Cristoforo Colombo: cosa lega la scoperta delle Americhe a Firenze?

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Qui sembra trovare un terreno decisamente fertile per le sue smanie di esplorazione, e non è certo un caso.
Perché?
Ecco che ritorna con prepotenza l’importanza dell’anno 1492, di cui abbiamo parlato, ecco che entra in scena la sete di grandezza, la fame di conoscenza.
È l’alba del 2 gennaio a Granada, quando i soldati spagnoli, uniti sotto le bandiere di Castiglia e d’Aragona, irrompono nel palazzo fortezza dell’Alhambra, ultimo baluardo moresco in terra cristiana. Gli arabi sono definitivamente battuti, la resa del sultano Boadbil, ne è la testimonianza.
Si tratta di una data storica, i due sovrani di Spagna, Ferdinando d’Aragona ed Isabella di Castiglia, dopo aver suggellato l’unione dei due regni con il matrimonio, sanciscono il loro primato diventando i ‘campioni’ del cristianesimo, nominati poi come ‘Cattolici’ da Papa Alessandro VI, che riconosceva il regno iberico come la massima potenza religiosa del continente.
I due sovrani daranno alla luce una figlia, Giovanna di Castiglia e d’Aragona, detta ‘la pazza’. Costei sarà la madre di un immenso re, uno dei più potenti di sempre, il condottiero del regno su cui non tramontava mai il sole: Carlo V, un vero figlio del 1492.
Grandezza e conoscenza spingono i due sovrani ad ascoltare i sogni di gloria di quel folle di Colombo, ed Isabella di Castiglia concede i finanziamenti per la spedizione.
Molto scetticismo circondava la missione degli uomini sulle tre caravelle, che salparono in quella torrida mattina d’agosto, senza la minima consapevolezza dell’impresa che erano in procinto di compiere.

Dopo due mesi e nove giorni di estenuante viaggio, tra le tempeste ed il terrore di restare senza provviste, quando i marinai stavano perdendo la speranza, si alza in cielo la voce di Rodrigo di Triana, armatore a bordo della Pinta: “Terra!”. Le navi di Colombo giungono sulle coste dell’isola che gli indigeni chiamavano Guanahani, e che il capitano ribattezzò San Salvador. Per l’equipaggio si erano raggiunte le lontane Indie, un’impresa senza precedenti, circumnavigando il globo, in realtà quegli uomini, furono i primi europei a mettere piede nelle Americhe.

Dopo aver esplorato le coste di Cuba, definita da Colombo, “la isla mas hermosa que ojos humanos hayan visto”, la ciurma giunse ad Haiti, per poi riprendere la via per l’Europa. Si sprecano i racconti sulle cruente scorribande degli uomini che scendevano dalle caravelle, probabilmente l’immagine che, da sempre, abbiamo del grande viaggiatore Cristoforo Colombo, è un po’ distorta dai contorni della sua missione straordinaria. Si trattava di un pirata, come lo furono molti lupi di mare prima di lui, e come lo saranno, a breve, i ‘conquistadores’: uomini senza scrupoli pronti a tutto pur di ottenere gloria, fama e denaro.
Ma non è questo l’argomento del nostro racconto, adesso, entra in scena la nostra Firenze.