Cannabis light: il boom durante l'epidemia spiegato dagli imprenditori toscani

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Olanda, 15 marzo 2020. Sono passate 6 ore da quando è stato annunciato il lockdown nei Paesi Bassi. La gente si affretta nei supermercati, ma non solo. Centinaia di persone si mettono in fila davanti ai coffee shop e distributori automatici di marijuana, formando code per più di 4 ore. Questo l’abbiamo saputo leggendo i giornali di tutto il mondo, ma ciò che non sappiamo è che lo stesso fenomeno è accaduto in Italia, ma virtualmente. Dall’inizio della pandemia i fatturati del commercio della cannabis light sugli e-commerce sono aumentati in maniera vertiginosa: si parla di fatturati che sfiorano il +400% o il +600%. Un vero e proprio assalto virtuale.

Il boom della cannabis light in Toscana

In Toscana i primi growshop sono nati dopo la legge del 2017 che ha dato il consenso al commercio di cannabis light, quella con basso livello di THC. Dal 2017 ci si aspettava un vero boom in questo mercato, ma non è stato del tutto così: fino al 2019 i negozi di prodotti di cannabis sono solo 50 in tutta la Toscana. A Firenze una decina.

Ma con l’emergenza epidemiologica che stiamo affrontando, una netta ripresa sta risollevando questo mercato. Parlando con l’imprenditore toscano de L’erba del Chianti (azienda che dal 2018 produce prodotti a base di cannabis light, ve ne abbiamo parlato qui) Leonardo Boni e direttore commerciale Daniele Martini, ci spiegano che il loro fatturato durante l’emergenza è raddoppiato. «Nel periodo di marzo e aprile si è fatto il fatturato del 50% di tutto il 2019. Questo – ci spiegano – è dato da un insieme di fattori: l’incremento della vendita online, il delivery e il tempo che la gente ha avuto a disposizione per dedicarsi al benessere, alla persona e al relax».

Abbiamo anche sentito l’imprenditore toscano Folco Masiero che nel 2018 ha fondato Widora, (il delivery fiorentino che dall’anno scorso si occupa anche di spedizioni a livello nazionale ed europeo) e che tra marzo e aprile ha visto una crescita dei delivery dal 70 e l’80%. Ci spiega: «l’aumento c’è stato perché la maggior parte delle persone si è affacciata a questo mondo sia per il molto tempo a disposizione e che ha portato le persone ad una nuova ricerca o consapevolezza, sia per il solo gusto di provare. Questo è stato molto positivo perché ha portato non solo ad una fidelizzazione, ma ad un accrescimento delle visite. Ad oggi il 60% dei nostri clienti sono nuovi utenti».

Cannabis light durante la quarantena: è una cura per lo stress?

Ma chi sono i nuovi consumer? Dai loro e-commerce emerge che la maggior parte siano tutti utenti over 35. Ci spiega Martini (Erba del Chianti):
«Il prodotto di CBD non è più visto come una nuova tendenza tra i giovani. Questo avalla la teoria che c’è maggiore cultura verso i prodotti che non sono solo infiorescenze. Per questa fascia d’età i prodotti più venduti sono gli oli, che a me piace definirli come “xanax naturali”». Dagli ultimi dati emersi dell’Istituto Nazionale della Sanità la quarantena obbligata dalla pandemia ha comportato un aumento sostanziale di problemi correlati all’ansia, stress o disturbi del sonno. Disturbi che sfociano in un proporzionale aumento dell’uso di prodotti adatti per combatterli. Secondo un recente articolo su Repubblica, oggi un gruppo di neuroscienziati della Vanderbilt University, negli Stati Uniti, ha scoperto un importante anello di collegamento fra lo stress e l’ansia che ne deriva.

“La chiave è una molecola, sigla “2-AG”, che nel cervello risulta attivare gli stessi recettori messi in azione da alcuni dei composti presenti nella cannabis. Per questo, il risultato potrebbe aiutare a spiegare perché alcune persone utilizzano marjiuana quando sono in ansia o sotto stress. In generale, la ricerca potrà aprire nuove strade per individuare composti specifici che agiscano su questo meccanismo per combattere l’ansia”.

Ma nel caso specifico Italiano per cui la cannabis light ha una soglia del THC pari al 0,5%, la funzione psicotropa è quasi assente. Ci dice Martini «ho potuto constare che i sublinguali aiutano molto per esempio per problemi di disturbo del sonno ma non perché ti fanno perdere di lucidità ed entri in uno stato di trans, ma è per uno stato di benessere che ti danno». Come ci dice anche Masiero ( Widora) : « l’incidenza del livello di THC sui prodotti di cannabis light incide su livello metabolico ma le percentuali nella cannabis light sono talmente basse che non hanno incidenze psicotrope. Il CBD è la sostanza utilizzata che fa sì che i muscoli si rilassino e per questo viene anche usata da atleti. Poi ci può anche stare che le persone pensano soggettivamente che questa possa incidere sul loro umore, ma l’effetto che può dare non ha delle accezioni psicotrope».

Le nuove tendenze a base di cannabis-light

Non solo infiorescenze, ma i prodotti più in voga sono gli oli a base di CBD e cosmetici. Il 60% dei nuovi utenti dei siti e-commerce sembrano essere le donne che hanno riscontrato i piaceri benefici della cannabis su altri piani: «per il pubblico femminile l’uso dei CBD è un toccasana. Le gocce sublinguali sembra che sia un ottimo rimedio per i dolori del ciclo mestruale per via dei suoi effetti terapeutici antinfiammatori e antidolorifici», ci spiega Martini. Ma l’idea di una nuova consapevolezza è data anche da una forte tendenza nell’uso di cosmetici: cresce la tendenza per le creme anti-invecchiamento, creme per il corpo e per problemi della pelle come la psoriasi o prodotti per la cura dei capelli.