La forza oscura di Pinocchio, dal libro di Collodi alle opere di Miles.
ร entrato nel sangue del discorso collettivo. Al pari e forse piรน di Manzoni o De Amicis ha accompagnato il forgiarsi della coscienza nazionale; laddove perรฒ i due padri della patria e della scuola risorgimentale non sono mai riusciti a imporsi davvero nellโorizzonte universale โ come invece รจ accaduto per Dickens con Oliver Twist o per Hugo con Notre-Dame o I Miserabili (la cui versione musical continua a essere replicata in tutto il mondo) โ, Pinocchio di Carlo Collodi si รจ rivelato uno dei grandi archetipi della letteratura moderna e contemporanea, una di quelle โimmaginiโ che aggiungono qualcosa al panorama emotivo di tutti. Ristampe, traduzioni, riduzioni, adattamenti cinematografici e musicali, semplicemente non si contano. Persino nellโintervallo tra la stesura di questo articolo e la sua pubblicazione, nuove versioni verranno certamente annunciate. Come scriveva la poetessa Cristina Campo: โSi sa che ogni vicenda perfetta รจ la vicenda di un uomo solo, che solo lโesperienza preziosa, caduta in sorte a un essere singolare, puรฒ riflettere, come una coppa fatata, il sogno di una moltitudine. Lโevento irripetibile รจ storia universale, la massima profonditร massima superficieโ.
Ancora una volta, il verbo si รจ fatto carne, e cโรจ piรน di unโeco dellโincipit del Vangelo di Giovanni anche nel titolo del volume Contrabbandiera che raccoglie le illustrazioni dello sculture, pittore e street-artist Miles, Il Legno e la Carne. E a ragione, perchรฉ la storia dissacrante di Collodi โ fin dalle sue prime celebri battute che strappano il lettore dai binari delle aspettative piรน facili e consolidate, con il loro: ยซCโera una volta…โUn re!โ diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. Cโera una volta un pezzo di legnoยป โ possiede, come ogni racconto fiabesco fondato sulla โlunga fedeltร dei folliโ (notava sempre Cristina Campo) a un sogno apparentemente impossibile, una profonda e inquietante dinamica cristica, che tocca alcuni dei nostri gangli piรน profondi e oscuri, il โsanguinante nidoโ di cui Testori scriveva a proposito di Bacon. Il legno si รจ fatto carne.
La parabola โ appunto โ di Pinocchio ha una forza feroce, scandita dalla rustica bellezza e crudeltร di un mondo spigoloso comโรจ la Toscana che si intravede giร negli affreschi di Masaccio e ancora nei dipinti di Rosai. Un universo di scaltrezza ironica e violenza contadina, che non si fa illusioni sulla giustizia umana, tanto piรน scimmiesca quanto piรน paludata, scandito da aiutanti compassionevoli eppure stizzosi e da cattivi ora terribili, talvolta perfino incomprensibili, ora comici se non addirittura teneri come Mangiafoco โ โlโorco fallitoโ, scriverร Manganelli โ che si commuove a forza di starnuti. Rispetto agli inciampi di Pinocchio sulla via della sua redenzione, grandeggia โ seppur fugacemente โ persino la ribellione impenitente e anarchica di Lucignolo/Lucifero che, al pari del Franti di Cuore (e prima ancora dellโInnominato dei Promessi Sposi), costituisce lโennesimo addomesticato compromesso che una concezione moralistica della storia e della societร riconosce a chi ne contesta i fondamenti in categorie di giusto e sbagliato. ยซTutti la notte dormono e io non dormo maiยป, canta il diabolico, mellifluo Omino di Burro, come sanno bene tutti i bambini che sono rimasti svegli, al buio, avvertendo intorno lโattenzione silenziosa di ombre malevole.
