Per risolvere il problema movida basta uno stick?

stickmovida4Lo scorso 18 dicembre tutti i locali più importanti di via dei Benci sono stati sequestrati, lasciando la strada della movida fiorentina a nord dell’Arno buia e desolata. Percorrendola, in una notte fredda, circondato da americani ubriachi, fiorentini che vagavano da un avviso di sequestro all’altro, mi sono chiesto quanto questo provvedimento riuscirà ad evitare il degrado.

I gestori, che avevano già visto a causa della crisi una flessione negli introiti del 50%, non potranno che accusare pesantemente la cessione delle attività. Tanto che Trine West, proprietaria del Lochness, ha preferito violare l’ordinanza, tenendo comunque aperto, col risultato di subire una denuncia a piede libero da parte della polizia.stickmovida2

Trascinato nel buio tutt’altro che silenzioso di via dei Benci, le domande continuavano ad affollarsi nella mia mente. Perché questo tempismo, perché sequestrare i locali nel periodo invernale più delicato e importante per i gestori? Lo stesso che portò il Comune a chiudere l’anno scorso via dei Benci a Maggio, costringendo così i gestori a firmare quel cosiddetto Patto per la Notte, che ha delegato loro una tutela dell’ordine pubblico giuridicamente ben oltre le funzioni normalmente esercitate dai privati. A cosa può servire affidare ad “addetti alla sicurezza” il mantenimento della quiete pubblica non solo nell’ambito dell’area circostante ai locali, ma persino per la strada, che sarebbe di competenza del Comune? L’assessore Sara Biagiotti ha dichiarato: “I locali devono collaborare di più, se sentono assembramenti rumorosi devono chiamare la polizia”. Questa affermazione mi ha lasciato perplesso: non potrebbe, il Comune, lasciare due volanti ferme tra Santa Croce e l’inizio di Via dei Benci durante il week end?

Per tre giorni la Polizia Municipale ha misurato i livelli audiometrici, rilevando lo sforamento di decibel che ha portato alla chiusura dei locali, ma è davvero possibile distinguere tra i rumori dei clienti da quelli di coloro che circolano per la via della movida? Questi livelli non sono ridicolmente bassi per un’area in piena attività durante la notte? E in quanti altri posti della città sono superati senza che nessuno controlli? Con questo, ben venga la tutela del sonno cittadino…ma davvero far chiudere i locali, portando al fallimento giovani imprenditori e lasciando i fondi ad attività certo meno qualificanti, migliorerà la situazione?

stickmovida3La movida produce ingenti profitti a livello locale, limitati disagi e spesso riqualifica intere aree. Se le amministrazioni non volevano creare aree di movida, perché concedere tutte queste licenze per alcolici? Perché non pattugliare meglio le strade? Le nostre forze dell’ordine, perennemente a corto di risorse, fanno quello che possono, ma sono spesso invisibili nel centro. Si parla di degrado, ma perché non parliamo invece di “gestione”? Tutta questa campagna contro la movida sembra più un’iniziativa mediatica fatta per riscuotere il consenso che un reale tentativo di circoscriverne i problemi e valorizzarne i pregi.

Forse SONO, invenzione del geniale Design Strategist austriaco Rudolf Stefanich, potrebbe migliorare la vita dei residenti del centro storico. Si tratta di uno stick applicabile alle finestre, che attraverso un sofisticato microfono e il controllo delle vibrazioni dei vetri non solo cancella i rumori, ma permette ai residenti di selezionare quali sentire. Grazie a questo apparecchio, finalista al James Dyson Award e ora sulla via della produzione, potremo andare a letto tranquilli, selezionando solo il rumore del vento, mentre sotto casa nostra “infuria la vita notturna”. Sfortunatamente SONO è ancora poco conosciuto, e probabilmente una volta commercializzato sarà difficile reperirlo in Italia.Per risolvere il “problema movida”, dunque, basta uno stick? Credo, purtroppo che finchè la considereremo un “problema” nemmeno l’alta tecnologia ci salverà dall’essere vittime del fuoco incrociato in questa guerra al degrado.

NICCOLO’ BRIGHELLA