Cristoforo Colombo: cosa lega la scoperta delle Americhe a Firenze?

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Ma perché mai?
Tornato in Europa, il capitano genovese, vuole scolpire le memorie del suo viaggio, direttamente nella storia. Ecco che riassume il suo diario di bordo in una lunga lettera diretta al re Ferdinando II, consorte di Isabella di Castiglia, mettendo in luce le sue incredibili gesta e l’importanza del viaggio per la Spagna.

Questo prezioso cimelio si è conservato fino a noi, custodito tra le mura della Biblioteca Riccardiana di Firenze: un vero e proprio patrimonio dal valore inestimabile. Ma nel 2012, la Biblioteca Nazionale di Roma ne denuncia il furto, insieme ad altri tomi prestigiosi, così iniziano le ricerche. Le indagini si sviluppano in una vera e propria caccia al tesoro che riporta le autorità al 1992, quando il documento viene inspiegabilmente acquistato nientemeno che dalla Biblioteca del Congresso di Washington, per la cifra di 400mila dollari, neppure la metà del suo reale valore.
Gli scritti di Colombo erano stati donati ad una casa d’aste da una ricca famiglia americana, le ragioni per cui questi signori, detenevano il sunto del diario di bordo del navigatore genovese, sono ancora avvolte dal mistero.
L’inchiesta è tutt’ora in piedi, si cerca di risalire al furto, probabilmente databile intorno agli anni ’50, sotto osservazione ci sono degli strani movimenti dell’ex direttore della Biblioteca del Girolamini di Napoli, al centro di una vera e propria burrasca mediatica, dopo aver sottratto antichi volumi dagli scaffali, per avviare un mercato clandestino.
Di certo c’è che dopo aver fatto lo stesso viaggio del suo fautore, la lettera torna a casa, ad arricchire ulteriormente le meraviglie di una città che non finisce mai di stupire.

“Esta carta embio Colon a lescrivano Deracion
delas Islas halladas en las Indias. Contenida
a otra De sus Altezas.”

Gianluca Parodi

Ph: europionione / Ruggero Marino / picobeta / leganerd