Fare surf sul divano? Non esattamente. Ma surfare per il mondo “sostando” su vari divani è possibile. Preparatevi: ve ne possono capitare di tutti i tipi. Questo grazie al sito Couchsurfing, che mette in contatto circa 3 milioni e mezzo di persone al mondo e permette a ognuno di invitare (ed essere invitato) a casa propria un perfetto sconosciuto, che però potrà essere recensito dai suoi ospiti couchsurfers per garantirne l’affidabilità.
La filosofia di base è semplice: la fiducia, la voglia di conoscere il mondo, ma soprattutto la curiosità. «La prima volta che ho ospitato qualcuno, non gli ho lasciato le chiavi…» dice Giovanni, che il couchsurfing lo “pratica” qui a Firenze da tre anni, assieme ad altri 4000 circa tra Firenze e provincia. «Poi, le ho sempre lasciate a tutti.»
Certo, Firenze offre tutto ciò che un couchsurfer potrebbe desiderare. Giovanni definisce il couchsurfing una filosofia di vita: «Dai couchsurfers sai sempre cosa aspettarti: non sono turisti comuni, ma viaggiatori». Più inclini a conoscere la vita reale e la cultura del luogo, che le mete tipicamente turistiche. E che non scelgono il couchsurfing solo per risparmiare, ma per vedere la città tramite gli occhi di chi ci vive. «Tutti i couchsurfers che ho ospitato (olandesi, turchi, russi, polacchi) mi hanno comunicato una positività, una volontà di ribellarsi dal proprio passato o di guardare al futuro tramite il viaggio».
Il couchsurfing è molto più di un viaggio: è il punto di partenza per le nuove conoscenze, vite, amicizie e amori. «Spesso non ho neanche chiesto loro di rendermi le spese per il cibo: una volta cucino io italiano, un’altra sono loro a cucinare qualcosa di tipico». I couchsurfers portano qualcosa di loro nella città in cui vanno: oggetti tradizionali, ricette di cucina, o semplicemente foto di famiglia, per conoscersi. «Non mi sarei mai aspettato di cenare con perfetti sconosciuti e ritrovarmi a parlare con loro per otto ore di fila, fino alle quattro del mattino».
Il couchsurfer ha delle caratteristiche peculiari: «Hai l’impressione di essere sempre sulla loro stessa linea d’onda». Perché per aprire la propria casa a qualcuno ci vuole fiducia. «Una volta due ragazze contattate su Couchsurfing non si fidarono abbastanza da venire a stare da me, dicevano che dalla foto sembravo inaffidabile.. (ride) Poi le ho conosciute per una passeggiata in centro, e mi hanno chiesto di rimanere a dormire da me. Non solo, si sono fatte tre chilometri a piedi per raggiungermi in mezzo alla notte!».
Couchsurfing non è solo condivisione di divani, ma anche di tempo. Tempo passato a passeggiare per la città e mostrandola agli ospiti e a rinnamorarsene. «E’ uno scambio stimolante, porta del nuovo alla città, fa stare bene e per me è diventato una dipendenza. Chi fa couchsurfing ha come obiettivo l’impregnarsi di esperienze e conoscenze acquisite in mondi nuovi».
A volte Giovanni si è trovato davanti persone che hanno condiviso con lui esperienze del passato anche intime e pesanti, e si sono aperte totalmente, in confidenza. Altri sono capaci di svelarti realtà sconosciute della tua città: “Ma davvero non sapevi che puoi andare da casa tua fino a Santa Maria Novella in treno in soli 5 minuti da Campo di Marte?».
Chi viaggia facendo couchsurfing non improvvisa mai: è informato e organizzato, sa cosa cercare nella città in cui approda. Anche grazie al blog di couchsurfing, in cui ci si scambiano notizie su eventi, inviti, feste organizzate in città, e che consente ad ancora più persone di incontrarsi.
Ebbene sì, Giovanni, in questi anni, ha scoperto un’inaspettata e magica verità: che aprire la propria casa, la propria vita e la propria cultura a degli estranei rischia solo di portare con sé delle belle sorprese, nonché nuovi amici in tutto il mondo.
FIAMMA GORETTI