SuperDuper Hats: tanto di cappello

SuperDuper Hats, una giovane azienda tutta fiorentina che si è specializzata nella produzione artigianale di cappelli.
super_duper_1Sarebbe insensato intraprendere un discorso sul cappello senza decretarne da subito la sconfitta. Ecco, il cappello è morto. Il cappello si è estinto con il ‘900, divenendo prima retaggio e dunque feticcio di questo secolo. È un’esigenza vecchia come il mondo quella di riparare la testa, la parte più nobile ed esposta del corpo umano. Ma, senza saper bene perché, abbiamo scelto di vivere col vento tra i capelli, estate e inverno.
Eppure c’è ancora chi arde d’interesse per questo oggetto, studiandone fogge, materiali e linguaggi. Firenze fa da cornice alla storia di un incontro fortunato, quello di tre creativi con background differenti: Matteo Gioli, musicista, e le sorelle Ilaria e Veronica Cornacchini, rispettivamente architetto e designer. In breve: SuperDuper Hats.
La giovane azienda ha sede a Galluzzo, una frazione del capoluogo immersa nel verde a due passi dalla Certosa. Non è il solito showroom centrale, dalle linee minimali con tanto di asfissia da deodoranti per ambiente. È un laboratorio vero e proprio. Se a confermarlo non bastassero la gran mole di attrezzi e materiali in giro, sarebbe sufficiente concentrarsi sugli odori: inconfondibile quello della paglia e dello zolfo con cui vengono sbiancati i Panama.
Il cappello è la loro passione ed il loro mestiere: ciò a cui hanno consacrato le loro vite. Tutto comincia nel 2010 quasi per gioco, in un salotto di casa adibito a laboratorio. Nasce in loro una vera ossessione per la qualità: il feltro tassativamente in lapin, lepre o castoro, le paglie antiche ormai introvabili, le guarnizioni in seta e la lavorazione a mano su forme in legno risalenti alla prima metà del secolo scorso. Il tutto con un design moderno, indirizzato ad pubblico giovane, diverso da quello della cappelleria tradizionale. È questa la chiave del loro successo professionale: coniugare compiutamente qualità ed innovazione, ottenendo un prodotto senza termini di paragone. A monte però, oltre alla passione e al sacrificio non deve essere mancata una bella manciata di incoscienza, quell’attitudine al rischio tipica di chi fa impresa. A quale giovane laureato verrebbe in mente di fare l’artigiano, cappellaio perlopiù? Chi troverebbe il coraggio di trasformare un hobby nella propria professione? E chi si sognerebbe di farlo durante i mesi peggiori di questa crisi?super_duper_2
SuperDuper è anche questo: la storia di tante sfide, una dentro l’altra come in una matrioska. All’inizio le cose non andavano bene, ma nessuno dei tre si è tirato indietro di fronte alle prime, fisiologiche difficoltà. Hanno avuto ragione: di lì a poco i primi clienti ed il primo ordine importante. «Abbiamo fatto tutto da soli, passando nottate intere a lavorare per evadere l’ordine in tempo» dice Veronica.
Piano piano, si ritagliano una visibilità sempre maggiore all’interno della stampa specializzata e nelle fiere di settore. Il loro stand a Pitti Immagine Uomo diventa una calamita anche per coloro che di cappelli sanno poco o niente. Il loro carisma ed il loro stile non passano inosservati. Proprio in occasione di Pitti Immagine Uomo 2013 partecipano e vincono Who’s on next, un concorso per designer emergenti organizzato dalla rivista Vogue. È stato un vero e proprio spartiacque nella loro carriera, che in breve tempo li ha obbligati a confrontarsi con circostanze e numeri impensabili anche pochi mesi prima. Oggi, la produzione dei modelli stagionali è delegata ad una azienda artigiana non distante da Firenze: l’unica a coniugare la qualità e le quantità che il mercato richiede attualmente. I tre, oltre a disegnare di proprio pugno le collezioni, si occupano personalmente del servizio su misura: una chicca che li mantiene legati alle radici artigianali del loro mestiere. Un po’ come in una bottega tradizionale quindi, dove i committenti e i loro desideri sono una fonte inesauribile di ispirazione e di miglioramento. E SuperDuper, come in una favola bella e senza tempo, è il luogo dove i desideri diventano realtà. •

***English version***

super_duper_3Florence is the backdrop to the fortunate encounter between three creative minds with three different backgrounds: Matthew Gioli, musician, and sisters Veronica and Ilaria Cornacchini, respectively architect and designer. In short: SuperDuper Hats.
The young company has its headquarter in Galluzzo, a fraction of Florence surrounded by the green, just a short walk from the renowned Certosa. They don’t have the usual showroom, characterized by minimal lines and an intoxicating smell of air freshener, their’s is a real laboratory Lots of tools and materials are scattered around and the odor of straw and the sulfur which are used to whiten Panama hats fills the air.
Everything started in 2010 in a living room used as a laboratory, just for fun. Hats are their passion and their profession, they have consecrated their lives to them. An obsession for quality, a modern design that appeals to young audiences, an alternative to the traditional headgear: this is the key to their professional success, a combination of quality and innovation, a product with no other match on the market.
SuperDuper is the story of many challenges, one inside the other, like a Russian doll. At first things were not going well, but neither of them pulled back when the firsts physiological difficulties showed up. They were right: soon the first customers and the first major order arrived.
Slowly, they managed to get greater visibility in the specialized press and during trade fairs. Their stand at Pitti Immagine Uomo became a magnet, their charisma and their style did not go unnoticed.
On the occasion of Pitti Immagine Uomo 2013, SuperDuper Hats participated and won Who’s on next, a competition for emerging designers organized by Vogue. It was a real watershed in their career, which soon forced them to deal with circumstances and numbers that were unthinkable even a few months earlier. The three, in addition to designing their own collections, personally take care of the tailored service: a specialty that keeps them tied to the artisan roots of their craft; as in a traditional workshop, where customers and their desires are an endless source of inspiration and improvement. And SuperDuper, as in a beautiful and timeless fairy tale, it is the place where wishes come true. •
Renzo Ruggi