Firenze, 27 ottobre 1954. Allo stadio Giovanni Berta, oggi Artemio Franchi, si sta giocando Fiorentina-Pistoiese, conclusa al primo tempo sul due pari. Sono le 15:27, poco dopo la ripresa dall’intervallo quando qualcosa fa interrompere la partita: sullo stadio sorvolano gli… UFO!
Tutti iniziano a guardare verso l’alto, in direzione di due misteriosi oggetti volanti che si inseguono nel cielo: circa diecimila persone tra spettatori e giocatori si bloccano d’improvviso. Alcuni li descrivono come a forma di sigari, altri come ali di gabbiano e a forma di “cappello da mandarino cinese” altri ancora, ma comunque dal colore biancastro così come i misteriosi fiocchi che iniziano a cadere all’improvviso dall’alto e che verranno descritti all’epoca come “bambagia silicea”, meglio nota in campo ufologico come “capelli d’angelo”. Tra le numerose testimonianze dell’accaduto, si registrano anche quelle del capocronista de La Nazione Giorgio Batini e dei calciatori Ardico Magnini, Romolo Tuci e Ronaldo Lomi. Alla fine la partita venne sospesa. Ma a dire il vero quello dello stato è solo l’episodio più noto di quella giornata, dato anche il gran numero di persone che assistettero contemporaneamente al fenomeno, ma non fu il primo. La prima manifestazione si ebbe infatti all’incirca alle ore 14:20, sopra il Duomo, dove gli oggetti volanti rimasero visibili per una quindicina di minuti. La direzione di questi velivoli sarebbe stata da nord-ovest verso sud-est, lungo un asse che congiunge la zona delle Cascine a Rovezzano. Ma cos’è successo davvero quel mercoledì del 1954?
Il fenomeno “ballooning”… era colpa dei ragni?
Le prime ricerche si devono ad Alfredo Jacopozzi, uno studente, che ebbe la prontezza di raccogliere qualche campione di quegli strani filamenti per farli poi avere all’Istituto di Chimica Analitica dell’università di Firenze, dove fu analizzato dal professor Giovanni Canneri. Il verdetto fu che si trattava di un composto di boro, silicio, calcio e magnesio. Una delle spiegazioni date a questo fenomeno è quella del “ballooning” (“effetto mongolfiera”), una tecnica di migrazione usata da alcuni ragni in particolari periodi dell’anno, soprattutto ad ottobre, volando fino a quattro metri d’altezza per migliaia di chilometri. Questi, attraverso le proprie ghiandole sericigene, producono lunghi filamenti biancastri che formano istantaneamente una grande tela triangolare che funge da paracadute, aggrappati alla quale riescono a librarsi in aria e spostarsi in volo anche per migliaia di chilometri, sfruttando le correnti d’aria e i campi elettrici della Terra. Ma la spiegazione non torna: la composizione chimica della sostanza del “ballooning” non corrisponde perfettamente a quella rilevata.
L’ipotesi del chaff e delle esercitazioni militari
Vincenzo Gassi, ricercatore del Cicap ci fornisce un’ipotesi che collima meglio: questi infatti rilevò che in quella settimana erano in corso esercitazioni militari che facevano uso di chaff, una contromisura radioelettrica di difesa antimissile che disturba e inganna i radar dei sistemi di puntamento degli aerei nemici attraverso la dispersione di nuvole di materiale radar-riflettente. La composizione chimica del chaff sarebbe la stessa infatti di quella rilevata dal professor Canneri, e anch’essa si dissolve al contatto.
Un nuovo avvistamento: il “Caso Lotti”
Gli avvistamenti di presunti UFO su Firenze e dintorni si ripeterono nei giorni seguenti, con relativa caduta di filamenti di bambagia lucentissima: Pontassieve, Scarperia, San Mauro a Signa e molte altre località furono interessate, ma soprattutto Calenzano, dove il 29 ottobre, pochi minuti dopo le 13, fu segnalata la caduta degli strani filamenti provocata dal passaggio di un gruppo di UFO diretti verso Firenze passando sopra il Monte Morello.