Il mondo di Pinocchio รจ scuro, denso, sporco, persino le delizie delle case fatate hanno la rustica concretezza delle vecchie merende a casa dei nonni: pere, panini al burro e zucchero. ร un mondo sadico, dove le punizioni inflitte al burattino sono sottilmente assaporate dal narratore e dal lettore che delibano lโinesorabile concatenarsi di causa-effetto, delitto e castigo. Collodi non si peritรฒ neppure di far morire il proprio protagonista che scalcia impiccato mentre guaisce il nome del babbo, proprio come Gesรน sulla croce. E al pari di Doyle con Holmes, fu costretto a resuscitarlo, conferendo davvero al viaggio del burattino tutti i caratteri di un percorso di trasformazione e redenzione, come nellโAsino dโoro di Apuleio che giร sotto una simile veste favolistica raccontava unโiniziazione sapienziale che libera dalle pastoie bestiali e introduce a una superiore vita nuova. Col tempo gli ammaestramenti morali che puntellano la vicenda e chiudono i capitoli, sono stati sempre piรน criticati con insofferenza, attribuiti allโeditore, sentiti in contraddizione con la maliziosa energia dellโispirazione originale. Resta il fascino per un ciclo di infinite trasformazioni in una traiettoria dritta e inesorabile come i binari di un treno che al contempo cede alla seduzione di continui scarti e deviazioni, alle sollecitazioni di un mondo traboccante di vita, che รจ stato cosรฌ ben espresso dalle celebri tavole di Roberto Innocenti.
Il volume Contrabbandiera che raccoglie le opere di Miles, le scene abbozzate, i personaggi principali o secondari, i dettagli fatti spiccare in primo piano come ceppi, pere, tagliole, padiglioni, banchi di scuola o la stessa corda dellโimpiccagione, non comprende il testo di Collodi. Ne consegue una specie di film muto o di ciclo medievale โ le famose Bibbie dei poveri scolpite o affrescate nelle cattedrali โ che chiede alla memoria di riconoscere episodi passati in proverbio e incisi meno noti, ma parimenti importanti e suggestivi. Macchie di inchiostro divorante, gabbie ridicolamente piccole, creature umide come lumache viscose, oppure spigolose, dure e affilate, ammassi di corpi che si stipano nello spazio e lasciano mezza tavola bianca e vuota, morsi che raggelano le vittime, mani nodose che si serrano, il verdemare delle acque percorse dalle bracciate, fate turchine dalla pensosa bellezza aliena.
Miles รจ molto legato anche alle suggestioni dellโarte e della cultura nipponica e un raffronto cui ho pensato spesso รจ il Tekkonkinkreet di Matsumoto/Arias. La stessa crudeltร della violenza inflitta e subita, la stessa ruvidezza emotiva, la dolcezza buffonesca e triste nei visi dei bambini sperduti, le polle di silenzio e solitudine, la stessa tenerezza o lo stesso abbandono degli abbracci nel ventre buio del pescecane, illuminato da una sola candela. A chiudere il ciclo non รจ semplicemente il tanto agognato bambino vero che ride della vecchia carcassa di legno, ma un Pinocchio al tempo stesso burattino, asino, bambino umano. ร una delle intuizioni piรน belle e perturbanti, quasi una lettura transumana dellโopera stessa e della riserva di senso cui continuiamo ad attingere da quasi due secoli. Non si puรฒ piรน dire quale delle tre dimensioni venga prima e finisca scartata, quale stia sbocciando, a quale si approderร infine.
Tutte e tre, nessuna. Pinocchio โ e lui in noi โ รจ questa compresenza di bestiale, meccanico, umano, e da quando i miei occhi si sono posati su questโultima scelta immaginativa non ho potuto ricordare lโultimo scambio di battute del libro (ยซE il vecchio Pinocchio di legno dove si sarร nascosto?ยป, ยซEccolo lร !ยป rispose Geppetto; e gli accennรฒ un grosso burattino appoggiato a una seggiola, col capo girato sur una parte, con le braccia ciondoloni e con le gambe incrocicchiate e ripiegate a mezzo, da parere un miracolo se stava ritto. Pinocchio si voltรฒ a guardarlo: e dopo che lโebbe guardato un poco, disse dentro di sรฉ con grandissima compiacenza: ยซComโero buffo, quandโero un burattino! e come ora son contento di esser diventato un ragazzino perbene!ยป) senza pensare con inquietudine che quel sorriso compiaciuto alla crisalide della materia grezza da cui รจ emersa una coscienza โsuperioreโ potrebbe benissimo aspettarci in futuro, quando la stessa natura umana sarร considerata una bozza goffa e superata da qualunque cosa saremo diventati nel progressivo innestarsi di supporti artificiali e digitali. Le trasformazioni, i loro strazi e le loro vittorie, ciรฒ che in esse si acquista e si perde, sono tuttโaltro che finite.
Testo di Edoardo Rialti; Illustrazioni di Miles