Litorale profondamente inciso, falesie a picco sul mare, leccete con uno sguardo all’orizzonte, venti di storia e leggenda che spirano da molto lontano. La Costa degli Etruschi inizia così.
La Costa degli Etruschi, già a sentir parlar di loro la mente vaga lontano in atmosfere affascinanti e sfuggenti, per lo più ignote, ma che in qualche modo ancestrale sembra risvegliare un déjà-vu in ogni essere toscano, risvegliare una storia primordiale che anche al fiorentino più campanilista induce un pensiero: “non solo il cupolone è la mia culla”. Anche i venti e le onde che prorompenti si infrangono sulle scogliere livornesi, suscitano il fascino, la potenza, il senso selvaggiamente familiare di quando ci si trova al cospetto di nostra Santa Maria del Fiore. All’inizio della Costa degli Etruschi ci si imbatte a Calafuria e la sua torre, che sia bel tempo o brutto tempo, non si può fare a meno di fermarsi in quel luogo. Se il mare è calmo, niente fa più voglia di scendere la scogliera e immergervisi, se il mare è arrabbiato e il cielo minaccioso, niente di più affascinante, anche il nome stesso lo rimanda, è lo spettacolo dell’impeto del mare che affronta e sfida la scogliera e la torre, una tempesta fuori che sembra cullare e placare la malinconica tempesta dentro, tanto tutti abbiamo i propri tormenti.
La costa è frastagliata e in molti punti impervia, con falesie che si incuneano nelle acque blu e cristalline del Mar Ligure, si, non il Mar Tirreno, è convenzione comune e di tradizione far partire il Tirreno dal confine ligure in giù ma geograficamente non è corretto, parte da una linea ideale tirata da Piombino alla Corsica in giù. Proprio per la costa così frastagliata, per volere della nostra tanto amata famiglia dei Medici, vennero costruite numerose torri d’avvistamento lungo il litorale livornese, da ogni postazione era necessario vedere quella vicina, per diffondere prontamente i segnali d’allarme alla città di Livorno, per minacce provenienti prevalentemente dal mare come quella dei pirati, che in epoca medievale e rinascimentale infestavano quei mari. La Torre di Calafuria e le vicine torri del Maroccone o del Diavolo, integrata oggi nel Castello del Boccale e di San Salvatore, l’attuale Castello Sonnino, facevano parte di questo sistema difensivo. Cessati i suoi scopi difensivi, la Torre di Calafuria nel secolo scorso fu studio e anche un po’ dimora fino a primi anni duemila, dell’artista livornese Alberto Fremura, che confinato fra mura cariche di storia a picco sul mare diede ispirazione al suo estro.
Ma Calafuria non titola soltanto una torre situata in uno dei tratti più belli della Costa degli Etruschi, nomina anche la natura sorprendentemente rigogliosa che vi è alle spalle del litorale. La Riserva naturale di Calafuria fu istituita per tutelare l’ambiente naturale di particolare pregio che vi è in questa zona. Si spinge per circa 116 ettari nell’entroterra, comprendendo la parte occidentale dei Monti Livornesi, tutelando ombreggianti boschi di leccio e la profumata macchia mediterranea che lascia spazio a panorami sul mare e la costa mozzafiato. Ettari di natura incontaminata, lontani dal noto caos che si riversa sulle spiagge livornesi soprattutto nel periodo estivo, e quando l’uomo non c’è, si sa, gli animali ballano o meglio, la fauna prospera; molte sono le specie selvatiche che abitano questi boschi, anche specie piuttosto rare. La riserva offre esperienze trekking alla portata di tutti ed è irradiata da una sentieristica che conduce con dislivelli non troppo impegnativi a scoprirne la natura e gli scorci che si aprono sulla Costa degli Etruschi. Raggiungendo anche il borgo di Montenero, dove vi sorge l’omonimo santuario, meta di pellegrinaggi fin dal lontano Medioevo. Altrimenti detto Santuario della Madonna delle Grazie, attualmente è sotto la custodia dei monaci benedettini vallombrosani; che si sia uomini di molta fede o poca, è un luogo da visitare, se non altro per rimanere sorpresi dalla quantità e la storia intrisa di leggenda degli ex-voto, conservati nella galleria lungo i fianchi della chiesa.