A mettere però un pizzico di brio in più alla vicenda, a distanza di pochi giorni fu il cosiddetto “Caso Lotti”, noto anche come “Caso Cennina”. Le cronache raccontano di Rosa Lotti Dainelli, contadina quarantenne, sposata e madre di quattro figli, che viveva insieme alla famiglia in una casa colonica nel podere “La Collina” situato in una zona isolata tra Capannole e Cennina, frazione di Bucine in provincia di Arezzo. Rosa Lotti Dainelli quel giorno stava andando alla messa di Ognissanti e percorreva un sentiero a lei ben noto quando, nei pressi di una radura a circa 20 metri di distanza intravide tra i cespugli un oggetto appuntito: «Una specie di doppio cono, alto oltre due metri e largo circa un metro nel mezzo […] L’esterno dell’oggetto brillava come fosse metallo ben lucidato. Nella parte bassa del cono c’era un portello aperto di vetro, e all’interno si potevano vedere due piccoli sedili, piccoli come quelli usati dai bambini. Nella parte centrale più larga del fuso, c’era una specie di vetro rotondeggiante, stondato che seguiva la forma rotonda della misteriosa macchina», come riporta La Nazione Italiana del 2 novembre 1954.
La storia vuole che dai cespugli uscirono improvvisamente due esseri dalle fattezze umanoidi ma alti soltanto un metro («Quasi come uomini, ma delle dimensioni di bambini»). Indossavano una tuta grigia aderente con bottoni lucenti, una corta mantellina sulle spalle, «un casco apparentemente di cuoio che copriva, con due dischetti, anche le orecchie» e un nastro di cuoio intorno alla fronte. «Avevano degli occhi magnifici, pieni di intelligenza. I loro nasi avevano una forma normale, le loro bocche come quelle degli uomini ma le labbra superiori erano leggermente curvate al centro, in modo che anche quando non stavano ridendo si vedevano i loro denti. Avevano denti come i nostri, larghi, denti forti, ma corti (come fossero stati limati) e piuttosto in fuori come quelli dei conigli.»
Dopo il racconto dell’avvenimento i carabinieri ispezionarono il luogo e trovarono una buca, presumibilmente creata dalla punta dell’oggetto infilata nel terreno. Il racconto della donna fu accompagnato inoltre da diverse testimonianze di avvistamenti di oggetti volanti non identificati che coincidono per collocazione temporale. Le notizie sono riportate dai quotidiani toscani Il Giornale del Mattino e La Nazione tra il 2 e il 5 novembre: in totale si contano 24 testimoni di avvistamenti di “dischi diurni”.
Negli stessi giorni si verificarono inoltre altri episodi in Italia: il 28 ottobre a Roma, poco prima del crepuscolo, numerosi cittadini videro in cielo un UFO, che fu osservato anche dall’ambasciatore USA in Italia, Clare Boothe Luce. Come avvenuto il giorno precedente a Firenze, anche a Roma si verificò la caduta di bambagia silicea. Il 6 novembre, sempre a Roma, diversi cittadini, tra cui il console e ufologo Alberto Perego, osservarono una formazione di piccoli globi luminosi sopra la Città del Vaticano. Infine il 14 novembre alcuni UFO vennero osservati a Gela, in Sicilia; anche in questo caso si verificò la caduta di bambagia silicea.
Quella di quell’anno fu definita così “ondata di avvistamenti dell’autunno 1954“: in quel periodo gli avvistamenti si verificarono soprattutto in Europa dove, secondo uno studio effettuato da Donald Johnson, si concentrò circa il 75% degli avvistamenti mondiali. La maggior parte degli avvistamenti fu segnalata nell’ovest e nel sud del continente europeo.
Immagine di copertina: www.firenzefuori.it