Villa Demidoff, i segreti del gigante

Il gigante di Villa Demidoff (Colosso dell'Appennino)

10 metri: questa è la dimensione dell’altezza del capolavoro totale di Jean de Boulogne -noto ai più come Gianbologna- situato nel bellissimo e celebre parco di Villa Demidoff. L’artista fiammingo, divenuto famoso a Firenze, ha omaggiato la culla del Rinascimento con molte opere d’arte.

Il gigante di Villa Demidoff (Colosso dell’Appennino)

Fu realizzata fra il 1579 e il 1583 quell’opera nota a tutti come “Gigante”. Costruita a partire da un progetto del Buontalenti, la statua sembra appena emersa dall’acqua del laghetto di fronte, in quanto rappresentata con ancora i licheni ed il fango.

Il colosso dell’Appennino – nome originario del “gigante” – custodisce un vano segreto, ricavato nella testa e nella parte alta del corpo. Secondo gli studi dei ricercatori, in principio la statua sembrava provenire da una grotta di un monte artificiale e, al suo interno, conteneva stanze colorate, statue e pitture. Due piccole camere si trovano ancora al suo interno: entrambe sono state oggetto di restauro. Si tratta della grotta ipogea -messa in sicurezza- e la cosiddetta “grotticina superiore”, nella quale è stata ricollocata una piccola statua di marmo definita “Venerina”. Il monte artificiale venne probabilmente demolito verso la fine del 1600, quando Giovan Battista Foggini costruì sul retro del colosso la scultura di un drago, anch’essa oggetto di interventi di restauro.

Da una scala esterna posta dietro l’Appennino, si giunge ad un’altra stanza sita nella schiena della scultura. Da qui si arriva ad un piccolo spazio all’interno della testa in cui si trova una struttura di sostegno completamente in ferro.

“Giambologna fece l’Appennino ma si pentì d’averlo fatto a Pratolino”: così recita un antico detto popolare. Chissà se oggi l’autore la penserebbe ancora così a vedere il suo gigante nel parco di Villa Demidoff alle porte di Firenze, dopo oltre 500 anni dal suo concepimento.