Se all’andata in salita qualche panorama può sfuggire perché di spalle al mare e per un po’ di fatica sulle gambe, al ritorno non ci sono distrazioni, macchia mediterranea e paesaggi oltre l’orizzonte. Per riscendere poi alla torre, dove ad oggi vi è sorto anche un bar, per prendere una bibita fresca, estremamente soddisfacente dopo una giornata di escursione, e andarsi a godere un aperitivo a picco sul mare, a sedere sulla scogliera, a toccar quasi il tramonto.
Testo e foto di Benedetta Perissi
Vieni con noi? Trek con FUL domenica 21 giugno
Perché non mancare
Litorale noto per la villeggiatura, Calafuria offre molto di più, monti ricoperti da rigogliosi boschi, luoghi di culto, panorami mozzafiato sulla Costa degli Etruschi.
Dettagli tecnici
- Lunghezza percorso: circa 12 km
- Dislivello in salita: 530 mt.
- Grado di difficoltà: facile
- Impegno fisico: modesto
- Quota massima: 300 (m.s.l.m.)
A chi è adatta
L’escursione è tecnicamente facile e può essere effettuata anche dai bambini. Il percorso non richiede particolari doti fisiche per essere effettuato, se non un po’ di attitudine a camminare.
Costo e prenotazione
Prezzo del servizio a persona: € 15,00, gratis per i bambini sotto i 12 anni. Per prenotare inviare una mail a redazione@firenzeurbanlifestyle.com con oggetto Trek Calafuria, per maggiori informazioni contattare il numero 3315670819
La quota comprende: organizzazione del trek e assistenza guida ambientale escursionistica assicurata e abilitata ai sensi della L.R. n°42/2000.
La quota non comprende: il viaggio per raggiungere il punto di ritrovo e di ritorno, il pranzo al sacco, merende e altre bevande e tutto ciò non specificato ne “La quota comprende”.
Il pagamento dell’intera quota avverrà la mattina dell’escursione al momento del ritrovo.
Coloro che per improvvisi impegni o motivi d’altro genere, non possono partecipare all’escursione, devono darne comunicazione il prima possibile e non oltre 3 giorni prima della partenza.
Condizioni necessarie alla partenza del trek
L’escursione avrà luogo con un minimo di 8 partecipanti e in condizioni climatiche idonee e potrà subire variazioni o essere rimandata anche il giorno stesso della partenza per motivi di sicurezza e opportunità.
In caso di equipaggiamento non adeguato del partecipante, la guida si riserva la facoltà di non condurlo nell’escursione.
All’escursione possono partecipare solo i cani muniti di guinzaglio.
Informazioni pratiche
Il percorso non presenta difficoltà, ma si svolge in ambiente naturale, su sentieri o strada sterrata, su terreni incoerenti e dissestati; è pertanto obbligatorio indossare calzature da trekking, già collaudate, con suola dotata di buona aderenza, affinché piede e caviglia siano ben avvolti e sostenuti.
E’ consigliabile dotarsi di uno zaino di circa 20 litri di volume, anche il copri-zaino, portare con sé una borraccia da almeno 1,5 lt, delle barrette energetiche e una giacca impermeabile (magari antivento) o una mantella impermeabile.
Indossare pantaloni comodi e portare anche crema solare e cappello per il sole. Se si dispone dei bastoncini telescopici per la camminata, portarli con se. Non dimenticare la macchina fotografica e anche il costume da bagno!
Evitare di riempire lo zaino di oggetti inutili, più leggero sarà e più si godrà dell’esperienza.
Programma della giornata
Domenica 21 giugno 2020
- Ritrovo a Calafuria: ore 10.30, al bar ristorante Precisamente Calafuria.
- Partenza del trek ore 11.00.
- Pranzo al sacco previsto per le ore 13.30 circa.
- Ripresa del cammino per il rientro ore 14.30.
- Rientro alle auto ore 16.00.
- Bagno in mare per chi vuole e se il tempo lo permette.
N.B.: il trasporto al punto di partenza dell’escursione, avviene con mezzi propri. Gli orari sono stimati, eccetto quello di ritrovo.