Inaugura il 28 febbraio la mostra di Elfo alla Street Levels Gallery che va a inserirsi in un articolato progetto dell’artista nel territorio di Firenze
Elfo è un artista difficilmente incasellabile in una disciplina, in uno stile o in una corrente. Che usi la pittura su tela, le bombolette, i muri, la natura, il proprio corpo o internet, la sua arte cerca sempre di provocare, di far riflettere e di superare i limiti del già fatto.
Nel 1994 inizia giovanissimo con i graffiti, colpito da una pubblicità in cui un ragazzo dichiarava il proprio amore ad una ragazza con un graffito. Dopo qualche anno però nasce in lui un genuino bisogno di ricerca di originalità. In questo periodo scopre due nuovi mondi, quello della street art e quello di internet, che poi diverranno le sue armi principali per combattere questa costante sfida al già visto.
La sua ricerca si fa ancora più estrema col suo trasferimento in campagna, ambiente privo dei classici supporti urbani sui quali si esprime la street art. Inizia così a sperimentare la propria arte in luoghi insoliti come supermercati, cimiteri o paesaggi naturali, sviluppando una street art decontestualizzata che lavora in modo esasperato sul contenuto e sul messaggio sempre in relazione con i nuovi contesti nella quale sorge.
Questi interventi, essendo spesso solo temporanei ed effimeri per non danneggiare l’ambiente naturale o svolgendosi in luoghi non frequentati, hanno bisogno di una nuova cassa di risonanza. Elfo inizia così a servirsi del web per la divulgazione dei propri lavori, tanto da convincersi che la street art avrebbe potuto trovare proprio nella rete un ambiente ricco di stimoli con il quale interagire. Sviluppa quindi alcuni interventi di hackeraggio / viral-art, uno tra tutti “First Arrival”, in collaborazione con Br1, nel quale ha inserito su Airbnb il centro di prima accoglienza di Torino con tutti i relativi dettagli su prezzi e “comfort” offerti.
Elfo non si serve della rete solo per diffondere le proprie opere realizzate nel “mondo reale” o come nuovo ambiente nel quale intervenire in modo dissonante, ma anche come paesaggio comune dal quale trarre ispirazioni per i propri dipinti su tela. In quella che lui stesso definisce come la sua vera vocazione, rappresenta, servendosi di acrilici e di materiali inusuali come il cemento, scenari che non ha visitato di persona, ma che gli sono offerti dal flusso delle immagini presenti nella rete. Da qui, solo per citarne due, le serie sul terremoto dell’Aquila e sull’alluvione di Firenze.
Parallelamente a queste creazioni, Elfo continua a essere attivo nell’ambito della street art, ma sempre seguendo il suo stile, la sua vocazione e smarcandosi decisamente dalle derive meramente decorative e tecniciste di questa disciplina. Ha messo così a centro il contenuto, scegliendo uno stile che massimizzasse l’impatto. Sono nate così le scritte a rullo su muro, quasi sempre nere e realizzate in luoghi abbandonati, nelle quali usando ironia e provocazione, cerca di generare una riflessione in chi ne viene colpito.
Come lui stesso dice riferendosi a certe tendenze della street art: “Nella maggior parte di questi interventi, vi era una totale mancanza di comunicazione di un qualsivoglia messaggio; moltissimi scadevano e scadono tutt’ora nella vuota monotonia auto-celebrativa di interventi autoreferenziali, che poco hanno a che fare con lo spazio pubblico. Così, ho deciso d’iniziare un percorso che si focalizzasse su una critica ironica e allo stesso tempo riflessiva sulla società e la disciplina della street art e neo muralismo, mediante scritte taglienti, minimali, grezze: brutte ma utili.”
Tra i bersagli delle sue scritte compare la nostra società, le nostre abitudini, ma soprattutto l’arte – e la street art – stessa in un gioco a specchi nel quale l’opera si fa portatrice di una carica critica rivolta allo stesso mezzo che ha impiegato.
Insieme ai ragazzi della Street Levels Gallery, Elfo sta portando avanti un progetto con interventi volti a creare un dialogo – ma forse sarebbe meglio dire un battibecco – con Firenze. Come dice Matteo Bidini, uno dei curatori della mostra, “Con Elfo abbiamo lavorato 6 mesi per creare un confronto e scambio di vedute con un territorio difficile ed ostile come Firenze. Romantic View vuole mostrare l’altra faccia della medaglia, le contraddizioni, i paradossi e il punto di vista migliore da cui scattare la foto da cartolina”.
Gli interventi di Elfo si contrappongono all’eccessivo splendore col quale spesso vuole essere raccontata Firenze, facendo così emergere da un parte in tutta la loro forza i messaggi dell’artista e dall’altra generando delle riflessioni su come potrebbero essere gestiste diversamente le evidenti bellezze della città. Usando le parole di Elfo stesso a Firenze probabilmente serve questo “brutto, ma utile” da porsi in opposizione al bello meramente decorativo di certi interventi di street art e al bello museale che si riduce nell’acquisto di un biglietto e nel consumo di alcune opere.
La mostra “Romantic view”, che rimarrà aperta fino al 13 marzo, sarà il culmine di questo progetto e ospiterà tele, foto delle grandi scritte e video. Il catalogo sarà più ampio perché conterrà anche altre tipologie di interventi artistici, come quelli fatti nel web. All’interno della programmazione della galleria fiorentina di quest’anno, questa mostra rappresenta un momento centrale perché va a sradicare l’idea fissa che l’arte sia possibile solo in spazi a lei dedicati e testimonia l’esistenza – e la sempre crescente riscoperta – di una street art concettuale, che tiene più al contenuto che all’apparenza. Insomma sarà una mostra senza fronzoli!
Jacopo Visani