Conosciuta da tutti come statua del Biancone, la Fontana del Nettuno -divinità romana che governava le acque correnti ed il mare- è situata in Piazza della Signoria a Firenze. L’opera racchiude alcune interessanti curiosità -non sempre felici- che cominciano ancor prima della creazione della scultura, ossia dalla scelta dell’artista a cui dover commissionare il lavoro.
Fu Cosimo I de’ Medici a volere fortemente la realizzazione della statua del Biancone. A dare vita all’opera fu l’artista Bartolomeo Ammannati, ma la scelta dello scultore non fu affatto pacifica e lineare. Inizialmente, la Duchessa Eleonora di Toledo impose a Cosimo un suo protetto, ossia Baccio Bandinelli, mentre Cosimo I contrapponeva Benvenuto Cellini del quale, nella stessa piazza, compare la bellissima opera del Perseo con la testa di Medusa.
Fu la Duchessa ad avere la meglio, anche se l’improvvisa morte di Bandinelli riaprì la disputa fra i due. Venne indetto allora un concorso, del quale, alla fine, non se ne fece di niente, in quanto fu un altro favorito della Duchessa a cimentarsi con la realizzazione di questa opera, ossia Ammannati. Dal cognome dell’artista ha avuto origine il celebre detto popolare fiorentino “Ammannato, ammannato! Quanto bel marmo t’hai sciupato”, diffusosi in città subito dopo terminati i lavori, ossia nel 1559.
Il soggetto rappresentato –Nettuno, appunto- è una rappresentazione simbolica della supremazia marittima che il Granducato di Toscana aveva raggiunto nel periodo immediatamente precedente alla realizzazione dell’opera. Circondato da tritoni, satiri e nereidi in bronzo –realizzate dal Giambologna- e da quattro cavalli, spicca a pochi metri di distanza da Palazzo Vecchio per la sua poderosità. Per costruirla venne utilizzato il pregiato marmo di Carrara, da tutti conosciuto per essere di colore bianco. Proprio per questo motivo, dai fiorentini fu subito ribattezzato “I’ Biancone.”
Utilizzata nel corso del XVI secolo come lavatoio, la statua è stata a più riprese oggetto di atti vandalici. Fra questi, si ricorda tristemente quello avvenuto nel 2005 –l’ultimo in ordine di tempo- quando un vandalo, nel tentativo di arrampicarsi sulla statua, gli staccò una mano.
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