L’arte di colorare la quotidianità con la creatività

illustrazioni enrica mannari

Enrica Mannari – illustratrice e content creator toscana – ci racconta le forme espressive del suo linguaggio creativo con cui sprona la propria community a lasciarsi ispirare dalla vita avviando riflessioni e ponendosi domande. 

Non ci fermiamo mai, siamo sempre alla ricerca di qualcosa ma spesso ci sentiamo spenti e disorientati. Arriva un momento in cui diventa essenziale ripartire dalla nostra interiorità, aprire gli occhi su quello che stiamo facendo e immergerci in quello che siamo. Enrica Mannari, grazie alle sue creazioni che uniscono parole e immagini, fornisce gli spunti per cambiare punto di vista e modo di agire.

Illustratrice e designer ma non solo, ti occupi anche di comunicazione e marketing. Raccontaci del tuo percorso.

Sono sempre stata guidata dalla curiosità e attratta dalla vita. Le immagini e la comunicazione sono gli strumenti che ho scelto per ascoltarle e poi raccontarle. Ho sempre fatto così, da quando ero al liceo – Scientifico, con indirizzo Artistico – e poi a Milano dove ho studiato Visual Design fino ad oggi. La vita non ha dei percorsi prestabiliti, sei tu a fare la differenza, e la tua fame di diventare e di dimostrare. Ho lavorato come freelance nei settori della moda, della grafica, dell’editoria e del soft porn spostandomi in tutta Europa. I ritmi frenetici mi hanno spinta a cambiare, trasferendomi al mare e mettendo al primo posto me stessa.

Ti definisci una “creative mentor”, cosa intendi? 

Ho associato due parole per me interessanti creando un termine del tutto nuovo per far capire alle persone che la creatività è uno strumento che può aiutare nell’evoluzione personale connettendola appunto alla figura del mentore. Non mi è mai piaciuto definirmi come “direttore creativo” perché questa professione contiene una dimensione business che non è il cuore di quello che faccio. Per me la creatività ha senso nella quotidianità, proprio perché senza di essa la vita è noiosa e uguale per tutti. Elaborare il proprio linguaggio creativo permette di osservare la realtà attraverso un filtro che rende le esperienze divertenti, esortandoci a cogliere l’essenza del momento. Un antidoto alla noia – quella pesante che non serve a niente – ma soprattutto una matrice di un percorso interiore di conoscenza. Proprio per questo sto dando vita alla residenza Mannara, un luogo in cui organizzare dei ritiri per imparare a utilizzare la creatività non solo per la sua funzione progettuale ma anche come supporto per conoscere noi stessi e per trovarsi. 

Le tue creazioni sono positive e divertenti ma trasmettono messaggi importanti. A cosa ti ispiri per idearle?

Io prendo ispirazione dalla mia vita e voglio condividere con la mia community il percorso che ho fatto e continuo a fare tutti i giorni. Infatti, la crescita personale è il tema centrale del mio lavoro: questa per me è filosofia. Si ha l’opinione comune che di filosofia si possa parlare solo se si è laureati, considerandola un argomento specifico e di nicchia. Io, invece, ritengo che sia l’arte di vivere la vita, di farsi delle domande e trovare delle risposte, smettendo di essere certi di quello che si pensa. 

Unisci una comunicazione visiva – fatta di immagini – a una comunicazione testuale. Qual è il tuo processo creativo?

Unire queste due forme di comunicazione non è qualcosa di studiato, è da sempre la modalità con cui mi esprimo. Ritengo, tuttavia, che senza pensieri articolati in parole sia difficile capire chi siamo. Infatti, l’input delle mie creazioni parte sempre dal concetto che voglio comunicare e che poi si trasforma in parole e quindi in immagini. La comunicazione è un iter che mette insieme delle informazioni per creare delle emozioni per le persone o per metterle a conoscenza di qualcosa. Informazioni o idee che, sia che lavori per me stessa che per i brand, vanno a creare un percorso visivo trasformandosi prima in testo e poi in disegni. Accade raramente che io parta da questi ultimi e solamente nel caso in cui sto sperimentando. Nella ricerca non ci sono regole, è un ambito completamente libero. 

Qual è l’obiettivo che ti poni con la comunicazione dei temi che tratti e con la condivisione dei contenuti che crei? 

Il mio obiettivo è quello di spronare le persone a pensare, a farsi delle domande superando la comunicazione polarizzata a cui sono abituate. Questo atteggiamento è l’annichilimento della dignità del pensiero umano. Per uscire da questo schema in cui viviamo dobbiamo recuperare il nostro Io nel mondo, vivere attingendo a noi stessi, immergendoci nel nostro essere, chiederci chi siamo e chi sono gli altri. Da un lato tendiamo a basare tutto sull’esterno dimenticandoci dell’interno. Dall’altro lato non ci guardiamo abbastanza intorno; basterebbe farlo per sentirsi maggiormente ispirati e vivi. Condividendo quello che succede a me vorrei aiutare chi mi segue nel ritrovarsi. 

Per motivare utilizzi anche l’arte. Infatti, hai attivato un progetto – MotivArte appunto – con alcune città italiane. In che modo unisci questi due mondi e da dove nasce questa iniziativa?

L’arte è capace di connettersi a qualsiasi cosa proprio perché una delle sue funzioni primarie è raccontare. Siamo noi a decidere cosa può essere considerato artistico. Io, infatti, racconto con uno stile pop e pubblicitario pensieri brevi, fruibili immediatamente sui social o – come nel caso di MotivArte – per strada. Il progetto nasce su Instagram, ho creato dei fotomontaggi di mie illustrazioni come cartelloni pubblicitari condividendo con chi mi segue quanto sarebbe stato bello renderli reali. Le risposte concordi sono state tantissime, una mannara della mia community ha trovato il nome e molti comuni mi hanno contattata. Attualmente sono in ventuno ad aver aderito. Il progetto ha l’obiettivo di sorprendere le persone nelle loro azioni quotidiane – mentre fanno una passeggiata o stanno andando a fare la spesa – spronandole a svegliarsi e aprire gli occhi su quello che stanno facendo e sul modo in cui lo stanno vivendo. 

Affermi che il tuo super potere è l’empatia. In cosa consiste per te questa dote e perché pensi che oggi sia importante?

Anche l’empatia, come la creatività,  è uno strumento che utilizzo per capire gli altri. La vita è fatta di esperienze, non solo le mie ma anche quelle di chi mi circonda e di chi incontro. Sono curiosa, ma non potrei conoscere da sola tutto quello che desidero e quindi ho bisogno di connettermi con le altre persone per farlo. Non è possibile vivere tante vite, abbiamo bisogno di collegarci a quelle degli altri per farlo. Grazie all’empatia riesco ad essere quella che sono e a lavorare come faccio, ma l’ascolto non è importante solo per gli artisti, lo è per tutti, perché senza la vita risulterebbe triste.

Qual è il tuo prossimo progetto?

Ci sono tantissimi progetti che sto tenendo insieme. Attualmente – a parte portare avanti MotivArte, il mio brand di accessori Amuletika e collaborare con diversi marchi – sto ultimando un nuovo libro sulle parole dell’emotività e vi anticipo che sarà da colorare. 

Curiosità e creatività, sono queste le parole d’ordine che dobbiamo ricordare per ritrovarci in un tempo che a volte corre troppo veloce. Se poi a ricordarcelo sono le illustrazioni originali e colorate di Enrica, tanto meglio! 

Foto di Sara Stefanini e illustrazioni di Enrica Mannari

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