La Berta, leggenda affascinante e misteriosa

la berta statua pietrificata

Firenze, centro storico, Via de’Cerretani. Capita, passando sotto la parete della chiesa di Santa Maria Maggiore che si affaccia sulla strada, di sentirsi osservati. Non è facile, nell’immediato, scoprire chi sia a scrutare, giorno e notte, i passanti che vanno e vengono da Piazza del Duomo.

Alzando lo sguardo lungo la parete della chiesa, in mezzo ai mattoni, è possibile scorgere una testa pietrificata. Se una ricostruzione storica certa di come la testa sia finita lì non c’è, esistono comunque diverse teorie che provano a fornire, a questo proposito, una testimonianza di chi fosse “La Berta”

Cecco D’Ascoli e il sacerdote pietrificato

Secondo una delle leggende più diffuse, a metà del 1.300, passò di lì Cecco d’Ascoli, uno scienziato condannato a morte per stregoneria. Dalla stessa chiesa, vedendo l’uomo passare, accorse alla finestra un vescovo, il quale urlò forte e chiaro alla popolazione di non dargli da bere. Il motivo? Abbeverandosi, il condannato a morte si sarebbe salvato. Pochi istanti prima di bruciare sul rogo a causa del suo patto con il diavolo, Cecco lanciò un urlo, proprio in direzione del vescovo: “E tu di lì il capo non caverai mai”.  Ancora oggi, la testa del religioso -pietrificata- guarderebbe la strada, proprio come allora guardava il rogo di Cecco d’Ascoli.

Il cuore tenero dei fiorentini, un omaggio all’ortolana

Secondo un’altra leggenda, la testa in pietra sarebbe un omaggio ad un’erbivendola del posto voluto dai fiorentini del quartiere del centro storico. Il motivo della celebrazione della signora è presto detto: quest’ultima, avrebbe infatti regalato alla chiesa di Santa Maria Maggiore una campana, della quale fino a quel momento era sprovvista.

La Berta, ovvero una statua di origine romana 

Più verosimilmente, questa testa è uno dei numerosi resti di una delle statue romane che, nel periodo medievale, furono utilizzate per abbellire ulteriormente i palazzi e gli edifici della città, che ancora oggi conservano sulle facciate rovine di statue romane. 

Al di là delle origini della scultura, per i fiorentini non è altro che “La Berta”. D’ora in avanti, quando passate in Via de’Cerretani, ricordatevi di buttare un occhio lungo la facciata per salutare, con doveroso e solenne rispetto, “La Berta”.

Articolo a cura di Sacha Tellini

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