Qatar 2022, contraddizioni mondiali

La FIFA World Cup 2022 è iniziata con una cerimonia spettacolare, luci e musica per la grande bolla narrativa. FUL ha chiesto l’opinione a tre giornalisti che seguono da tempo le vicende – e anche le contraddizioni – del gioco più bello del mondo.

Lo scenario inaugurale della FIFA World Cup 2022 è stato l’Al Bayt Stadium di Al Khor dove, dopo una cerimonia sfarzosa, ieri ha avuto luogo la prima partita in programma e il Qatar – Paese ospitante – è stato sconfitto per 2 – 0 dall’Ecuador. Ma il calcio d’inizio non ha spento le polemiche sull’assegnazione agli emiratini dell’organizzazione della Coppa del Mondo, la prima edizione in autunno, in un paese dalle temperature eccessive, e senza tradizione calcistica. 

Metti una sera a cena all’Eliseo.

La prima opinione che presentiamo è quella di Francesco Sani, responsabile di redazione di FUL magazine, che ci ricorda come oltre alla faccenda centrale del rispetto dei diritti umani, proprio la decisione del “governo mondiale del pallone” di assegnare l’organizzazione al Qatar partì male. 

<<Le rivelazioni su una cena parigina avvenuta il 23 ottobre del 2010 all’Eliseo fecero sorgere il sospetto su un sistema incrociato d’interessi politico-sportivi. Divenuto noto come “Qatargate” – spiega Francesco – quella sera al tavolo erano seduti l’allora presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, il presidente dell’UEFA Michel Platini e Tamim Bin Hamad Al-Thani, principe ereditario del Qatar con più di qualche interesse in Francia. Tra cui il Paris Saint-Germain, la squadra più forte del campionato da far diventare vincente anche in Europa. A quella cena si parlò del “prossimo” Mondiale 2022 che il paese arabo riuscì appunto a vederselo assegnato a sorpresa un paio di mesi dopo quell’incontro. La candidatura data sicura per vincente fino al giorno prima infatti era quella degli USA. Se il “Qatargate”, con i suoi sviluppi, ha fatto uscire di scena “le roy” Platini, allora presidente UEFA e l’ex presidente FIFA Joseph Blatter, a Doha le ombre non si dissolveranno con il fischio d’inizio.  

Sull’evento in Qatar gravano inquietanti aspetti organizzativi. Sono ben documentate le malvagità del regime, con migliaia di operai morti sul lavoro per la costruzione degli stadi e i diritti umani violati. Non è la prima volta che la FIFA fa ospitare il Mondiale di calcio a uno “stato canaglia”. Tutti ricordano bene l’assist alla dittatura militare dell’Argentina con la Coppa del Mondo del 1978. Quella coppa che le mani insanguinate di Jorge Videla consegnarono poi al capitalo dell’albiceleste Daniel Passarella (mentre i giocatori olandesi, dopo aver perso la finale, lasciarono subito il campo disertando la premiazione) fu una legittimazione del dittatore. Ma questa è un’altra storia, magistralmente raccontata in film e libri.  

Dicevamo qui degli organizzatori della World Cup 2022, ed è curioso che proprio loro in questi giorni abbiano parlano di “diritti” e si siano professati orgogliosi di “avvicinare le persone” grazie al torneo. Però è bene a nessuno degli spettatori venga in mente di sventolare una bandiera arcobaleno! In più, le dichiarazioni di sabato del presidente FIFA Gianni Infantino, dove gli è toccato difendere il mondiale nell’emirato, sono – come ha scritto Pippo Russo su Domani – una sorta di Truman Show. Una rappresentazione illusoria che non serve a nessuno>>.

Qatar 2022 - Gianni Infantino
Gianni Infantino, presidente della FIFA, ovvero il governo mondiale del calcio

Come una puntata di The Office su Netflix ma senza l’Italia.

Molto lapidario anche Gianmarco Lotti, collaboratore di La Repubblica, coautore del podcast di calcio internazionale Tunnel e narratore delle vicende dell’Empoli Football Club per Empoli Channel.

<<Da amante del calcio e soprattutto del calcio internazionale, dato che mi piace seguire nuovi talenti e nazionali meno conosciute, seguirò il Mondiale con attenzione. Ma lo seguirò solo sul piano calcistico. L’organizzazione è stata un fallimento e tutto quello a cui abbiamo assistito è la pagina più brutta della storia recente del calcio assieme a Argentina 1978. Si sono viste cose tragiche e se ne è parlato anche troppo poco. A questo si aggiunge una situazione ridicola in Qatar con pochi tifosi e prezzi alle stelle per uno sport che da tempo ha smesso di essere popolare e che in questa manifestazione rischia di fare le figure di Woodstock ’99 o del Fyre Festival.

