
Bittersweet: una mostra sull’adolescenza sospesa al Rifugio Digitale
Bittersweet è una mostra che offre un tuffo nelle estati che segnano il passaggio: quelle in cui ogni amore è assoluto, ogni turbamento è definitivo, ogni momento sembra eterno.
Dal 9 aprile all’11 maggio 2025, Rifugio Digitale ospita Bittersweet, personale del fotografo olandese Sander Coers, terza tappa del ciclo Il Corpo che Abito dedicato alla fotografia contemporanea. Il progetto, ideato da Irene Alison e curato da lei insieme a Paolo Cagnacci, continua il suo percorso di indagine visiva sul corpo come luogo di trasformazione, memoria e identità.
Ci sono estati che non ti scordi più. Ci sono estati in cui i pomeriggi si trascinano pigri tra inquietudini e languori e le notti portano con sé nuove promesse. Ci sono estati dolciamare in cui si diventa grandi: ogni amore è per sempre, ogni problema è un dramma, ogni desiderio è una febbre e ogni volta è una prima volta.
Coers racconta così l’adolescenza maschile, con uno sguardo sensuale e malinconico, attingendo ai propri ricordi e costruendo un universo visivo popolato da volti familiari – amici, fratelli, cugini – che diventano protagonisti di una narrazione sospesa tra memoria e sogno.
Con i suoi colori saturi, le luci calde e un’estetica profondamente emotiva, Bittersweet esplora la vulnerabilità e l’intimità dei giovani uomini nel pieno della trasformazione. I corpi incerti dei ragazzi ritratti da Coers non incarnano modelli prestabiliti, ma rivelano la difficoltà – e insieme la bellezza – di crescere in un tempo che disfa le certezze della mascolinità tradizionale senza offrirne di nuove.

Bittersweet è dunque un invito a guardare con empatia e profondità il paesaggio interiore dell’adolescenza, dove ogni estate – dolceamara – è una stagione che resta. Ma soprattutto la mostra si presenta come un saggio visivo capace di far dialogare esperienza personale e riflessione collettiva, restituendo allo spettatore la complessità emotiva dell’essere uomini oggi, in bilico tra fragilità e desiderio, tra appartenenza e ricerca di sé.
Questo tema è tanto sottovalutato quanto importante e ben messo in luce dalla mostra. Oggi la rappresentazione della figura femminile nell’arte in genere è un tema ampiamente indagato, attraversato da riflessioni critiche, riletto alla luce dei mutamenti storici e sociali, e tuttavia ancora profondamente aperto, carico di contraddizioni, di stratificazioni culturali non del tutto risolte. Ma è vero anche che, a fronte di questo vasto campo di analisi, la figura maschile, nei suoi cambiamenti, nelle sue fragilità, nella ridefinizione dei ruoli all’interno della società contemporanea, appare meno esplorata, quasi rimasta sullo sfondo di un dibattito che spesso ne sottovaluta la complessità. Eppure, in un tempo in cui identità, potere, affettività e modelli di riferimento sono in piena trasformazione, anche l’immagine dell’uomo – storicamente associata a paradigmi di forza, autorità e silenzio emotivo – merita di essere osservata, decostruita e rappresentata con sguardi nuovi. Questo processo è fondamentale anche nell’ottica di una reale destrutturazione dell’ottica patriarcale: se vogliamo spostare lo sguardo sulle dinamiche di genere in modo autentico e profondo, è necessario che tale attenzione venga rivolta anche agli uomini, ai modelli che li hanno formati e ai modi in cui questi stessi modelli possono oggi essere messi in discussione.

Info
Bittersweet | Sander Coers
09 aprile – 11 maggio 2025
mer.-dom. 11.00-19.00
Rifugio Digitale
via della Fornace, 41
50125 – Firenze (FI)
Sander Coers
Sander Coers (n. 1997) è un artista con sede a Rotterdam, nei Paesi Bassi, che lavora principalmente con la fotografia. Attraverso la decostruzione e la ricontestualizzazione dei ricordi, Sander cerca di scoprire come le storie – sia personali che collettive – vengano tramandate di generazione in generazione. Il suo lavoro fonde processi tecnici e diversi mezzi espressivi per esplorare temi radicati nelle sue esperienze vissute e nelle sue interazioni personali. In questo modo, invita il pubblico a interrogarsi sui meccanismi del ricordo e della dimenticanza, e su come questi processi influenzino la nostra identità nel corso delle generazioni.
Attingendo sia dagli archivi di famiglia che dalla propria produzione fotografica, il fotografo indaga la repressione emotiva ereditata attraverso le generazioni, in particolare tra gli uomini. Utilizzando materiali come legno, tessuti e ceramica, amplia le dimensioni tattili ed emotive della memoria. Inoltre, integra tecniche più recenti, tra cui l’intelligenza artificiale e la manipolazione digitale, per riflettere sulla natura costruita della memoria e sulla tensione tra realtà e fantasia. Sander è particolarmente interessato a come le fotografie di famiglia – spesso scatti di vacanze – tendano a presentare una versione idealizzata del passato. Attraverso la rilettura di queste immagini, esplora il modo in cui esse plasmano le storie e le narrazioni familiari, spesso rivelando le lacune e i silenzi nascosti sotto la superficie.
Dopo essersi laureato con lode in Belle Arti presso la Willem de Kooning Academy nel 2021, Sander ha pubblicato tre libri: “Come Home”, “This Naked Incident” e “Blue Mood (AI Mar)”. Il suo lavoro è stato esposto in gallerie e musei nei Paesi Bassi e a livello internazionale, con articoli e recensioni su “Foam”, “Vogue”, “Die Zeit”, “i-D” e “The Guardian”. Riconosciuto come una “Rising Star del 2022” dal quotidiano olandese “NRC”, è stato inoltre nominato per l’O. Berlin Talent Award ed è attualmente parte del programma Foam Talent per il 2024-2025. Le sue opere sono state acquisite da prestigiose istituzioni come il Preus Museum,
il Ministero degli Affari Esteri olandese, Rabobank e varie altre collezioni.