Crisi settore moda, ne parliamo con l'imprenditore fiorentino Tommaso Santoni

crisi settore moda

Intervista ad uno dei quattro fondatori di D.A.T.E. che ci illustra i problemi di un settore dove l’emergenza sanitaria fa “piovere sul bagnato”.

In linea con gli eventi del fashion a livello mondiale, Pitti Immagine ha deciso di rinviare il celebre appuntamento estivo per la moda maschile da giugno a settembre (dal 2 al 4, Fortezza da Basso). Ma lo spostamento delle fiere è il male minore per il comparto, molto importante nel Made in Italy, già da un po’ di tempo in sofferenza. Da alcuni anni le vendite della moda erano diminuite per tutti, dai brand famosi alle realtà imprenditoriali toscane. Il Coronavirus ha assestato un duro colpo abbinando la contrazione dell’industria globale al lockdown della Cina, primo produttore e anche primo mercato di sbocco globale del fashion. Lo scenario futuro che si prospetta è il riflesso della crisi economica complessiva, con prevedibile difficoltà finanziaria accompagnata da chiusura delle boutique e cancellazione degli ordini.

Ma è pure l’occasione per riconnettere un settore con il suo core business, dopo anni di stressante ricerca di nuovi mercati da inondare di prodotti. E ancora: fusioni, accorciamento della filiera produttiva, eliminazioni dalle collezioni di capi “usa e getta”, sfilate virtuali, show room digitali, commercio on line e sviluppo dei canali social. A partire da queste riflessioni, abbiamo sondato il parere di un imprenditore fiorentino, fondatore di D.A.T.E., marchio che è riuscito in pochi anni ad affermarsi e divenire leader nella produzione di sneakers

Tommaso, ha senso spostare tutte le fiere del fashion alcuni mesi oltre il loro appuntamento tradizionale? 

Faccio una premessa – lo ha recentemente detto anche Giorgio Armani – il settore della moda sta pagando la smania continua di “anticipare i tempi”, finendo per essere disconnessa con il ciclo delle stagioni. Così troviamo i capi di lino nei negozi in inverno pieno! Allora, in realtà, rinviare a settembre sarebbe proprio una mossa che va incontro alle logiche climatiche. Per rispondere alla tua domanda, ha senso oggi spostare le tempistiche delle fiere, ma occorre che anche i saldi estivi siano posticipati, altrimenti sarebbero un’ulteriore riduzione del margine di guadagno per i negozianti.

Per spiegare ai non addetti al settore, la collezione Primavera/Estate 2020 è stata ordinata lo scorso giugno, prodotta e spedita agli store tra la fine del 2019 e i primi dell’anno. Ecco, con il lockdown tutta questa marce rimane invenduta nei magazzini fino alla riapertura, a quel punto il periodo di vendita a prezzo pieno sarà molto breve. Per questo noi imprenditori abbiamo promosso un’iniziativa a livello di Parlamento europeo per una nuova regolamentazione delle svendite a seguito dell’impatto del Coronavirus sul mercato.