Firenze è la culla del Rinascimento. All’interno della città si trovano numerosissime opera d’arte che si sono guadagnate fama e gloria in tutto il mondo. Tra quest’ultime, la Basilica di Santa Maria Novella è considerata fra le opere più importanti del periodo rinascimentale, tanto da destare particolare interesse ed attenzione. Protagonista di numerosi interventi fin dopo la sua creazione avvenuta nel corso del 1200, fu nel 1440 che si sentì la necessità di portare a termine l’opera, fino a quel momento rimasta parzialmente incompiuta.
Fu il noto e ricco mecenate fiorentino Giovanni di Paolo Rucellai a finanziare l’opera. Quest’ultimo, decise infatti di affidare l’incarico a Leon Battista Alberti, suo architetto di fiducia, come riportato sull’iscrizione nell’architrave superiore che celebra la magnanimità d’animo del mercante fiorentino in un (simbolico) anno di completamento, il 1470: IOHA(N) NES ORICELLARIUS PAV(LI) F(ILIUS) AN(NO) SAL(VTIS) MCCCCLXX, ovvero “Giovanni Rucellai, figlio di Paolo, anno 1470”.
Osservando attentamente l’elegante disegno marmoreo posto nella trabeazione della basilica di Santa Maria Novella, notiamo subito come questo rappresenti una nave con le vele gonfie e le canape sciolte dal vento. Sapevate che il medesimo simbolo si trova anche sulla facciata del palazzo e della loggia Rucellai, nonché sul tempietto del Santo Sepolcro in San Pancrazio?
La rappresentazione, infatti, altro non è che l’emblema araldico dello stesso Rucellai. Due sono le interpretazioni che tenterebbero di spiegarne il significato. Secondo la versione più conosciuta, esso alluderebbe al mestiere della famiglia che, operante in ambito mercantile, avrebbe per questo motivo intrapreso numerosi viaggi via mare, grazie ai quali avrebbero costruito una vera e propria fortuna.
Sempre secondo questa tesi, la nave con le sartie assurgerebbe a rappresentazione di un’impresa; con questa accezione, il simbolo viene spesso citato anche nelle opere commissionate dalla famiglia come motivo esornativo, come suggerisce anche Passerini nel testo “Genealogia e storia della famiglia Rucellai”, risalente al 1861: “Giovanni di Paolo portò sul cimiero la fortuna entro una nave, in atto di stendere una vela ai venti; impresa evidentemente allusiva alla prosperità commerciale cha aveva fatto grande la sua casa…; e si trovano effigiate… nel frontone della loggia (Rucellai), nella facciata di SMN, e negli altri monumenti che rimangono di questa casa”. Secondo la seconda corrente di pensiero, lo stemma potrebbe essere un riferimento chiaro e netto alla buona sorte invocata dalla casata, come emblema per il buon auspicio, ben rappresentato quindi da un’imbarcazione col vento in poppa.
Foto di copertina qui