rapetti Mogol e Filippo Cigni, con inaugurazione sabato 11 Maggio alle ore 18:30 in Via della Fonderia 42R a Firenze.
La mostra, che inaugura sabato 11 Maggio alle ore 18:30, è incentrata su nove opere che portano a riflessioni sui linguaggi dei segni, delle parole, delle luci e delle loro ombre. La riflessione condotta si concentra sul dialogo dei tre artisti appartenenti a tre generazioni differenti, Riccardo Guarneri, Alfredo Rapetti Mogol e Filippo Cigni, giustapponendo opera accanto ad opera, tecniche consolidate dal e nel tempo affiancate da ricerche e sperimentazioni in divenire.
Riccardo Guarneri, noto per le sue sottili sfumature cromatiche, che dialogano con la luce e il supporto in armonia ha una relazione con Filippo Cigni che si basa su una sospensione artistica e spazi silenziosi. Le opere di Guarneri esplorano la luce attraverso velature, mentre quelle di Cigni affondano nell’immagine tramite il simbolismo. Rapetti Mogol enfatizza la traccia e la parola, creando un gioco sacrale o destabilizzante. Il segno grafico e la scrittura collegano Guarneri e Rapetti Mogol nella ricerca di equilibri formali. Le opere di Guarneri si intrecciano con la volontà di de-significare la parola di Rapetti Mogol, rimanendo incise nella memoria collettiva. Filippo Cigni, dopo il successo della sua mostra personale, si confronta con Guarneri e Rapetti Mogol. Le sue opere esplorano l’essenza e il significato della materia, invitando a un processo di immaginazione attiva. Come Rapetti Mogol, Cigni pone attenzione sulla materia e il colore, influenzati dalla composizione e dall’azione del tempo.
La mostra invita così a riflettere sulla natura della traccia e della luce, su come esse accompagnino da migliaia di anni il percorso di ricerca di ogni artista e come questo sia base di riflessione sulla loro pittura e sul senso della pittura in sé.
di Tracce e di Luce
11 maggio – 15 giungo 2024
Galleria d’arte La Fonderia, Via della Fonderia 42R Firenze
Aleksandra de Pan, Eternal Melody alla Brancacci Art Gallery
Aleksandra de Pan, pittrice russa residente a Firenze, espone la sua mostra personale Eternal Melody presso la galleria d’arte contemporanea Brancacci Art Gallery a Firenze, a partire dal 16 maggio 2024. Le sue opere, ispirate al mito classico, offrono riflessioni sulla vita e sull’amore. In concomitanza con l’inaugurazione della mostra, viene pubblicato il primo libro monografico dedicato all’artista, intitolato “Melos”, curato da Ilaria Magni, storica dell’arte, che esplora l’opera di de Pan concentrandosi sul tema della desunzione classica. La ricerca artistica di de Pan trasporta i miti antichi in un contesto moderno, offrendo una nuova prospettiva su temi universali come l’amore, il potere, la morte e la trascendenza. La sua visione surrealista e la reinterpretazione dei miti riflettono il modo in cui il mito continua a influenzare la nostra percezione del mondo contemporaneo, secondo la prospettiva del filosofo Jean Baudrillard sulla simulazione.
La Brancacci Art Gallery, situata in una chiesa sconsacrata nel cuore di Firenze, offre uno spazio unico per l’esposizione delle opere di de Pan, che rivelano il suo percorso artistico, dalla sua infanzia a Mosca, dove scopre il cubismo e il surrealismo, fino alla sua formazione in Italia, dove consolidò il suo stile pittorico, il tutto combinando ricerca artistica contemporanea e un’atmosfera ricca di storia e cultura.
Aleksandra de Pan, Eternal Melody
16 maggio 2024
Brancacci Art Gallery, piazza del Carmine 8/R Firenze
Maree Clarke, Welcome to Barerarerungar a MAD Murate Art District
La mostra Welcome to Barerarerungar rappresenta la prima monografica dell’artista indigena australiana Maree Clarke in una istituzione pubblica europea. La mostra presenta opere site-specific create durante una residenza presso il MAD Murate Art District di Firenze. La mostra si articola in due sedi, con opere sia al MAD che al Museo di Antropologia ed Etnologia dell’Università di Firenze.
Le opere esposte affrontano tematiche legate alla storia coloniale europea e all’eredità culturale, invitando alla riflessione su memoria, identità e sostenibilità. Attraverso installazioni site-specific e opere magistrali, Maree Clarke crea un percorso suggestivo che dialoga con la storia e la natura, aprendo a un dialogo interculturale di valore.
Clarke, discendente di popoli indigeni australiani, si impegna a preservare e trasmettere la memoria delle culture native attraverso il suo lavoro artistico. Le sue opere affrontano temi ecologici ed ecosofici, aprendo a una discussione etica e filosofica sul presente post Antropocene. Attraverso la sua pratica artistica, Maree Clarke riattiva conoscenze culturali partecipate e promuove una collaborazione intergenerazionale. La sua produzione a Firenze include la realizzazione di collane di canne fluviali, simbolo di passaggio e amicizia nella tradizione indigena australiana, che collegano il fiume Arno e la sua città a una cultura lontana. Clarke onora le tradizioni e la cultura dei popoli nativi australiani, invitando il pubblico a imparare, comprendere e rispettare quest’antica cultura.