La premessa è questa e non è che ci si possa girare troppo intorno, specie dopo le parole di Infantino che sembrano uscite da una puntata di The Office. Poi, certo, boicottarli è difficile dato che non si parlerà d’altro per giorni e giorni.

Il tutto con un senso quasi di sollievo che un po’ mi fa paura e che viene da una domanda a cui non so darmi risposta: se l’Italia si fosse qualificata, come avrebbero parlato i nostri media di Qatar 2022?>>

Qatar 2022 World CUP
Il logo della World Cup 2022

Non solo contraddizioni. Il Qatar tra tradizioni culinarie e modernità architettonica.

Giacomo Iacobellis di TuttoMercato Web e collaboratore di testate internazionali come Diario SPORT o Estadio Deportivo – nonché penna di FUL – ha fatto parte di una spedizione di giornalisti internazionali che hanno visitato il Qatar in preparazione della FIFA World Cup 2022.

<<Dopo essere stato in Qatar lo scorso giugno invitato da Visit Qatar, ho potuto toccare con mano quella che è una realtà costruita per impressionare. Non solo per l’evento calcistico ma la città di Doha in generale. Bisogna considerare che oggi il Qatar è il secondo esportatore di gas al mondo, a seguito del boicottaggio del gas russo dopo l’aggressione all’Ucraina. Il Qatar si è inserito nella situazione approfittandone a livello di mercato. Sta facendo da diversi mesi un’operazione di promozione – o “lavaggio dell’immagine” che dir si voglia – con i media e con i testimonial, basti pensare a quanti calciatori ex-campioni sono stati reclutati pur non avendo nulla a che fare con l’emirato, da Pirlo a Beckham, ad altri. Tutti messi a libro paga per promuovere l’immagine del Paese.

È un peccato perché – ovviamente il Qatar ospitandoci ci ha fatto vedere quello che voleva vedessimo – vi assicuro che non è solo il Paese contraddittorio che stiamo raccontando per i diritti umani o il trattamento agli immigrati. Ho pure percepito una realtà che ha una cultura giovane ma pure da raccontare. Ha una tradizione gastronomica di rispetto e un’avanguardia architettonica incredibile che tuttavia preserva gli elementi della cultura araba, dalla nuova moschea di Doha alla Qatar National Library.

L’idea è quella di un Paese piccolo che nonostante i prezzi alti avrà la sfida di accogliere forse fino a 2 milioni di tifosi e che oltre le contraddizioni ha molto da offrire. Per questo sono stati inutili e ridicoli i video dei finti tifosi circolati in rete che ci hanno fatto solo ridere.>>

Il 974 Stadium, completamente smontabile, sarà smantellato alla fine del torneo.

Vedere le partite in Tv o boicottare il Mondiale?

Ormai è tardi per boicottare la FIFA World Cup 2022, tenere spenta la Tv, come molti sostengono, non scalfisce il grande progetto dell’emirato. Il Mondiale è soltanto una parte del processo di avvicinamento del Qatar all’Occidente, per tutte le faccende geopolitiche che sono in ballo. Però ci sono anche le partite e molte di esse, in ogni caso, sono di grande interesse per gli appassionati di calcio.

<<Per quanto riguarda il Mondiale giocato in sé – precisa Giacomo Iacobellisoltre all’aspetto positivo che molte nazionali hanno scelto la solidarietà alla comunità LGBT per sensibilizzare l’opinione pubblica, c’è l’incognita del torneo a metà stagione. Mi aspetto il Brasile e soprattutto l’Argentina – questa è l’ultima occasione di Lionel Messi per vincere – che battaglieranno per la coppa. La Francia, che era la mia terza favorita, è arrivata al torneo con troppe assenze, per ultimo l’infortunio di Karim Benzema, e ha perso chances>>.

Ancora una sudamericana favorita pure per Gianmarco Lotti. <<Ovviamente guarderò con attenzione l’Argentina. Come ho detto, vedrò le partite in Tv, tiferò per qualche sorpresa come Senegal e Canada. Il Canada perché ha un commissario tecnico, John Herdman, che è un personaggio interessante e sta portando avanti un’idea innovativa di interpretazione del calcio>>.

La delusione per l’assenza dell’Italia non è stata smaltita, rimarca e conclude Francesco Sani. <<È un danno enorme per il nostro calcio, perché in ogni sport la Nazionale è al centro del movimento. Non credo che guarderò molte partite, ma alcune con implicazioni geopolitiche sì, tipo Iran vs. USA. Farò il tifo per il Canada e mi piacerebbe vincesse i Mondiali una nazionale di talento che però non ha mai alzato una coppa, come la Serbia! >>.

Photo cover © Gilbert Sopakuwa via Flickr.com