Viaggi di lusso per tutte le tasche: un travel blog controcorrente

“Viaggi di lusso per poveri” sembra una contraddizione di termini. Ma FUL non ama fermarsi alle apparenze: abbiamo incontrato Daniele di Gioia, originale travel blogger, che ci hai illustrato il concept del suo sito. Con un pizzico di irresistibile ironia.

L’ironia è il sale della vita: questo è sicuramente uno dei principi di Daniele di Gioia, mente e tastiera geniale dietro uno dei blog di viaggi più atipici del web. Il suo Viaggi di lusso per poveri, infatti, non affronta certo itinerari comuni, a cominciare dal titolo, che ha spesso suscitato perplessità.
Cominciamo la nostra chiacchierata proprio dalla locuzione incriminata, di cui Daniele ci spiega il senso: «Ciò che un tempo era ritenuto un lusso, come fare un viaggio o prendere un volo, oggi è accessibile anche alla persona comune (ironicamente “povero”): ne sono la prova le numerosissime compagnie low cost nel mondo che permettono a chiunque di viaggiare». Un punto di vista interessante, sicuramente. Senza contare che il concetto di lusso in sé è soggettivo: Daniele ricorda come alcuni amici preferissero sempre l’Italia per le vacanze come più economica. A conti fatti, però, nei suoi viaggi nel mondo il blogger aveva speso meno e guadagnato moltissimo in fatto di accrescimento personale e confronto con culture diversissime dalla nostra, ritenendo questo un privilegio incredibile.
Ma torniamo al principio: come e quando nasce l’idea di un travel blog?
«La mia idea è nata da un particolare episodio durante il mio viaggio in Giappone: appena arrivato cercavo l’albergo evitando di utilizzare il taxi, sconsigliato da tantissimi travel blogger per le tariffe folli. Prendendo la metro, ovviamente, mi sono perso e dopo molte ore in balia di una lingua straniera e strade a me sconosciute, mi sono arreso al taxi. Alla fine ho speso meno rispetto alle tariffe italiane!»
Ecco perché Daniele cerca sempre di informare i suoi lettori nel modo più completo e oggettivo possibile, evitando di creare allarmismi e falsi miti. Come per il lusso, anche considerazioni di questo tipo sono molto soggettive!
Al blog lavora da solo per lasciare un’impronta più personale possibile, collaborando con altre persone questo principio potrebbe venire meno.
Il nome del blog è molto ironico, non hai paura di allontanare un pubblico di lettori che non si definisce povero?
«È vero, ho ricevuto alcune critiche, molti l’hanno ritenuto persino offensivo. Purtroppo bisogna anche saper prendere la vita con un minimo di ironia. Viaggiando ho avuto la possibilità di avere una mente aperta e di non soffermarmi solo alle apparenze. La prima regola del buon viaggiatore è “mai fermarsi alle apparenze”: ci sono città che sembrano sporche, trascurate, caotiche, ma vantano bellezze nascoste che aspettano solo di essere fotografate. È un piccolo step che chiedo ai miei lettori, sperando possano capire il vero senso del mio blog».
Dopo la forma, approfondiamo la sostanza: in che cosa Viaggi di lusso per poveri si differenzia nella vasta giungla dei travel blog?
«Viaggi di lusso per poveri nasce da un’idea prettamente informativa e assolutamente non commerciale. Il mio scopo principale è avvicinare quanti più lettori alla possibilità di viaggiare: quando riesco a trovare un volo o un hotel che rientra nel budget del “mio follower” che aveva ormai rinunciato alla vacanza, quella costituisce già una bella soddisfazione. Inoltre, si può definire un blog “homemade”: racconto solo viaggi che ho vissuto in prima persona, pubblicando foto scattate da me con lo smartphone. Cerco di mostrare anche i lati negativi, a volte prendendo in contropiede i miei lettori che, però, sono ormai affezionati a questo mio aspetto».
Come avviene la scelta delle destinazioni inserite nel tuo blog?
«Ho pubblicato molti dei miei viaggi in diretta, solo un paio in differita. Si tratta dunque di una scelta piuttosto personale, dipende dal Paese che ho voglia di visitare in quel periodo. Ho già molti altri viaggi nel cassetto, cercherò di pubblicarli tutti piano piano, come unico autore devo riuscire a organizzare bene il lavoro».
Come tutti i travel blogger, anche tu ami viaggiare. O sbaglio?
«Ovviamente: viaggiare è la mia passione! Tutti i miei viaggi sono stati indimenticabili, ognuno a modo suo ma ne ho un paio che sono stati veramente unici».
Quali? Siamo curiosi!
«Ho vissuto circa un anno in Venezuela e per me è stata un’esperienza davvero eccezionale, ho avuto modo di visitarlo in lungo e in largo conoscendo tutti gli aspetti di questo Paese magnifico. Altrettanto posso dire per il Giappone, una nazione sviluppatissima, anni luce avanti rispetto a noi, abitato da persone stupende e con un tasso quasi nullo di micro criminalità».
Un’ultima domanda prima di salutarci: quali sono le novità in cantiere per Viaggi di lusso per poveri?
«Per prima cosa, un nuovo viaggio, mi piacerebbe andare alla scoperta della Cina, della sua anima più tradizionale e remota. Un altro progetto che spero andrà presto in porto è la stesura, nero su bianco, di una raccolta delle mie avventure in giro per il mondo: aneddoti, situazioni, emozioni che si provano solo viaggiando. Un modo per far conoscere il mio mondo anche ai lettori “tradizionali”, lontani dai social e dal web».
Noi di FUL siamo sicuri che riuscirà a coinvolgere nei suoi viaggi di lusso per poveri anche i lettori allergici a tastiere e schermi. Voi cosa ne pensate?
Se siete curiosi, andate a visitare subito il suo blog: la vostra prossima vacanza da sogno forse vi sta già aspettando su https://www.viaggidilussoperpoveri.it/!
Testi di Elisa D’Agostino